Giovedì 10 marzo la Compagnia Instabili Vaganti porta in scena “Desaparecidos#43” di Anna Dora Dorno e Nicola Pianzola

Giovedì 10 marzo la Compagnia Instabili Vaganti porta in scena “Desaparecidos#43” di Anna Dora Dorno e Nicola Pianzola

NAPOLI – Sarà in scena da giovedì 10 marzo 2016 alle ore 21.00, al Teatro Elicantropo di Napoli, lo spettacolo Desaparecidos#43 di Anna Dora Dorno e Nicola Pianzola, anche interpreti con Marta Tabacco, con le musiche originali di Alberto Novello JesterN
 e la regia di Anna Dora Dorno.

Presentato da Instabili Vaganti, l’allestimento nasce all’interno del progetto Megalopolis, sviluppato nel 2012 a Città del Messico, un ambizioso progetto che coinvolge artisti e studenti, il cui scopo è informare, sconvolgere e creare attivismo di coscienza.

Lo scenario che ispira questo esperimento è la Piazza delle tre culture, meglio riconosciuta come Plaza de Tlatelolco, nota per il massacro del ’68, dove oltre trecento giovani furono uccisi da esercito e polizia a pochi giorni dall’inaugurazione delle Olimpiadi di Città del Messico.

La storia si ripete, l’attenzione è posta, infatti, sull’ultima strage messicana, su quel 26 settembre 2014, quando 43 studenti di Ayotzinapa (Iguala, Messico) scomparvero dopo un fermo dalla polizia. Sono i nuovi desaparecidos, scomparsi in circostanze dal seguito tragico, su mandato di un narco-governo.

La formula per descrivere la realtà drammatica è quella del teatro, che la compagnia adotta con un occhio sempre puntato sui vari scenari del mondo, da quelli di disagio e lotta, dove i diritti umani vengono usurpati e le diverse libertà limitate da imposizioni restrittive.

Indagando sul processo della globalizzazione in tutti i suoi aspetti positivi e negativi, infatti, il lavoro della compagnia si concentra, principalmente, sulle grandi città, le megalopoli appunto, fonti inesauribili di esperienze urbane ideali per studiare, indagare, analizzare, e poi svolgere e diffondere un teatro sociale.

Da un’azione urbana, quindi dal basso, si ambisce al più vasto mondo del web, rendendo partecipi e non estranei ai fatti, abolendo il camuffamento, l’omissione e la censura. Odierna la tragedia e odierno il linguaggio con cui si porta in scena lo spettacolo, l’hashtag promuove una forma di conoscenza che arrivi ai più.

Che tutti siano informati, poiché tutti siamo coinvolti. La forma dello spettacolo è teatro fisico, fatto di materia recitativa, supporti d’immagini e sonori, di diverse forme che coinvolgono il canto e melodie strazianti. Sperimentalismo teatrale, dunque, che accompagna un’urgenza di riscatto estremamente reale, perché diviene, volutamente, messa in scena di questo orrore.

Gli attori riportano gesti dirompenti di speranza e lotta che hanno infiammato e continuano a infiammare le piazze del mondo. Il concetto è: chi semina odio raccoglie rivolta, la certezza che se “toccano uno” si fa torto all’umanità intera.

C.S.

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