Scandalo autovelox: ad appena due giorni dalla rielezione Giorgio Magliocca ha ripreso il suo slalom nelle aule giudiziarie – L’udienza potrebbe aver fatto segnare un punto a favore della difesa degli otto imputati se non è infondata la soddisfazione del comandante dei vigili urbani Alberto Parente, che sprizzava gioia da tutti gli alamari

Scandalo autovelox: ad appena due giorni dalla rielezione Giorgio Magliocca ha ripreso il suo slalom nelle aule giudiziarie – L’udienza potrebbe aver fatto segnare un punto a favore della difesa degli otto imputati se non è infondata la soddisfazione del comandante dei vigili urbani Alberto Parente, che sprizzava gioia da tutti gli alamari

PIGNATARO M. – Ad appena due giorni dalla rielezione avvenuta il 5 giugno 2016 il sindaco di Pignataro Maggiore, Giorgio Magliocca, ha ripreso il suo lunghissimo (e finora fortunato) slalom nelle aule giudiziarie con l’udienza per lo scandalo autovelox al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Con Giorgio Magliocca sono imputati il comandante dei vigili urbani Alberto Parente, l’ex vicesindaco Piergiorgio Mazzuoccolo, gli ex assessori magliocchiani Giovanni Magliocca, Claudio Di Lillo, Antonio Palumbo e Vincenzo Romagnuolo, e il titolare di “SOES Spa”, ditta con sede in Telese vincitrice dell’appalto, Tommaso Stazio. Davanti ai giudici del collegio “A” della seconda sezione penale (Rosetta Stravino, presidente, Linda Comella, Benedetta De Risi) sono comparsi solo due degli otto imputati: Claudio Di Lillo e il maggiore Alberto Parente. Presente tra il pubblico, altresì, quello che i buontemponi della piazza pignatarese hanno ribattezzato il “Grande Puffo del magliocchismo”, all’anagrafe Luigi Magliocca, padre del sindaco Giorgio Magliocca.

L’udienza del 7 giugno 2016 si è incentrata sulla deposizione di Giovanni Iodice, all’epoca ispettore capo della Polizia stradale (ora in pensione) che svolse gli accertamenti sul “caso autovelox” per delega della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere. La testimonianza potrebbe aver fatto segnare un punto a favore della difesa degli imputati, a giudicare dalla soddisfazione (se non infondata) del maggiore Alberto Parente, sempre pronto a giurare sulla correttezza delle operazioni svolte nonostante quanto scritto nel capo d’imputazione. La gravità delle preoccupazioni del comandante dei vigili urbani sembrerebbe – volendo dare ragione al suo ottimismo –  essere stata fortemente ridimensionata; ma Alberto Parente (che sprizzava gioia da tutti i pori e, pur essendo in abiti borghesi, da tutti gli alamari) è convinto che sia lo stesso pure per gli altri sette imputati.

Bisognerà vedere al momento delle richieste del pubblico ministero e, ancor di più, della sentenza se la magistratura riterrà di valutare le risposte dell’ex ispettore capo della Polizia stradale nel senso auspicato dalla difesa degli imputati o in maniera diversa. Alla prossima udienza dell’8 novembre 2016 saranno ascoltati un altro investigatore della Polizia stradale e i consulenti tecnici di cui si avvalse la Procura della Repubblica.

Rassegna Stampa

articolo di Rosa Parchi

da pignataronews.myblog.it

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