VITULAZIO – Entrando nello specifico del Piano Urbanistico Comunale di Vitulazio, stilato dall’Ufficio Tecnico del Comune, retto dall’Architetto Lidia Callone, con il supporto scientifico del Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, guidato dal professore Francesco Domenico Moccia, la prima cosa che “salta all’occhio” è proprio il numero eccessivo degli alloggi che l’approvando strumento urbanistico prevede e che risulterebbero ben 828. Un numero eccessivo che viene ricavato da un calcolo eseguito mediante le direttive del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale che impone dei criteri per il dimensionamento e la localizzazione delle previsioni residenziali.
Un carico di insediamenti abitativi massimo previsto nell’orizzonte temporale 2007-2018, inteso come numero di alloggi aggiuntivi a quelli già esistenti e autorizzati alla data di adozione del Piano Urbanistico Comunale, derivanti sia da attività di recupero e di trasformazione delle volumetrie esistenti, sia da nuove costruzioni, e comprensivo di tutte le categorie residenziali comprese le quote di housing sociale. Quindi, il dimensionamento residenziale del Puc, è stato calcolato in funzione del rapporto fra la densità insediativa media dell’ambito, ovvero quello della Provincia di Caserta, e la densità insediativa del Comune di Vitulazio. Un calcolo effettuato in proporzione agli abitanti residenti nel Comune di Vitulazio nell’anno 2007 (che risultavano essere 6.033) e senza tener conto del numero spropositato di alloggi costruiti negli ultimi quindici anni, nello specifico dal 2000 fino al 2015.
Il problema sorge proprio sulla previsione di quanto si può costruire, poiché la Provincia impone un numero massimo di alloggi per il Comune di Vitulazio che dovrebbe essere di 880, dai quali dovrebbero essere tolti quelli costruiti in precedenza, e infatti, dal Piano Urbanistico adottato dalla Giunta Comunale, retta dal professor Luigi Romano, sono stati detratti solamente 52 alloggi, ovvero quelli, che secondo l’Utc, sono stati realizzati nel periodo che va dal 2008 al 2015. Questi 52 alloggi, difatti, sembrerebbero davvero pochi di fronte a quelli effettivamente realizzati negli anni passati. Sarebbe, davvero interessante conoscere il numero effettivo degli alloggi costruiti a Vitulazio dall’anno 2000 al 2015, e quelli realmente abitati.
Per comprendere bene la faccenda è opportuno rammentare che per qualche annetto, dal 2001 al 2005, per inspiegabili motivi il Piano Regolare Generale non riusciva ad essere approvato e tra un giro in Provincia e poi in Regione, non si riusciva a trovare “armonia” tra gli enti sovracomunali e gli uffici Municipali di Vitulazio che dovettero aspettare diversi anni per approvarlo definitivamente. Il “bello” o per meglio dire il “brutto” accadde proprio in questo lasso di tempo che in tanti hanno definito “il sacco di Vitulazio”. Dal 2001 al 2004, infatti, in attesa di approvare il PRG, il Comune di Vitulazio si ritrovò per qualche anno sprovvisto di un vero e proprio paino che regolamentava l’edilizia in paese e, nonostante la normativa nazionale prevedesse l’entrata in vigore delle norme di salvaguardia che vincolavano le costruzioni al fine di evitare una speculazione edilizia incontrollata, il tempo passava e tra un via vai di documenti tra Regione, Comune e Provincia, passavano prima i mesi e poi gli anni fino a farle decadere.
E cosi accadde il peggio, auspicando che politici e funzionari di allora – che in buona parte sono gli stessi che popolano la Casa Comunale oggi – fossero all’oscuro di ciò che stava avvenendo ovvero l’invasione di betoniere, gru, pale meccaniche, ecc. Con il passare del tempo e in assenza di un PRG, decaddero perfino le norme di salvaguardia e ritornò in vigore il vecchio Piano di Fabbricazione che risaliva a qualche decennio addietro, il quale permetteva la costruzione senza tante “scocciature” e con indici di edificazioni che prevedevano l’utilizzo di molte cubature su poco terreno.
Mentre il Piano Regolatore aspettava di essere approvato, iniziò l’invasione di cementificatori, costruttori, palazzinari, mediatori per le compravendite di terreni, ecc. e il tutto atto alla realizzazione di “mega” lottizzazioni, grossi agglomerati di palazzoni sparsi in quasi tutte le zone del paese. Tutto ciò, infatti, non era stato programmato nel Piano Regolatore che non si riusciva ad approvare, ma fu tutto frutto di un’improvvisa assenza di regolamentazione edilizia che portò in città palazzinari da ogni parte e che nel giro di pochissimo tempo aprirono mega cantieri e realizzarono centinaia e centinaia di alloggi.
È opportuno chiarire che tutto quello che è stato costruito in passato e quanto è stato pianificato per il futuro è frutto non tanto di una “mania di cementificazione” da parte dei vari funzionari e tecnici incaricati dall’Ente per stilare i regolamenti urbanistici che nel tempo si sono susseguiti, ma di veri e propri “indirizzi politici” da parte di chi negli anni ha ricoperto le più importanti cariche amministrative locali, ed in particolare i Sindaci che si sono susseguiti o per meglio dire alternati, sia in periodi di “pace” che di “belligeranza”.
La storia delle “mega lottizzazioni” si verificò tra gli anni 2000 e 2004, quando a ricoprire la carica di primo cittadino c’era il dottor Achille Cuccari (Sindaco di Vitulazio dal 1995 fino al 2004) ed il suo vice era proprio il professor Luigi Romano, attuale Sindaco. Poi, dopo il 2004, Romano divenne Sindaco e Cuccari il suo vice, dopo un paio di anni ci fu la rottura tra i due, ma nonostante ciò si continuavano a costruire palazzi. Dopo il “bisticcio politico” e un lungo periodo di assenza dalla scena politica e amministrativa, il dottor Cuccari scese in campo per contrapporsi al suo ex- alleato Romano, candidandosi alle elezioni comunali del 2009, riuscendo perfino a vincere e “sradicò” Romano dalla poltrona di sindaco. Il dottor Cuccari, dal 2009 al 2014, ha reindossato la fascia tricolore e durante il suo mandato diede il via all’iter per la redazione del tanto discusso Piano Urbanistico che oggi si vuole approvare. Difatti, l’incarico ai vari tecnici ed al Dipartimento di Architettura della “Federico II” di Napoli per la stesura del PUC, venne dato proprio dal dottor Cuccari che aveva “stretto” un rapporto di fiducia con gli “accademici napoletani” già nel lontano 2010, quando gli affidò l’incarico per la redazione del Piano Urbanistico Attuativo della zona D2, ovvero la “vasta porzione del territorio comunale posta a nord della S.S.7 Appia, individuata quale Zona Territoriale Omogenea D2 e destinata all’insediamento di attività produttive con integrazioni commerciali, ecc.
Lo staff del professore Moccia, incaricato da Cuccari di pianificare il futuro edilizio vitulatino, partorisce il Piano Urbanistico Comunale che si sta per approvare sotto la gestione amministrativa del Sindaco Romano che, a seguito delle elezioni del 2014 è ritornato a indossare la fascia tricolore. Questi due, infatti, nonostante non siano più “alleati” come una volta, negli ultimi tempi, tra un’alternanza di poltrone e scambio di fasce tricolori, si ritrovano a condividere ed approvare le stesse cose programmate. Con questo Puc “fecondato” dalla giunta Cuccari e approvato sotto la giunta Romano, infatti, ci viene in mente il “gattopardismo vitulatino” fondato su una memorabile affermazione tratta dal romanzo “Il Gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa: “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi” che, a ben vedere, nasconde questo significato “Se vogliamo salvarci, è necessario un cambiamento. Ma il cambiamento non deve aver luogo”… così si continueranno a fare gli interessi del “partito del cemento e dei capannoni”.
Un gruppo di potere capace finanche di “manipolare” un movimento avverso ai loro stessi interessi allo scopo di provocare tanto fumo e poco arrosto, poiché è gente che non è lambita da alcun senso di colpa, perché la propria morale è utilitaristica soprattutto quando si tratta di speculazioni edilizie ed economiche. Parafrasando Calvino, possiamo dire che questo gruppo identifica il proprio potere col bene comune.
Ad oggi, tra tutto quello realizzato prima del 2005 con la cementificazione incontrollata e quello previsto e realizzato in virtù del Piano Regolatore che, quando fu finalmente approvato già risultava sovradimensionato, non si riesce a comprendere l’effettivo numero di alloggi costruititi sul territorio di Vitulazio, tra gli ultimi 10/15 anni, ma un calcolo è possibile farlo esaminando la crescita demografica, e quindi, possiamo affermare con certezza che la popolazione risulterebbe aumentata di circa 2.000 unità e se poi calcoliamo che una parte di questi alloggi, risultano essere sfitti e invenduti e che quindi dentro non ci risiede nessuno, un calcolo immaginario c’è lo siamo fatti e che di sicuro, negli ultimi quindici anni, a Vitulazio sono stati realizzati circa mille alloggi.
Un’edilizia privata fatta in buona parte di agglomerati di palazzi con centinaia di appartamenti e pochissimi villini e con delle discutibili infrastrutture, tra pochissimi parcheggi e delle aree attrezzate che non portano alcun beneficio sia ai nuovi che ai vecchi residenti. Basta farsi un giretto nella vicina Pastorano, che pure è stata interessata da una crescita urbanistica, ma dove invece di costruire mega palazzi sono stati realizzati dei magnifici parchi con dei piacevoli villini, dove si nota la differenza non solo per il numero di parcheggi annessi, ma anche per le aree attrezzate poste intorno alle lottizzazioni che nulla hanno a che vedere con quelle vitulatine. Altra nota stonata della crescita urbanistica vitulatina e che pure possiamo paragonare con quella della vicina Pastorano, è quella della realizzazione delle opere pubbliche da parte del Comune, ovvero strade, scuole, parcheggi, piazze, fogne, depuratori, centri culturali o aggregativi, ecc. strutture che a solamente due chilometri di distanza sono realtà e che hanno ben ricompensato le tante opere cementizie realizzate dai privati.
Con una crescita demografica di circa 2.000 abitanti in più sul territorio comunale di Vitulazio (anno 2005 con 5.755 abitanti – anno 2015 con 7.420), ci ritroviamo con quasi tutte le opere pubbliche che c’erano dieci anni fa (vedi scuole, strade, depuratori), ma con soltanto qualche miglioria di facciata (piscine, erba sintetica, un solo parcheggio pubblico costruito e non ancora fruibile). Controbilanciando il numero di abitanti e i servizi e le opere pubbliche presenti oggi in paese, sembra abbastanza ridicolo prevedere altri abitanti e alloggi in più e basta farsi un giro per Vitulazio è rendersi conto che la gente che gira per il paese è aumentata e che le auto che circolano si sono moltiplicate, con strade trafficate, carenza di parcheggi e che i bambini nelle scuole sono molti di più e le strutture sono sempre le stesse di 30/40 anni fa e potremmo continuare a lungo nel citare i tanti altri paradossi della cementificazione privata che non viene dotata sia di giusti servizi che di strutture pubbliche.
A questo punto ci viene da chiederci, ma tutta questa cementificazione – sia quella passata, con i circa 1.000 alloggi realizzati, che quella futura con gli oltre 800 previsti – a quale scopo e con quale indirizzo politico, ed infine, a chi ha portato giovamento, visto che i politici fautori di tutto ciò hanno anche cercato di giustificarla anche in termini di guadagno per il territorio? Infatti, tranne i pochi addetti ai lavori della zona che hanno fatto un po’ di fortuna, la maggior parte delle ditte e dei professionisti venivano da fuori paese. In termini pratici, oltre a qualche costruttore, elettricista, fabbro, pittore, stuccatore, piastrellista, ingegnere, geometra, intermediari sulla vendita di terreni, chi altro ci ha guadagnato…. Fin qui, abbiamo fatto un po’ di storia della cementificazione locale e narrato anche lo stato odierno delle cose, ma oggigiorno a preoccupare è il futuro, visto che il nuovo Piano urbanistico comunale prevede la realizzazione altri 830 nuovi alloggi con una previsione in termini di crescita demografica di 2.000 abitanti.
Questa programmazione urbanistica, infatti, produrrà nel giro di pochissimi anni, un aumento demografico che farà arrivare la popolazione di Vitulazio a circa 9.000 abitanti e con un’espansione urbanistica abnorme e non adeguata alle effettive esigenze abitative del paese. Già oggi, gli effetti sono sotto gli occhi tutti, con tanti alloggi non abitati che non si vendono e non si fittano e gli stessi proprietari ne vedono diminuire il valore. Quindi, è opportuno che sia gli amministratori comunali che i funzionari dell’Ufficio Tecnico, una volta è per tutte, forniscano “pubblicamente” i dati ufficiali indicanti il numero effettivo delle abitazioni costruite negli ultimi 15 anni (2000-2015) ed anche di quelle che non sono abitate, visto che nel Piano Urbanistico che si sta per approvare non è stato ben chiarito questo “primordiale concetto” poiché non è concepibile che si programmino altri alloggi senza conoscere il numero effettivo di quelli realizzati in passato.
IO SO CHE È COSÌ MA NON HO LE PROVE
Io so perché sono uno che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l’arbitrarietà, la follia e il mistero. (Pasolini)
21.11.2016
Alfredo Di Lettera