VITULAZIO – È un’estate rovente questa. È un’estate rovente che provoca molti giramenti di testa e che probabilmente fa perdere pure l’orientamento. Se non è questa la motivazione, allora non capiamo quale motivo ci possa essere dietro al comportamento di un nostro assessore.
Alcuni lo hanno visto aggirarsi per le strade di Vitulazio, sotto un sole cocente, in cerca di qualcuno che potesse appoggiarlo in una sua idea che ormai si porta dietro da più di 3 anni.
Quale idea, vi starete chiedendo, e di quale assessore stiamo parlando.
Andiamo per gradi. L’idea è questa: quella di fare il Sindaco a Vitulazio. A tutti i costi. Anche se ormai le scelte fatte, e soprattutto quelle non fatte, lo hanno relegato in una posizione che sicuramente non è “encomiabile”. L’assessore in questione poteva essere considerato una persona “al di sopra di ogni sospetto”. Dalla scelta fatta, ormai 3 anni fa, non lo è più.
Non lo è più per varie ragioni. In primo luogo, non glielo ha ordinato il medico di candidarsi con il sostegno di persone condannate e plurindagate. Il suo scopo era vincere e ha vinto. Ma a che prezzo?
In secondo luogo, ammesso e non concesso che la sua sia stata una buona scelta, o quantomeno “obbligata”, avrebbe potuto fare molto in questi anni e invece è rimasto silente. Mai una espressione contraria, mai una critica, mai una presa di distanza da certe scelte. Mai. O almeno, ufficialmente. Sì, perché in realtà l’assessore in questione non ha mai smesso di avere una “doppia faccia”: uno “yesman” sul Comune, un critico che più critico non si può in piazza e durante le sue ormai leggendarie camminate per le strade del nostro paesello.
Eh sì: troppo facile avere una sola posizione, roba da persone serie.
No lui, l’assessore errante, per le strade del paese non ha mai appoggiato una sola mossa della sua stessa Maggioranza consiliare. Come se lui non ne facesse parte. Non ha mai detto una parola contro le invereconde ed infamanti relazioni di alcuni nostri amministratori con persone che hanno accuse di “associazione per delinquere” aggravate da connessioni con la camorra.
Non ha mai detto una parola contro un concorso vinto da una persona che ha copiato la prova scritta. Non ha mai detto una parola sull’eterna questione irrisolta dei vigili. Non ha mai detto una parola sui 400mila euro spesi per il campo di calcio. Non ha mai detto una parola sul suo collega di Maggioranza condannato in primo grado. Non ha mai detto una parola sulla scomparsa della squadra di calcio vitulatina.
Mai. Mai avuto il piacere di sentire una parola ufficiale. Una posizione. Che sia una. Mai.
Però il nostro assessore errante non demorde. Crede che abbia ancora fiducia da spendere tra i vitulatini. E allora esce, cammina, gira a destra e poi a sinistra, sale e scende, come un maratoneta a cui è stato negato l’arrivo.
Non solo. Come un novello predicatore va in giro a chiedere fiducia per sé e per i suoi amici (immaginari). Chiede se qualcuno lo appoggia per fare il Sindaco, in una eventuale lista da lui capeggiata. Lo chiede a uno. Poi a un altro. Poi a un altro ancora. Qualcuno gli risponde picche. Qualcun altro quadri. Ma lui non si rassegna. Dice di voler fare il sindaco a tutti i costi. Glielo chiedono i suoi amici (ma chi sono?). Ne è convinto: ce la può fare.
Qualcuno gli fa notare che è necessario un cambiamento generazionale, là dove una nuova generazione di amministratori possa portare avanti idee diverse di amministrazione.
Qualcun altro gli fa notare che se si dimette allora se ne può parlare. Ma lui, l’assessore errante, parla di equilibri in Consiglio Comunale, di strane cose che forse nemmeno lui capisce, o forse capisce benissimo. Non lasciare la strada vecchia per la nuova, diceva un antico proverbio: ecco forse è proprio questo quello che pensa il nostro assessore errante.
Si potrebbe tradurre così: non lascio la poltrona di assessore errante e intanto vedo un po’ chi mi potrebbe assicurare la poltrona più ambita, quella di Sindaco.
Ma le chiacchiere sono tante in questa torrida estate di crisi economica. E i pensieri ancora di più.
Resta da chiedersi perciò: chissà cosa ne pensano gli altri assessori e il Sindaco attuale…chissà.
E chissà pure cosa pensa il nostro assessore errante. Chissà se pensa che un candidato a Sindaco alternativo a Cuccari dovrebbe almeno spiegare quale idea diversa ha di Vitulazio. Quali sono le cose che non vanno ed eventualmente cosa fare per poterle cambiare in meglio. Chissà perché il nostro assessore errante non pensa che per votarlo come Sindaco, un cittadino vorrebbe sentire anche una motivazione. Che sia una. Un’idea. Una proposta alternativa per Vitulazio. Una visione della società che non sia quella corporativista ed una visione del territorio che non sia quella distruttiva che ha imperato negli ultimi anni con la coppia Cuccari-Romano. No. L’assessore errante crede ancora di avere la fiducia delle persone.
E forse ne ha pure. Ci spieghi allora cosa vuole fare e perché ritiene che l’attuale Sindaco non fa bene il suo mestiere. Ci spieghi questo e poi parliamo di voti e di elezioni. Come al solito invece a Vitulazio si parte dalla fine, cioè dai volti e dai candidati e poi dal programma elettorale. Come se il candidato fosse l’Unto del Signore e i voti dovrebbero arrivare per volontà divina.
Gianni Criscione