VITULAZIO – Quando il giornalista e scrittore Salvatore Minieri sostiene che la classe politica casertana è tra le più impreparate d’Italia, non gli si può dare torto soprattutto considerando i teatrini politici che si consumano tra maggioranza e opposizione nei vari comuni di Terra di Lavoro. Un assunto confermato da quanto sta accadendo a Vitulazio in queste ore, dove la vicenda appalti di Maddaloni ha scatenato di riflesso delle polemiche in punta di fioretto sugli affidamenti alla Dhi da parte del Comune di Vitulazio e sull’aumento della Tari. Polemiche che confondono causa ed effetto a tutto svantaggio dei cittadini. Qualcuno, infatti, dovrebbe avere la lucidità di spiegare ai contribuenti vitulatini che i rincari del canone per i rifiuti sono determinati da una precisa responsabilità dell’Ente che tutti si guardano bene dal sollevare: la mancata effettuazione di una gara d’appalto per il servizio di raccolta dei rifiuti.
Soltanto la concorrenza che si esplica in una gara d’appalto, infatti, potrebbe determinare (secondo quanto prevede la norma) la diminuzione del canone. In via Lagnese, invece, un bando a evidenza pubblica per la gestione della raccolta dei rifiuti è simile alla trama dell’opera di Samuel Beckett, “Aspettando Godot”. Sono tre anni che, con affidamento diretto, l’Amministrazione comunale sceglie la ditta che si occupa del servizio ed evita di bandire una gara. In origine era l’Alba Paciello che ha raccolto i rifiuti in paese dal 27 febbraio del 2013 al 12 agosto del 2015. Poi è arrivata la Di Nardi Holding Industriale che ha sostituito la società di Casagiove, nel frattempo colpita da interdittiva antimafia. Intanto sono passati gli anni e dal Comune, in attesa dell’organizzazione degli Ambiti territoriali e della gara d’appalto, ha preferito prolungare questa situazione che anche l’Autorità nazionale anti corruzione ha condannato a più riprese.
Già in un parere del 24 luglio 2013, difatti, l’autorità presieduta dall’ex magistrato Raffaele Cantone, al Comune di Lecco che chiedeva se “nelle more dell’individuazione dei bacini territoriali di riferimento sia legittimo per un Ente locale proseguire nella c.d. ‘proroga tecnica’, faceva notare: “La proroga è un istituto utilizzabile solo in via eccezionale, in quanto di per sè costituisce una violazione dei principi di cui all’art. 2 del codice dei contratti pubblici ed in particolare, della libera concorrenza, parità di trattamento, non discriminazione e trasparenza”. “La proroga – continua la nota firmata dal direttore generale Lorenza Ponzone – quindi “è teorizzabile, ancorandola al principio di continuità dell’azione amministrativa (art. 97 Cost.) nei soli, limitati ed eccezionali, casi in cui (per ragioni obiettivamente non dipendenti dall’Amministrazione) vi sia l’effettiva necessità di assicurare precariamente il servizio nelle more del reperimento di un nuovo contraente” (CDS Sez. V 11/5/2009, n. 2882)”. Insomma, le normative ordinano di espletare le gare d’appalto ma a Vitulazio da tre anni preferiscono menarla per le lunghe, a tutto danno dei cittadini che devono pagare gli alti costi del servizio.
Red. Cro.