Pastorano: da patria della mozzarella Dop rischia di diventare la pattumiera dell’Agro Caleno

Pastorano: da patria della mozzarella Dop rischia di diventare la pattumiera dell’Agro Caleno

PASTORANO – Non bastava la localizzazione degli impianti dell’E.so.gest e della Dhi per rendere la zona industriale del comune di Pastorano una potenziale “capitale” dei rifiuti, adesso c’è il rischio che alle attività inquinanti delle famiglie Sorbo e Di Nardi si affianchi anche un terzo opificio. Sicuramente non pericoloso come i primi due, ma che potrebbe andare ad incidere negativamente in una zona che ha una forte vocazione agricola ed è votata ad una importantissima produzione casearia. Il 26 giugno scorso, l’Amministratore unico della società “Sacco Antonio E Figli Snc”, Francesco Sacco, ha comunicato al Comune l’avvenuta presentazione alla Regione Campania della richiesta di avvio ad assoggettabilità a VIA (valutazione di impatto ambientale) per il progetto di messa in riserva e recupero rifiuti non pericolosi nell’opificio già costruito in località “Scassata”. La ditta si occupa di carta e cartone da macero e andrebbe a trattare rifiuti non pericolosi.

La Verifica di Assoggettabilità alla VIA ha lo scopo di valutare, sulla base dei criteri stabiliti dalla normativa vigente, se il progetto ha possibili effetti negativi sull’ambiente. La verifica avviene sulla base dei criteri descritti nell’Allegato V Parte II del decreto legge 152 del 2006 e si divide in due fasi: la prima è detta dello “screening”, la seconda prevede il rilascio delle autorizzazioni a seguito delle verifiche effettuate dagli Enti preposti. In virtù di questo procedimento, l’Amministratore della società di Boscoreale, dopo aver presentato la richiesta alla Regione, ha notificato lo stesso atto al Comune di Pastorano (come a tutti i soggetti interessati).

La Giunta comunale, volendosi cautelare, – con delibera numero 124 del 3 agosto scorso -, ha presentato le sue osservazioni al progetto della famiglia Sacco. Sulla falsa riga della delibera di Consiglio comunale votata a giugno, infatti, l’esecutivo ha ribadito l’assoluta contrarietà all’insediamento di attività nocive per l’ambiente e per la salute dei cittadini, e ha evidenziato che, seppure classificate “non pericolose”, qualora si dovessero ravvisare potenziali nocività, il Comune è pronto a ostacolare il piano. Insomma, vista la presenza sul territorio comunale di attività di servizi, attività agricole (con marchi di eccellenza D.O.P.) e di zone residenziali dislocate, il Comune è determinato a tutelare la vocazione preminentemente agricola della zona.

Non a caso, tra le osservazioni, la Giunta ha inserito anche la relazione dell’Arpac (firmata dal geologo Bernardo Vicario il 27 dicembre del 2007), redatta a seguito del sopralluogo a Torre dell’Ortello, con la quale si affermava espressamente che la morfologia geologica della zona (confinante con quella di Pastorano) “è costituita da depositi alluvionali recenti, in quanto tali, soggetti ad addensamenti ed a costipamenti naturali, fenomeni che vengono accresciuti dall’accumulo di carichi aggiunti sul suolo. La zona, inoltre, sarebbe facilmente esondabile e le falde acquifere sono praticamente superficiali (tra 0,6 e 0,9 metri dal piano di campagna)”. La zona, pertanto, è a forte rischio di inquinamento e non è geologicamente idonea per ospitare impianti del genere. Conseguentemente, è stata richiesta anche la verifica della relazione dell’Arpac allegata al progetto.

Trascorsi i 45 giorni utili per la fase dello screening, la palla passa alla Regione, la quale dovrà esprimere il proprio parere (favorevole o contrario) entro altri 45 giorni. Siccome per questo iter non è previsto il principio del “silenzio assenso”, i tecnici di Palazzo Santa Lucia si dovranno esprimere motivando dettagliatamente il loro parere. Vista la contemporanea presenza della E.so.gest e della Dhi, però, sull’ampliamento di una ditta come quella dei Sacco ci sarebbe da riflettere. Infatti, se presa singolarmente potrebbe essere “sostenibile”, insieme alle altre due potrebbe ulteriormente creare problemi alla piena realizzazione di un territorio che ha altra vocazione imprenditoriale. Ma questo, ovviamente, sarà vagliato dagli organi preposti.

 

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