CALVI R. – La fumarola tossica della ex-Pozzi è stata spenta. La nostra battaglia per la difesa e la riappropriazione del territorio si è arricchita di una nuova tappa, un ulteriore passaggio che porta con se un chiaro messaggio: la lotta paga e il popolo, quando si organizza, riesce a conseguire i risultati che si prefigge.
Lo stesso movimento che è riuscito a gettare nel pantano il progetto nefasto di realizzare una centrale a biomasse su quei terreni già aggrediti e ammorbati dalla presenza di una gigantesca discarica abusiva di rifiuti tossici.
Un’altra battaglia popolare è stata vinta, rompendo il rimpallo istituzionale durato mesi e terminato soltanto quando un ampio fronte si è ritrovato fuori ai cancelli dell’ex-Pozzi per chiedere un intervento rapido e risolutivo.
A due giorni dalla mobilitazione fu convocato un vertice presso la Procura della Repubblica e, nell’arco di circa dieci giorni, la fumarola è stata spenta grazie all’intervento di unità speciali dei Vigili del Fuoco.
Il nostro ringraziamento va alle donne e gli uomini che sono scesi in piazza lo scorso venti novembre e che, ciascuno a suo modo, ognuno per le proprie capacità e competenze, ha contribuito al raggiungimento di questo obiettivo.
Resta aperta la questione della bonifica dell’area, dei tempi e delle modalità di un’operazione che non lasceremo venga piegata agli interessi della speculazione. Le notizie riguardanti la presunta recente acquisizione delle strutture dell’ex IPLAVE da parte di realtà riconducibili a soggetti operanti nel settore dei rifiuti non ci lasciando indifferenti ed alta sarà la nostra attenzione a riguardo.
Parimenti, sono ancora tante le criticità legate all’area ex-Pozzi e alle campagne adiacenti, disseminate di discariche abusive moltiplicatesi negli anni nell’indifferenza generale. Clamorosa è la presenza, da noi denunciata pubblicamente già due anni fa, di due grandi sacche (Big Bag) contenenti quello che si presume essere amianto in polvere. Una sostanza mortale e altamente cancerogena, abbandonata da anni all’aria aperta a poche decine di metri in linea d’aria dal sito interessato dalla fumarola.
Ci auguriamo che questi problemi vengano risolti in nome dell’interesse generale ma se, tuttavia, ciò non dovesse avvenire, saremo pronti a scendere in campo!
Comunicato stampa del 09/12/2016
Comitato per l’Agro Caleno: No centrale a biomasse
Commenta con Facebook