Giuseppe Borrelli: Le onde gravitazionali. E per cortesia smettete di dire Teoria

Giuseppe Borrelli: Le onde gravitazionali. E per cortesia smettete di dire Teoria

Le onde gravitazionali teorizzate dalla Relatività Generale di Einstein esistono.

Sono state rilevate per la prima volta dal L.I.G.O., un particolare sistema di rilevamento ed osservazione che si trova negli Stati Uniti a Hanford, Washington, e dal nostro EGO-VIRGO a Santo Stefano di Macerata.

L.I.G.O. che è l’acronimo di Laser Interferometer Gravitational-wave obserbatory, osservatorio interferometrico laser delle onde gravitazionali, è una costruzione di forma quadrata composta da gallerie di metallo e cemento, parte sottoterra e parte a livello del suolo.

All’interno di queste gallerie viaggiano dei raggi laser, il cui fascio continuo viene interrotto ogniqualvolta viene attraversato da una qualche forma materiale o energetica.

Quando cioè, particelle, radiazioni, antimateria, raggi cosmici ed altro, interrompono questo fascio di laser, il rilevatore “fotografa” questo passaggio.

La stessa tecnologia utilizzata per il nostro EGO-VIRGO a Santo Stefano di Macerata, anche se il nostro osservatorio ha forma ad “X”.

EGO-VIRGO è l’acronimo di European Gravitational Observatory, osservatorio gravitazionale europeo, e Virgo è, invece, l’ammasso della Vergine che il nostro osservatorio analizza.

Dato che il nostro pianeta è continuamente visitato ed, interamente, attraversato da queste forze, il rilevatore ne registra continuamente il passaggio, fornendo i dati dettagliati sulla entità, sulla natura e sulla intensità della radiazione che ha interrotto il suo fascio laser.

Alcuni mesi fa, però, qualcosa di sconosciuto ha attraversato il fascio laser del LIGO e del VIRGO; una forma di radiazione mai rilevata sulla Terra, è stata “ fotografata” dai costosi macchinari.

Immediatamente sono scattate tutte le indagini del caso; si è indagato su cosa fosse questa forza, da dove provenisse e cosa l’avesse provocata.

Dopo molte indagini e rilevazioni, gli scienziati hanno rilevato che questa radiazione proveniva da una regione del cosmo che si trova ad un miliardo di anni luce da noi, e sarebbe stata provocata dalla collisione di due Buchi Neri.

Questa forza, dunque, emessa un miliardo di anni fa, ha viaggiato per tutto questo tempo, ed ha raggiunto, ed attraversato, il nostro pianeta nel 2015.

La questione, molto particolare, della vicenda è che tale forza, nel suo passaggio, ha leggermente deformato il tessuto spazio-temporale, rallentando, quindi, impercettibilmente il trascorrere del tempo.

Gli orologi atomici del LIGO e del VIRGO, che registrano il trascorrere del tempo in questa tipologia di strutture scientifiche, come in altre simili, hanno rallentato, per una infinitesimale parte di un secondo, il loro scorrimento, per effetto del passaggio di questa onda.

Il tempo, seppur in maniera impercettibile per un qualsiasi altro orologio che non sia di natura chimica, come un orologio atomico; è stato rallentato nella zona territoriale in cui tale onda ha esercitato il suo influsso.

Questo fenomeno non si era mai verificato.

Si sapeva che sarebbe potuto succedere solo grazie alle equazioni di Einstein.

Questa è la notizia, che tra l’altro vede coinvolti anche scienziati e macchinari made in Italy, nell’opera di analisi della misteriosa onda che ha attraversato il nostro pianeta.

Non c’è nulla di cui preoccuparsi, ovviamente, intanto perché il tempo è qualcosa di molto elastico ed i suoi rallentamenti, o accelerazioni, sono abbastanza usuali.

Se si viaggia in aereo, o si scende in una miniera di centinaia di metri, si soggiace a infinitesimali rallentamenti ed accelerazioni nello scorrere del tempo.

Tali fenomeni sono spiegati dalle due Relatività di Einstein, e nei precedenti articoli ho provato ad illustrare le ragioni fisiche di tali eventi.

Poi perché quest’onda ha viaggiato per 1 miliardo di anni, perdendo tutto il suo portato di pericolosità e di distruzione.

Ed infine perché il combinato disposto dei campi gravitazionali della Terra, del Sole e di Giove rappresentano uno scudo efficiente e funzionale contro queste minacce.

Ma il passaggio di tale forza è stato comunque un evento scientifico finora mai successo prima.

Gli scienziati del LIGO e del VIRGO sapevano che le uniche due forze ad avere influsso sul tempo sono la luce e la gravità; ed allora scartata la prima ipotesi, non essendo stata rilevata alcuna luce, si deve trattare per forza delle onde gravitazionali.

Le onde gravitazionali sono il mezzo attraverso il quale la gravità eserciterebbe il suo influsso su tutte le cose che esistono nell’Universo.

Di tutte le altre radiazioni, infatti, a partire dal suono, alle onde radio, alla luce, agli ultravioletti, ed ai raggi x e raggi gamma; sono state trovate le onde o particelle che ne compongono l’essenza ed attraverso cui si propagano.

Ma per la gravità non è stato trovato mai nulla.

Sappiamo che la gravità esiste, sappiamo, grazie ad Einstein, che non è nè un peso né una attrazione magnetica, ma non sappiamo come si propaga e come esercita il suo influsso sulla materia, sull’energia e sul tempo.

L’unica ipotesi è che la gravità si manifesti attraverso onde, che però, finora, non erano state trovate.

Anche perché le particelle che dovrebbero trasportare la gravità, i teorizzati “gravitoni”, non sono, nemmeno loro, mai stati avvistati.

Ma ci sono delle residue perplessità.

In primo luogo, già l’anno scorso fu data la notizia della scoperta delle onde gravitazionali, addirittura del “Big Bang”, l’evento primigenio del nostro Universo, da parte del “Bicep 2”.

Tale “fotografia”, infatti, sarebbe stata scattata dal telescopio “Bicep 2”, il cui nome tradotto significa, pressappoco, Polarizzatore Extragalattico della Radiazione Cosmica di Fondo.

Questo modernissimo telescopio è situato al Polo Sud, e trasforma in immagini le radiazioni sonore che rileva nello spazio.

Poi, però, si è parzialmente ritrattato, e si è detto che non si possa essere assolutamente certi di cosa si sia “fotografato”, a circa 14 miliardi di anni luce da noi.

Anche perché l’unica cosa che arriva da quel punto così lontano nello spazio e nel tempo è solo suono, in quanto la luce e le altre radiazioni tendono a dilatarsi fino a regredire a onda sonora.

Oggi, invece, la notizia e l’indagine sembrano essere più corpose, nel senso che un fenomeno naturale sconosciuto è stato effettivamente scoperto.

Ma esiste la possibilità che tale evento sia qualcosa di diverso da ciò che immaginiamo.

Certo la scienza serve a questo, ed ora le indagini forniranno la risposta.

Ma intanto permettetemi di esternare qualche perplessità sulla causa di questa onda.

La collisione di due Buchi neri è impossibile, perché tali pertugi cosmici non esistono.

Sono frutto di una parte minoritaria delle equazioni della Relatività Generale, ma anche Einstein non credeva alla loro esistenza, ritenendoli solo una mera eventualità e risultanza matematiche.

Il padre della Relatività, infatti, disse a proposito dei Buchi Neri: “ La natura non può essere così stupida”.

Offro solo due dei tanti motivi alla base della inesistenza di tali oggetti.

Il primo è che in regime di gravità infinita, il rallentamento del tempo per dilatazione in un Buco Nero sarebbe infinito; quindi, in tali corpi, il tempo sarebbe 0.

Ora mi riesce difficile immaginare che in determinate regioni il tempo non scorra, mentre, attorno a loro, tutto si espande; materia, luce, tempo e spazio.

L’Universo non lo permetterebbe, la freccia del tempo, infatti, si espande in tutte le direzioni, ( noi umani diciamo che il tempo passa e che scorre in avanti), e questo immodificabile fenomeno è determinato dalla espansione della materia presente nel cosmo che curva ( allarga) il tessuto dello spazio-tempo.

Se una qualche regione si ribellasse alla espansione, azzererebbe il suo tempo, e quindi non cambierebbe mai posizione nel cosmo.

Credo che l’Universo straccerebbe tale anomalie con dei botti colossali, senza dare ad essi, nemmeno, il tempo di attivarsi.

Il secondo motivo della inesistenza dei Buchi Neri risiede nel fatto che tali oggetti “ingrassano”.

La gravità infinita di tali corpi è causata dalla infinita densità della materia presente in essi.

Ma questi oggetti, tendono ad ingurgitare materia, energia ed ogni altra cosa.

Ne consegue che, inglobando roba, i Buchi Neri “ingrasserebbero”, aumentando la loro massa.

Nell’aumentare la loro massa, però, tali pertugi cosmici, perderebbero la loro densità infinita, e di conseguenza anche la loro gravità infinita.

Quindi diverrebbero “Buchi Grigi” prima, e poi, ingrassando sempre più, diventerebbero di nuovo stelle, fino ad avere una normale gravità di tipo stellare.

A causa di queste due situazioni di fatto, i Buchi Neri non esistono, non si formano, e se ci provano, esplodono subito o perdono immediatamente il loro potere.

Il fenomeno che ha emanato le onde gravitazionali è stato una collisione di stelle di neutroni, o Pulsar.

Il massimo di concentrazione che la materia può raggiungere.

La Pulsar, infatti, che sta per Pulsating Radio Source, sorgente radio pulsante, è una intera stella concentrata in 10-15 km di diametro.

Tale fenomeno che avviene a seguito del collasso di grandi stelle, determina il fatto che un solo cucchiaio di materia stellare di una Pulsar, pesa come una portaerei.

Questi oggetti, poi, ruotano a velocità enormi, e per questo emettono dei segnali radio molto intensi ad intermittenza regolare.

Negli anni 70 furono indicate anche le Pulsar come dei Buchi Neri, ma poi ci si rese conto che si trattava di “ stelle condensate” o stelle di neutroni.

Questi due “mostri”, si sarebbero scontrati e/o fusi circa un miliardo di anni fa, e tale collisione ha creato una distorsione, di una qualche natura ancora indefinita, nello spazio e nel tempo.

Tale anomalia ha viaggiato per un miliardo di anni, fino a raggiungerci.

Ed ora bisogna capire di cosa si tratta, e prima o poi sarà fatta luce su questo fenomeno sconosciuto.

Consentitemi di dire, però che per il sottoscritto la gravità non si propaga né per onde né per particelle, ma è una conseguenza.

La densità di certi oggetti curva lo spazio-tempo, ed a questo punto, qualunque cosa si trovi in loco, comincia a seguire una traiettoria retta in uno spazio curvo.

Rectius: Orbita, ruota, gira etc.

Questa è la mia opinione e vale quello che vale; la scienza, invece, deve arrivare a determinare certe conclusioni non attraverso sensazioni o intuizioni, ma con dati certi.

Ed è quello che si farà, prima o poi.

Detto questo, mi si permetta di sfogarmi per una cosa che mi infastidisce terribilmente, quando in TV sento dire “ teoria della Relatività”.

Prima cosa: le Relatività sono due, Speciale e Generale.

Seconda cosa: le Relatività sono LEGGI, fisiche e scientifiche, ampiamente dimostrate e verificate.

Certo l’umanità ci ha messo una settantina d’anni per comprenderle appieno; ed infatti dal 1915, tali leggi sono state integralmente comprese solo negli anni 80; ma oggi è stupido chiamarle ancora teoria.

Ma oggi anche i bambini sanno che se guardano una stella lontana 10 anni luce, non guardano quella stella come è oggi, ma la vedono come era 10 anni fa, quando la luce di quella stella è partita per arrivare fino a noi che la guardiamo.

Questa è Relatività, ed è una legge fisica e scientifica, che ha smantellato il concetto di Simultaneità del tempo, il quale aveva, invece, caratterizzato tutte le altre leggi fisiche umane fino ad Einstein( tranne Galileo che qualcosa lo aveva intuito).

Di sicuro ci sono molte equazioni di tali suddette leggi che ancora non sono scientificamente verificabili, tipo i predetti Buchi Neri, od anche l’Energia Oscura; e magari qualche operazione in esse è anche sbagliata.

Ma la spiegazione dello Spazio-Tempo, della relatività del tempo, della Gravità e della singolarità (Big Bang) sono scientificamente provate.

Quindi non servono certo le onde gravitazionali per dimostrare la verità delle Leggi della Relatività.

E’ tutto già provato e documentato; quasi tutto.

Quindi voi della TV smettetela di dire teoria e cominciate a rispettare la più grande intuizione dell’umanità, affibbiandole il termine più corretto di Legge.

 

Giuseppe Borrelli

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