PASTORANO – A più di quarantotto ore dal sequestro da parte della Guardia di Finanza dell’intero polo fieristico “A1 Expo” (leggi qui), ancora nessuna reazione ufficiale è arrivata dal Comune di Pastorano. Il sindaco Giovanni Diana, che pure alle inaugurazioni degli eventi organizzati in quello che è considerato uno dei principali centri espositivi del Centro-Sud Italia si presentava con tanto di fascia tricolore, non ha proferito verbo sulla questione tradendo un imbarazzo che buona parte della classe politica pastoranese (soprattutto quella che ha amministrato negli ultimi due mandati) dimostra in questi giorni.
Nel paese nel quale ogni pratica edilizia, anche quella più insignificante, passa al vaglio dello scrupoloso ufficio tecnico, guidato dall’influente geometra Luigi D’Onofrio, nessuno in cinque anni si è accorto che in un’area di 50mila mq i lavori di adeguamento da ex fabbrica a polo fieristico erano avvenuti “in totale difformità rispetto a quelli consentiti e, in alcuni casi, in totale assenza delle previste autorizzazioni edificatorie” – come scrive la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere.
Le stesse Giunte comunali (le ultime due), che hanno addirittura concesso il patrocinio e in alcuni casi anche il logo del Comune alle manifestazioni organizzate nello spazio antistante allo svincolo autostradale (leggi le delibere allegate), non si sono accorte di niente, pur avendo visitato le esposizioni e, in alcune occasioni, impiantato uno stand dell’Ente pastoranese con tanto di stemma e di bandiera.
Una distrazione, quella delle Amministrazioni comunali e dell’ufficio tecnico, che poteva costare caro. Il Procuratore della Repubblica sammaritano, che ha vergato il comunicato stampa successivo al sequestro, ha sottolineato che le violazioni alla vigente normativa in materia edilizia nell’ex Vavid andrebbero a “discapito della sicurezza e dell’incolumità dei visitatori, stimati in oltre 40.000 per ogni singolo evento”. Evidentemente in via Caracciolo pensavano che i Caturano avessero realizzato un pezzo di archeologia industriale e non un moderno polo fieristico.
Delibera di G.C. n. 15 del 30.01.2012
Delibera di G.C. n. 78 del 06.05.2014
Red.