PIGNATARO MAGGIORE – La ricorrenza del 2 novembre, giorno in cui si rinnova sempre con grande commozione la commemorazione dei defunti, a Pignataro Maggiore è stata funestata dalla profanazione originata dal pieno e incontrastato controllo camorristico-mafioso del cimitero. I cittadini che si sono recati nel luogo sacro, infatti, hanno dovuto purtroppo constatare che erano stati rubati (o resi inservibili, danneggiati in maniera “scientifica” da mani evidentemente esperte) croci e cuori con luci alimentate a pila. L’incursione sacrilega è stata effettuata a tappeto, indisturbata, anche in luoghi non immediatamente visibili dai percorsi principali del cimitero; è stata fatta, insomma, piazza pulita degli sgraditi oggetti di affetto e di devozione (a chi davano fastidio?).
Naturalmente, i cittadini hanno chiesto informazioni in merito, ma non hanno avuto risposta: nessuno sapeva nulla, nessuno aveva visto niente. A Pignataro Maggiore, famigerata città conosciuta quale “Svizzera dei clan”, una sola “autorità” può assicurare una tale assoluta omertà: è la potente e sanguinaria cosca mafiosa dei Lubrano, che spadroneggia sui vivi e sui morti. Un’omertà che ovviamente non può essere imposta a noi giornalisti. La profanazione non può e non deve restare impunita. Chiediamo, pertanto, un’indagine dei valorosi magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Napoli sul controllo camorristico-mafioso del cimitero pignatarese.
Rassegna Stampa
articolo di Rosa Parchi
da pignataronews.myblog.it