“Il Principe e la (scheda) ballerina”: il 19 luglio l’udienza preliminare. Cosentino rischia il processo

“Il Principe e la (scheda) ballerina”: il 19 luglio l’udienza preliminare. Cosentino rischia il processo
Cosentino rischia di finire di nuovo sotto processo

CASAL DI PRINCIPE – Elementi di vertice del clan dei “casalesi”, imprenditori e politici legati – secondo l’accusa – alla camorra. Questa è la composizione per gruppi che forma la schiera di 69 indagati che il 19 luglio prossimo si dovrà presentare davanti al giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Napoli, Eduardo De Gregorio, nell’ambito dell’inchiesta “Il Principe e la (scheda) ballerina”, che a dicembre dello scorso anno portò all’arresto di cinquantasette persone. Rischiano di essere rinviati a giudizio, oltre a uomini di primo piano della cosca casertana (tra i quali Alessandro Cirillo Nicola Schiavone, Vincenzo Schiavone, Raffaele Bidognetti), anche importanti uomini politici come l’ex sottosegretario all’Economia, Nicola Cosentino, l’ex consigliere provinciale Ferraro e il due volte primo cittadino di Casal di Principe, Cipriano Cristiano. Tra le decine di indagati, potrebbero finire sotto processo anche gli imprenditori del calcestruzzo Stefano Di Rauso, Gaetano Iorio e Nicola Palladino (titolare della Cls di Pastorano).

L’inchiesta, coordinata dal Procuratore aggiunto della Direzione distrettuale antimafia, Federico Cafiero de Raho, e condotta dai pm Francesco Curcio, Giovanni Conzo, Antonello Ardituro ed Henry John Woodcock (tutti magistrati di punta della Procura partenopea), si concentra sulle infiltrazioni dei “casalesi” nella Pubblica amministrazione casertana e sul ruolo giocato da camorristi, politici e imprenditori. Le indagini partirono dalla possibile localizzazione di un centro commerciale nella zona di Villa di Briano, “Il Principe”. Il progetto – mai realizzato – doveva servire, a detta degli inquirenti, a procurare voti al candidato sindaco Cipriano Cristiano – poi eletto nel corso delle elezioni amministrative del 2007 a Casal di Principe. L’inchiesta si estende anche alle successive elezioni del 2010, allorché sarebbe stato utilizzato il sistema della “scheda ballerina”. Veniva portata fuori dal seggio una scheda elettorale in bianco che, dopo essere stata contrassegnata con il voto di preferenza, veniva consegnata ad un altro elettore e inserita nell’urna. L’elettore, in un secondo momento, portava fuori dal seggio la scheda che gli era stata consegnata al seggio per alimentare il meccanismo fraudolento.

Tra le vittime indicate dai giudici, c’è anche il Ministero degli Interni, “con riferimento – scrivono i pm – ai brogli elettorali consistiti nell’impossessarsi di una scheda elettorale vidimata e controfirmata dai componenti del seggio ma non ancora votata, sottraendola dal seggio elettorale”. Nell’ordinanza firmata dal Gip Egle Pilla, l’ex coordinatore regionale del Pdl, Cosentino, viene indicato come “referente politico nazionale del clan dei casalesi”. Il provvedimento ha coinvolto alcuni “imprenditori di camorra”. Tutti titolari di società che, beneficiando dei soldi dei clan e della loro capacità di intimidazione, gestivano in regime di monopolio i subappalti sul territorio.

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