Calvi Risorta, il commissario prefettizio avrebbe gettato la spugna. Intanto restano i problemi

Calvi Risorta, il commissario prefettizio avrebbe gettato la spugna. Intanto restano i problemi

CALVI R. – Se è vero quello che si dice in giro o si legge su qualche sito locale pare che il commissario prefettizio dopo una settimana abbia abbandonato l’incarico, dimettendosi. Evidentemente spaventato dalle difficoltà sia economiche che organizzative in cui versa il Comune di Calvi Risorta. Ricordiamo che con l’annullamento delle elezioni del 2014 gli incarichi dei Funzionari esterni decadono. Allora prima di seminare sterili zizzanie che non fanno altro che infangare il nome di persone onoratissime, consideriamo i disagi  con cui hanno governato in questi due anni e da una valutazione sul loro operato  non si può non essere orgogliosi degli obiettivi raggiunti. A fatica, rinunciando alle indennità di carica, contribuendo nel loro piccolo anche con il lavoro fisico, sono giunti a dei brillanti risultati. Oltre all’ordinarietà, come i problemi della carenza dell’acqua, del controllo dei rifiuti, della manutenzione ordinaria del verde pubblico, dell’efficientamento della casa comunale, non è poco completare un’opera incompiuta come la polivalente, oppure realizzare un’isola ecologica, risolvere la problematica degli espropri dell’area PIP, ristrutturare ed efficientare gli edifici scolastici, risarcire gli importi illeciti delle acque reflue, assicurare una buona gestione della piscina comunale, abolire il pagamento delle luci votive al cimitero, risolvere il problema amianto dell’area Moccia, seguire, arrivando ad un tavolo di trattative, la vicenda dell’area ex Pozzi, predisporre la realizzazione del terzo lotto del cimitero, collaborare con la sovrintendenza per il ripristino dell’area archeologica, stipulare una convenzione con l’ASL per la realizzazione di una REMS, impiantare la “Casetta dell’Acqua”, avviare i lavori per l’ammodernamento della rete idrica e fognaria.

Mai un’amministrazione a Calvi Risorta ha saputo creare rapporti positivi con i Sindaci dei comuni limitrofi, “Marrocco” lo ha fatto, perché è  un’Amministrazione che non chiedeva altro che fare il bene del paese. Purtroppo però non ha avuto modo di dimostrare quanto produttivi potessero essere i sacrifici di due anni di amministrazione. Perché vedete, come in qualsiasi lavoro, anche in questo caso, i frutti vengono raccolti dopo alcuni anni di preparazione e sacrificio.

Ma ritornando alle dimissioni del commissario, si introduce un intervento del Gruppo Calvi RisorGe:

“Il gruppo Calvi RisorGe, nonostante le difficoltà oggettive, ha avuto gli attributi di rimanere per due anni, saremmo rimasti fino alla fine del mandato, e la situazione era peggiore di quella che ha trovato il commissario. Abbiamo avuto gli attributi perché avevamo, e abbiamo, a cuore la sorte del paese.

Quante volte ci ha assalito lo sconforto, ma abbiamo desistito soprattutto per NOI, perché troppo intelligenti da capire che abbandonare significava mandare il paese a rotoli. Non è da uomini comportarsi come “Schettino”, troppo comodo abbandonare la nave che sta affondando.

Cosa ci raccontano o cosa vogliono raccontare gli avversari? Se vogliamo dirla tutta la vittoria alle elezioni del 2014 è stata dei perdenti, almeno non ci hanno rimesso nulla, Noi invece tempo, soldi e fantasia. Chi ci stima lo comprende e lo apprezza.

Persone che sono l’emblema della legalità e dell’onestà non indosseranno mai abbigliamento altrui. Non vestiremo mai i Vostri abiti. Le Nostre idee, il Nostro agire non ha nulla di opaco. Forse perché non abbiamo parenti che hanno trovato occupazione in enti gestiti dalla politica, non abbiamo parenti che vorrebbero utilizzare la politica per meri interessi personali.

Chi ha salde radici il vento può piegarle, ma spezzarle è cosa assai più complicata. Possono provare a corromperci ma restiamo ben radicati con le nostre idee. Sacrifici tanti, rimpianti MAI.

Chi ha portato, legittimamente, il comune di Calvi Risorta in questa situazione può essere paragonato a quei bambini che non si accontentano di giocare con i giocattoli a loro disposizione, ma vogliono possederli, portarli via con sé, in quanto pensano che tutto appartenga loro. Un senso di onnipotenza in cui credono che tutto ciò che li circonda sia un prolungamento del loro essere e quindi rivendicano il loro diritto al possesso su ogni oggetto.

Quello che serve a far crescere in modo sano il bambino, non è il giocattolo ma il gioco. Il bambino deve giocare molto e avere pochi giocattoli, e adatti alla sua età. Giocare a gestire la cosa pubblica non è ancora adatto alla vostra età. Questi sono i risultati del vostro giocare con il fuoco: Alla fine finiremo per rimanere scottati tutti”.

Ai lettori le giuste osservazioni, da parte mia calza a pennello il titolo di un articolo scritto qualche anno fa per conto di qualcuno che oggi siede al tavolo degli “onnipotenti”: E IO PAGO!

Luciana Antinolfi

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