VITULAZIO – Nell’ambito dell’inchiesta, coordinata dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, riguardante l’appalto sulla “monnezzopoli vitulatina” che, lo scorso 15 febbraio, portò all’arresto – tra gli altri – del Sindaco di Vitulazio, il professore Luigi Romano, e del suo vice, Antonio Catone, il Tribunale del Riesame di Napoli ha depositato le motivazioni in relazione al decreto di scarcerazione emesso nei confronti dell’ex “numero 2” del Comune di Vitulazio. Catone, dimessosi a seguito dell’arresto, venne scarcerato dopo ben 21 giorni di carcere presso la Casa Circondariale “Uccella” di Santa Maria Capua Vetere, rimesso in “semi-libertà” con l’obbligo di dimorare fuori dal territorio provinciale di Caserta dal Giudice per le Indagini Preliminari di Santa Maria Capua Vetere, dott. Sergio Enea, e ritornato in totale libertà su ordine dei Giudici del Tribunale del Riesame di Napoli. La difesa del Catone, rappresentata dagli avvocati Lorenzo Caruso e Luca Viggiano, a seguito delle motivazioni depositate dal Tribunale del Riesame, dalla quale emerge una mancata attendibilità delle dichiarazioni rese da un “test-chiave” della Procura, ha presentato l’istanza di archiviazione del procedimento a carico dell’ex vice-sindaco, poiché le somme di denaro ritenute quale oggetto della “corruzione” sono state devolute alla Chiesa e quindi non al Catone. In questo filone d’inchiesta, relativo l’affidamento diretto del servizio d’igiene urbana da parte del Comune di Vitulazio alla DHI Spa di Pastorano, oltre all’ex vicesindaco Catone, risultano indagati il Sindaco di Vitulazio, Luigi Romano, (difeso dall’avvocato Giuseppe Stellato) e l’imprenditore dei rifiuti Alberto Di Nardi (difeso dagli avvocati Dezio Ferraro e Raffaele Russo).
05-05-2014
Alfredo Di Lettera