PIGNATARO M. – “Una decisione attesa, grande soddisfazione per il fronte anticamorra”. Così il giornalista Enzo Palmesano ha commentato la notizia dell’atto di appello depositato dal valoroso pubblico ministero della Direzione distrettuale di Napoli, dott. Giovanni Conzo (uno degli uomini di punta, a livello nazionale, della battaglia anticlan), avverso la sentenza di primo grado – emessa con rito abbreviato il 20 febbraio 2012 dal Gup del Tribunale di Napoli – che mandò assolto l’ex sindaco di Pignataro Maggiore ed ex consigliere provinciale, Giorgio Magliocca, dalle imputazioni di concorso esterno in associazione mafiosa e omissione di atti d’ufficio con l’aggravante camorristica. Come è noto, Enzo Palmesano – assistito dall’avvocato Cesare Amodio, del Foro di Napoli – si è costituito parte civile con azione popolare in vece della Provincia di Caserta, Ente che era rimasto inerte. Parte civile, inoltre, il Comune di Pignataro Maggiore – con apposita deliberazione di Giunta comunale -, rappresentato dall’avvocato Pasquale Iovino, del Foro di Santa Maria Capua Vetere.
“Ci sono tutte le condizioni – ha aggiunto Enzo Palmesano – perché la sentenza di primo grado venga ribaltata dalla Corte d’Appello. Non vi sono lacune nella complessa e completa prospettazione accusatoria della Direzione distrettuale antimafia; granitiche le prove a carico di Giorgio Magliocca”. Entrambe le parti civili costituite – la Provincia di Caserta rappresentata con azione popolare da Enzo Palmesano e il Comune di Pignataro Maggiore – avevano depositato memorie alla Direzione distrettuale antimafia chiedendo che fosse presentato appello contro l’assoluzione di Magliocca.
“In ogni caso – conclude Enzo Palmesano -, anche qualora per assurdo Giorgio Magliocca fosse assolto in via definitiva dalle accuse di concorso esterno in associazione mafiosa e omissione di atti d’ufficio con l’aggravante camorristica, la sua parabola politica sarebbe comunque conclusa. Politicamente parlando, Giorgio Magliocca è finito. Non può infatti pretendere di aspirare a incarichi nei partiti o nelle Istituzioni chi, come Giorgio Magliocca, da consigliere provinciale in carica, tra la fine del 2001 e l’inizio del 2002 – quindi alla vigilia delle elezioni comunali nelle quali sarebbe stato eletto sindaco -, sentì il bisogno di incontrarsi più volte con un pericoloso criminale, il boss mafioso Lello Lubrano”.
C/S