PASTORANO – La potente famiglia Caturano (i cui pervasivi interessi imprenditoriali sono presenti anche nell’Agro caleno, in particolare nel territorio del Comune di Pastorano) continua a incassare sconfitte davanti ai giudici amministrativi cui si rivolge nel vano tentativo di far annullare le interdittive e altri provvedimenti antimafia emessi dalla Prefettura di Caserta. Pubblichiamo in coda a questo nostro articolo un’ordinanza cautelare del Tar (Tribunale amministrativo regionale della Campania) di Napoli, depositata in segreteria in data 13 gennaio 2016, e due ordinanze cautelari del Consiglio di Stato entrambe depositate in segreteria il 6 aprile 2016.
L’ordinanza cautelare del Tar è stata emessa a seguito di un ricorso di “Caturano autotrasporti Srl”; le ordinanze cautelari del Consiglio di Stato sono state emesse a seguito dei ricorsi di “General Sindes Spa” e “Caturano autotrasporti Srl” (quest’ultimo appello è proprio contro la decisione del Tar suddetta). Tutti e tre i ricorsi contestavano – come si è detto, ancora una volta invano – le decisioni della Prefettura di Caserta riguardanti il diniego di iscrizione delle varie attività economiche della famiglia Caturano “nell’elenco dei fornitori, prestatori di servizi ed esecutori non soggetti a tentativo di infiltrazione mafiosa”, la cosiddetta “white list”.
Secondo i giudici amministrativi – che hanno dato ragione alla Prefettura di Caserta – sussistono “stabili rapporti tra la famiglia Caturano ed alcuni esponenti della criminalità organizzata egemone nell’area di Casal di Principe”, rapporti quindi con il famigerato “clan dei casalesi”.
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Rassegna Stampa
articolo di Rosa Parchi
da pignataronews.myblog.it