PIGNATARO M. – Il pensiero del sindaco Raimondo Cuccaro negli ultimi giorni a Palazzo Scorpio non poteva che essere rivolto a quanto accade in località “Masseria La Carità”, dove nei mesi passati si è consumato uno scontro a suon di carte bollate con i gestori della cava, alcuni proprietari dei fondi e la società Pignataro Carni & C. sas. Dopo la serie di ordinanze di demolizione, richieste di sanatoria e ricorsi ai giudici amministrativi, da via Municipio arriva l’ultimo atto sulla serie di vicende che si sono intrecciate. Il primo cittadino, con ordinanza numero 47 del 16-05-2016, ha disposto la sospensione dell’esercizio dell’attività di trattamento degli inerti da parte della società Eurocave srl.
Il provvedimento prende spunto dalle ordinanze dirigenziali di demolizione n. 41 e 42 del 4/4/2016, con le quali l’ex responsabile dell’ufficio tecnico Manzella aveva disposto la demolizione di strutture prive di titoli abilitativi e in particolare dell’autorizzazione sismica. Secondo quanto riporta la normativa, infatti, nelle zone sismiche “S=9”, come il territorio del comune di Pignataro Maggiore, non possono essere realizzate strutture senza la preventiva autorizzazione del Genio Civile e del competente Ufficio Tecnico della Regione. Nell’ordinanza firmata da Cuccaro si legge che “i manufatti edilizi e le opere relative all’impianto di frantumazione e trattamento degli inerti” sono stati eseguiti senza aver effettuato la denuncia dei lavori all’Ufficio del Genio Civile prima del loro inizio e senza la preventiva redazione di un progetto esecutivo, da parte di tecnico abilitato e iscritto nel relativo albo professionale. Non avendo alcuna garanzia sulla staticità delle strutture e dovendo tutelare la sicurezza pubblica, Cuccaro ha ordinato al legale rappresentante della Eurocave srl, Claudio Itro, “di sospendere ad Horas e fino all’ottenimento dei titoli abilitativi l’esercizio dell’attività di frantumazione e trattamento degli inerti in carenza delle prescritte autorizzazioni sismiche di legge”.
Vedremo se la società che gestisce la cava ricorrerà al Tar e se il prossimo sindaco interverrà su una questione che ormai si trascina avanti da anni tra provvedimenti e ricorsi.
Red. cro.