PIGNATARO M. – Poiché nessuno a Pignataro riesce ad essere profeta in patria, da qualche anno l’opinione pubblica è costretta a sorbirsi i sermoni di oracoli di importazione, soprattutto quando si parla di rifiuti. E, siccome nessuno in loco ancora si era reso conto che sullo scandalo “monnezza” si celano gli interessi della camorra – neppure quando ai tempi dell’Eco 4 a comandare i consorzi c’erano i più agguerriti gruppi del clan dei “casalesi” -, fortunatamente è ritornato Giuseppe Vitiello a svelare lo scandalo. Il “guru” viareggino della gestione dei rifiuti pignataresi, ringalluzzito dal fresco proscioglimento nell’ambito del procedimento “Biopower 2”, è intervenuto di nuovo dal suo “balcone” preferito – il sito internet del suo ex collega in Consiglio di Amministrazione – per annunciare che sul territorio le organizzazioni criminali potrebbero mettere le mani in questo delicato settore dei servizi. Una scoperta sensazionale e assolutamente originale. Non c’è che dire.
Ovviamente, per rendere tutti partecipi di questa intuizione, è ritornato a tessere le lodi della sua creatura, la Pignataro Patrimonio srl, non essendosi reso conto che il dottor Giovanni Caparco (stimato magistrato al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere) di mestiere fa il giudice e non il prete, e che l’assoluzione ottenuta vale per i reati contestati dal pm Giordano e non certo per tutti i “peccati” commessi mentre era alla guida della municipalizzata pignatarese. Convinto che il dispositivo della sentenza possa essere equiparato ad un certificato per l’indulgenza plenaria in terra, ha spiegato che mantenere in vita la Pignataro Patrimonio sarebbe cosa buona e giusta, perché allontanerebbe la camorra almeno dalla piccola comunità dell’Agro Caleno.
In effetti, la gestione del servizio da parte di un’impresa pubblica controllata direttamente dall’Ente, potrebbe essere una buona idea se non si chiamasse Pignataro Patrimonio srl e se non fosse stata gestita come è stata gestita dalla sua nascita in poi. L’ex presidente del Cda, infatti, dimentica che la sua ex società – ormai diventata più che un carrozzone, un relitto – ha un passivo che ammonta a circa cinquecentomila euro (accumulato in buona parte negli anni della sua gestione) e che per rimetterla in piedi non basterebbero i tredici miracoli di Sant’Antonio moltiplicati per i 365 giorni dell’anno (visto che ultimamente a Pignataro vige un certo buonismo, facciamo per i 366 giorni dell’anno bisestile). Inoltre, l’impianto di tritovagliatura che doveva essere localizzato nei pressi del depuratore comunale – brevettato proprio dal “guru” viareggino – fu bocciato dalla Regione Campania e l’unico effetto reale che lasciò nei ricordi dei cittadini (o meglio, nelle loro tasche) è un finanziamento di 100 mila euro che la municipalizzata chiese al Comune e che non ha più restituito. Non è un caso che nella seduta di giovedì prossimo (28 giugno), il Consiglio comunale discuterà di una eventuale azione di responsabilità da intraprendere verso i vecchi amministratori della Pignataro Patrimonio (insieme a Vitiello, sono transitati al timone della municipalizzata anche Mario Di Cosmo, Pietro Ricciardi e per un brevissimo periodo, il presidente dell’Ept Caserta, Alfredo Aurilio).
Tra tante verità parziali raccontate, però, l’ex presidente coglie un aspetto interessante e cioè che il Comune di Pignataro conferisce l’umido della raccolta differenziata alla società E.so.gest di Pastorano. Una decisione, quella di trasportare la frazione organica nell’impianto dei Sorbo, che venne adottata dalla vecchia Amministrazione (la delibera fu votata dalla Giunta presieduta, in quel momento, dall’ex vicesindaco Udc, Piergiorgio Mazzuoccolo), ma che non è stata mai rinnegata dal nuovo organo esecutivo, che proprio non riesce a fare a meno dei servigi degli imprenditori di Casapulla. In questo senso, se fosse vero quanto riportato circa i rapporti tra i Sorbo e il nuovo amministratore unico della municipalizzata, Francesco Passaro, nuovo sciamano e taumaturgo della Pignataro Patrimonio, si spiegherebbe almeno la ritrosia del Comune a “scaricare” (è il caso di dirlo) la E.so.gest.
A guru e sciamani, locali e di importazione, alla luce anche di quanto sta accadendo in vari Comuni del casertano, dovrebbe essere ormai chiaro che dietro varie società che vorrebbero gestire il servizio di raccolta dei rifiuti, ci sono sempre gli stessi personaggi, così come avveniva in passato. La serie di sigle – private o pubbliche – serve soltanto a mascherare i protagonisti di questi intrecci e di queste speculazioni. Sicuramente anche il Consiglio comunale, nella seduta di giovedì, ne dovrà tener conto nel discutere dell’atto di indirizzo dell’affidamento del servizio di igiene urbana. Diversamente, i guru potrebbero trasformarsi in profeti.
D.D.