Non bastava la nube tossica sprigionata nell’area ex Pozzi: a Sparanise è vietato utilizzare l’acqua pubblica a scopi alimentari, a Calvi Risorta persiste l’annoso problema dell’erogazione idrica

Non bastava la nube tossica sprigionata nell’area ex Pozzi: a Sparanise è vietato utilizzare l’acqua pubblica a scopi alimentari, a Calvi Risorta persiste l’annoso problema dell’erogazione idrica

CALVI R./SPARANISE – L’Agro caleno rischia sempre di più di diventare una terra invivibile. L’insipienza della politica e le speculazioni della camorra hanno praticamente ridotto o distrutto quelle che sono le risorse primarie di una comunità: la terra, l’aria e l’acqua. I rifiuti sparsi ovunque e gli incendi (come quello che ha avuto luogo poche ore fa nell’ex Pozzi) stanno  rendendo inservibili le prime due e, visti gli allarmi che periodicamente arrivano dall’Asl, pare che anche la terza sia sulla stessa strada.

Tale aspetto è confermato da quanto sta accadendo sia a Calvi Risorta che a Sparanise. Nel primo comune sono ormai mesi che l’acqua sgorga a fatica dai rubinetti e, non più tardi di due giorni fa, il Comune ha comunicato che ci sarebbe stata una nuova carenza idrica a causa di nuovi lavori di ripristino della condotta idrica gestita dalla società Acquacampania S.p.a (lavori che avrebbero dovuto concludersi oggi). A Sparanise, invece, l’acqua c’è ma non può essere utilizzata. Su indicazione dell’Asl di Caserta, infatti, il sindaco Salvatore Martiello, con ordinanza urgente e contingibile numero 52 del  15 giugno 2017, ha ordinato il divieto di utilizzo dell’acqua per usi potabili e per l’incorporazione negli alimenti e bevande. Quindi, fin quando non sarà individuata la causa della contaminazione e l’acqua non ritornerà agli standard previsti per legge, la comunità non avrà a disposizione l’acqua potabile.

A conferma che i problemi idrici stanno diventando un fattore strutturale, va ricordato che a marzo il commissario prefettizio del Comune di Calvi Risorta, Umberto Campini, prese la stessa decisione sempre su input dell’Asl di Caserta; e che  già nell’aprile del 2014 (leggi qui) l’Asl e l’Arpac denunciarono una contaminazione da Escherichia Coli del Rio Lanzi, per la quale il valore della presenza del batterio nell’acqua aveva superato di circa 8 volte il limite tabellare.

Leggi l’ordinanza emessa dal Comune di Sparanise: 

ordinanza-52-2017-divieto-utilizzo-acqua-per-usi-potabili-e-per-incorporazione-in-alimenti-e-bevande-1

Red.

 

Commenta con Facebook