Giovedì 23 marzo, debutto: Mariano Bauduin porta in scena “Io sono.Alfie” dal romanzo di Bill Naughton, al Teatro Elicantropo di Napoli

Giovedì 23 marzo, debutto: Mariano Bauduin porta in scena “Io sono.Alfie” dal romanzo di Bill Naughton, al Teatro Elicantropo di Napoli

NAPOLI – Sarà il Teatro Elicantropo di Napoli a ospitare, giovedì 23 marzo 2017 alle ore 21.00 (in replica fino a domenica 23) il debutto, in prima assoluta, dello spettacolo Io sono…Alfie dal romanzo di Bill Naughton, nell’adattamento e la regia di Mariano Bauduin.

Presentato da Gli Alberi di Canto Teatro, l’allestimento vedrà protagonista in scena Maurizio Murano e le voci di Simona Esposito, Renata Fusco, Lello Giulivo, Anna Spagnuolo, Patrizia Spinosi, avvolti dalle musiche di George Gershwin, Irvin Berlin, Henry Mancini e Tom Waits. Il disegno luci è a cura di Guido Levi, il video e i suoni di Alessandro Papa, i costumi di Marianna Carbone.

Con milioni di copie vendute dal 1966, anno della sua prima pubblicazione, Alfie è un classico moderno controverso, che si legge tutto d’un fiato.

Alfie è uno che non prende mai se stesso, o qualsiasi altra cosa, sul serio. Instancabile conquistatore, non dice mai di no a una donna, concedendole persino di restare per la notte, a patto che prepari la colazione, naturalmente, e che mai, mai chieda quando potrà tornare.

Ama, lascia e, quando occasionalmente combatte con la propria coscienza, vince sempre. Quasi sempre.

Lui è diverso, è Alfie, un uomo così affascinante, irritante, opportunista, odioso, ma, al tempo stesso, così ingenuo e tenero da sembrare quasi buffo. Nonostante sembri un po’ maschilista, in realtà è un novello Casanova, che ama le donne, basse, grasse, giovani, vecchie, single o sposate.

Non ha scrupoli nel rubare la donna di un amico per una notte, elargendo anche consigli su di esse, che seguono una logica tutta loro, ma opportunamente giustificati, sotto ogni profilo o angolazione. Ci si trova sempre sul punto di odiarlo, di disprezzarlo, ma è impossibile riuscirci.

“Ho pensato di affidare al giovane attore Maurizio Murano – chiarisce Mariano Bauduin – il personaggio di Naughton, rendendolo ancora più ambiguo con un contrappuntistico gioco musicale, costruito sui materiali di George Gershwin, Irvin Berlin, Henry Mancini, Tom Waits. Tutto come se si evocasse quell’ambigua solitudine dei quadri di Hopper, che ha saputo raccontare un mondo, quello americano, ipocritamente affollato di anime solitarie e condannate a una disperata solitudine”.

Quello che Bill Naughton ha creato, in realtà, è un personaggio senza tempo. Ancora oggi il suo romanzo incolla il lettore ad ogni pagina, finché non si è finito di leggere il libro, perché Alfie è un personaggio che risiede in ognuno di noi, se non altro per alcune delle sue più singolari sfaccettature.

C.S.

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