Calvi Risorta, l’ex sindaco Giovanni Marrocco e Calvi RisorGe rispondono alla sezione del Pd

Calvi Risorta, l’ex sindaco Giovanni Marrocco e Calvi RisorGe rispondono alla sezione del Pd

CALVI R. – Di seguito il comunicato stampa dell’ex sindaco Giovanni Marrocco e del gruppo politico Calvi RisorGe:

Ci scusiamo con i cittadini per il logorroico articolo e per il contenuto. Non vogliamo assolutamente apparire come quelli che puntano il dito esclusivamente per accusare, ma essere tacciati per disonesti, disamministratori, incompetenti, non può farci esimere dal cominciare a dire  nomi, cognomi e misfatti dei nostri predecessori, coloro i quali, “senza alcuna vergogna”, dichiarano di aver portato la “legalità a Calvi Risorta”. Una legalità che, stando alle notizie che pubblichiamo con questo primo articolo, sembra alquanto compromessa. NOI che, in 20 mesi di mandato, rinunciando in primis a soldi che ci spettavano di diritto, ci siamo messi al servizio della comunità e con enorme sacrificio abbiamo cercato di ripristinare le sorti del comune, districandoci, con non poche difficoltà, per tenere in equilibrio il bilancio.  Onore e merito al Commissario prefettizio per il lavoro che sta svolgendo, ma lui è un tecnico non un politico. “La politica” avrebbe sicuramente optato per delle scelte  meno drastiche a tutela  dei cittadini. E’ bene che si sappia che le  colpe dei disagi che oggi stiamo vivendo sono da addebitare esclusivamente a chi ha voluto il commissariamento a Calvi Risorta: il Gruppo Uniti per la Rinascita Calena e il loro Candidato a Sindaco dott. Giovanni Lombardi, a cui ribadiamo ancora una volta che l’opposizione si fa partecipando attivamente alle sedute comunali, palesemente disattese, e non attraverso messaggeri, oltretutto consigliati in malafede, col solo intento  di colpire la persona.

Ora BASTA!

Ci sembra strano che, nell’ultimo manifesto pubblico, gli amici della sezione calena del Partito Democratico si siano dimenticati di citare il “prezioso” contributo che l’amministrazione Zacchia ha apportato alla situazione finanziaria trovata oggi dal Commissario prefettizio: eppure si tratta di un’amministrazione “a forte trazione PD”, come loro stesso ci tengono a definirla, in carica dal 15 giugno 2004 al 29 dicembre 2008, con vice-sindaco il sig. Remo Cipro, zio dell’attuale segretario cittadino del PD, Giuliano Cipro.

Nessun problema, possiamo benissimo rinfrescare loro la memoria.

Trattasi di quell’amministrazione che, tra una cronaca giudiziaria e l’altra, ha provveduto:

a pagare la somma di € 67.235,61 in favore della ditta “General Impianti” per lavori mai realizzati presso l’edificio Polivalente di Via Cales, con conseguente condanna per danno erariale da parte della Corte dei Conti;

ad aumentare, con una modifica allo Statuto, il numero degli assessori di due unità rispetto a quelli previsti per legge, aggravando, con ulteriori costi, il bilancio comunale;

ad omettere l’invio al Ministero dell’Interno, per il tramite della Prefettura, di tutta una serie di semplici attestazioni, che si sono poi tradotte in drastici tagli ai trasferimenti erariali erogati al nostro comune, quantificabili in € 504.782,65, tra maggiore gettito ICI derivante dall’individuazione dei fabbricati fantasma e di quelli per i quali sono venuti meno i requisiti per il riconoscimento della ruralità (€ 164.847,70), risparmi di spesa teorici sui costi della politica (€ 51.170,10), recupero coattivo del debito maturato dal comune nei confronti del Commissariato per l’emergenza rifiuti (€ 282.467,07) e mancato rispetto del Patto di Stabilità 2006 (€ 6.297,78);

a mettere in piedi una scellerata gestione degli autovelox fissi che ha comportato non solo l’accertamento, da parte della Corte dei Conti, di un danno erariale di diverse decine di migliaia di euro causato dai membri della giunta Zacchia, ma anche un debito nei confronti di Poste Italiane di € 222.861,05, non previsto in bilancio, accumulato per la spedizione di decine di migliaia di verbali; un contenzioso che resterà pendente per almeno altri 10 anni, presso il Giudice di Pace di Pignataro Maggiore, con condanna del comune a continue spese di giudizio, in prospettiva per centinaia di migliaia di € e un contenzioso aperto con la ditta per il pagamento di altri 42.403,55 € non previsti in bilancio;

Sempre la stessa amministrazione ha provveduto:

ad installare i giochi nella villetta comunale del valore di 7.000,00 € pagandoli 14.000,00 € circa (come accertato nel conseguente giudizio penale);

ad accendere, nell’anno 2008, ben 10 MUTUI con la Cassa Depositi e Prestiti  per lavori di “riqualificazione funzionale di strade urbane e di alcuni tratti di rete idrica e fognaria” e per il rifacimento della “Palestra Don Milani” per € 2.328.000,00; mutui assistiti da contributi concessi dalla Regione Campania, da cui scaturiscono i seguenti effetti negativi, inutilmente anticipati dalle opposizioni all’allora Commissario Prefettizio:

aumento del tasso di indebitamento, a causa di mutui da rimborsare fino al 2030 per la realizzazione di strade devastate già da alcuni anni;

la crisi di liquidità che ha determinato poi il ricorso all’anticipazione di tesoreria, visto che la Regione Campania non rimborsa le rate di ammortamento anticipate dal comune;

il non rispetto del Patto di Stabilità nell’anno 2010, quando i lavori realizzati sono stati pagati, con un taglio di 422.000,00 € dei trasferimenti erariali.

Ancora, Zacchia/Cipro, ha provveduto:

a contrarre un prestito obbligazionario, nell’anno 2006, di € 2.528.611,41;

a tentare di contrarre un mutuo di 128.000,00 € per la realizzazione delle gradinate del campo di calcio ed un mutuo di altri 660.000,00 € (quota direttamente o indirettamente a carico del comune del complessivo finanziamento di € 990.000,00) per il progetto di ristrutturazione della scuola media, che comunque hanno lasciato lo strascico di un contenzioso aperto per le spese tecniche e progettuali;

a produrre un debito di € 282.767,87, accertato dal commissario ad acta in forza del disposto normativo della Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3693 del 16 luglio 2008, maturato nei confronti dei consorzi di bacino disciolti;

a generare un debito di € 711.186,13 nei confronti della E.CO. Quattro e del Consorzio EGEA, senza copertura in bilancio, oggetto oggi di due contenziosi dall’esito incerto;

a non richiedere, al gestore della piscina, il pagamento del canone per il periodo agosto/dicembre 2006 e a non accertarsi della (mancata) installazione del contatore per l’addebito delle fatture idriche, con una potenziale perdita di decine di migliaia di €;

a far maturare fatture per € 2.357.676,38 verso enti e fornitori vari, riferite esclusivamente al loro periodo di amministrazione, e lasciate inevase, quale pesante eredità all’amministrazione successiva; di queste fatture è stato necessario prevedere anche una maggiore spesa rispetto all’impegno inizialmente assunto per € 1.061.673,97;

a lasciare ulteriori richieste di pagamento relative a crediti certi, liquidi ed esigibili, che non trovavano evidenza nelle citate fatture per altre centinaia di migliaia di € (Agenzia dei Segretari, indennità di funzione agli amministratori, franchigie assicurative, conguagli per energia elettrica,…);

a fare andare in prescrizione le entrate per i canoni di servizio del servizio idrico integrato per gli anni 2001, 2002 e 2003 (in prescrizione, rispettivamente, nel 2006, 2007 e 2008), non versate dagli utenti morosi;

a riconoscere debiti fuori bilancio, tra i tanti, per € 98.711,04 relativi a fatture per forniture di energia elettrica, riconosciute solo dopo due anni e mezzo dalla loro presentazione, con l’addebito nel mentre di interessi moratori per € 7.559,29 a carico del bilancio comunale.

Potremmo continuare all’infinito ad illustrare quanto prodotto dalla “trazione” del PD, la stessa che muove oggi la macchina di “Uniti per la Rinascita Calena”, ma crediamo che tanto sia sufficiente a far recuperare loro la memoria persa e rendere edotti i cittadini semmai non ne fossero già a conoscenza.

Poiché,  a norma di legge, il Commissario, a seguito del pre-dissesto deliberato in data 5 luglio, e precisamente entro 90 giorni dalla data di esecutività della delibera, dovrà predisporre un piano di riequilibrio finanziario pluriennale della durata massima di 10 anni, auspichiamo che il dott. Campini continui la linea di risanamento avviata dalla nostra amministrazione. LA  NOSTRA È STATA UNA POLITICA DI RIGORE. Cogliamo  pertanto l’occasione per  suggerirLe, dott. Campini, di  apportare una modifica allo Statuto, modifica prevedibile    nelle situazioni eccezionali, come in caso di dissesto e pre- dissesto, la quale  sancisca che, per tutta la durata del risanamento, gli amministratori rinuncino alle indennità di funzione loro spettanti.

Sulla scia del nostro esempio…quando è evidente che amministrare per e con il popolo diventa sempre più una  MISSIONE.

Giovanni Marrocco e il Gruppo Calvi RisorGe

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