NAPOLI – Le smaniose peripezie amorose di un impiegato, innamoratosi della donna di un boss, prendono vita ne La Venere dei Terremoti, il racconto di Manlio Santanelli messo in scena da Roberto Azzurro, programmato al Teatro Elicantropo di Napoli da giovedì 25 febbraio 2016 alle ore 21.00 (repliche fino a domenica 28), presentato da Eventi Mediterranei e Ortensia T.
Siamo a Napoli, nel 1980, e Luigino Impagliazzo è un piccolo uomo, apparentemente senza qualità, che trascorre la sua vita ordinaria senza un sussulto, fino al giorno in cui incontra l’ammaliante Fortuna Licenziati, formosa e irresistibile amante di un boss malavitoso.
Anni di frequentazioni con il teatro e la narrativa di Manlio Santanelli, hanno fatto si che Roberto Azzurro decidesse di portare in scena “La Venere dei terremoti”, sfida davvero audace, trattandosi di un lungo racconto nato per la pagina scritta.
La storia, sottotitolata come Il cimento amoroso di Luigino Impagliazzo e Fortuna Licenziati, si svolge a Napoli, tra le impervie e affascinanti strade di una città vivace e coinvolgente, così come suggestiva e allo stesso tempo coinvolgente è la scrittura che l’autore utilizza per questo racconto.
Un piccolo viaggio nella suggestione del racconto come forma di comunicazione, la più antica, la più contemporanea, la più rischiosa, la più seducente.
Il racconto si snoda attraverso la parola che si fa senso, suono e immagini verbali, e che, a tratti, lascia intravedere il protagonista della storia, il vivace eppur malinconico Luigino Impagliazzo, proiettandoci quasi nella sua testa, nella sua immaginazione, a tu per tu con il turbolento circo colorato e un po’ folle che si scatena nella psiche di un piccolo uomo, innamorato di una fin troppo bella “femmina”.
Nella messa in scena di Roberto Azzurro, le parole di Santanelli saranno contrappuntate dal pianoforte di Rebecca Lou Guerra, giovane pianista Toscana d’eccezione, che affiancherà la narrazione con una partitura musicale, da Beethoven a Bach fino a Mozart, intrecciando alle spericolate parole le, ancor più, spericolate crome e biscrome della Grande Musica.
La rappresentazione si colloca nell’ambito del progetto di Roberto Azzurro relativa alla parola scritta che diventa parlata, dunque alla letteratura che diventa teatro. L’incontro tra il Narratore e il protagonista della storia, Luigi Impagliazzo, avviene sotto gli occhi degli spettatori, e insieme con lui assisteremo all’incarnarsi di tutti i personaggi che accompagnano la storia.
C.S.