NAPOLI – Una delle più amate compagnie francesi, in tournée italiana, arriverà sul palco del Teatro La giostra/Speranzella81, da mercoledì 22 novembre 2017 alle ore 20.30 (repliche fino al 24) con lo spettacolo Moi qui marche, dove tre attori manipolano, a vista, due grandi marionette/pupazzi che rappresentano un uomo e un bambino, per la regia del maestro Jean-Paul Denizon.
Considerato uno dei maggiori pedagoghi teatrali contemporanei, Denizon terrà al Teatro La giostra/Speranzella81, dal 23 al 25 novembre, un workshop intensivo sulla ricerca delle sfumature inaspettate che si nascondono tra le righe di ogni testo, ricerca volta a un’interpretazione dei personaggi viva e profonda.
Presentato dalla Compagnia ISIS di Parigi, Moi qui marche porta in scena una storia di furore e violenza, che mostra le conseguenze della guerra su un bambino, Floriné, ma intende, soprattutto, mostrarne la ri-nascita.
L’allestimento si avvale degli attori manipolatori Melita Poma e Arnaud Caron, oltre allo stesso Denizon, le marionette di Mélanie Mazoyer, le scene a cura di Natacha Markoff, le luci di Pauline Nadoulek, la creazione sonora di Fred Poulet.
Floriné ha perso tutto a causa della follia degli uomini. Buone intenzioni, sorrisi, incoraggiamenti, nulla sembra potere sanare la sua ferita, ma, improvvisamente, un uomo arriva nella sua vita, e il suo sguardo muta.
I due s’incontrano, e tra loro s’instaura una relazione colma di affetto e stima reciproca. A poco a poco, il bambino ritrova la sua capacità di stupirsi, pensare, giocare, perché si sente accolto, nonostante la sua differenza. Il racconto si snoda tra momenti di viva emozione e pura spensieratezza.
Secondo le parole di Boris Cyrunik, teoreta della resilienza, questa è “la capacità di riuscire a vivere e crescere in maniera socialmente accettabile, nonostante un trauma subito”.
La recitazione degli attori, le proiezioni di disegni realizzati dai bambini di una scuola elementare, le ombre cinesi, la mobilità delle scene per suggerire spazi e tempi diversi, la ricchezza dell’universo sonoro, il dialogo ridotto all’essenziale, ma soprattutto l’umanità dei due pupazzi, fanno di Moi qui marche uno spettacolo sensibile, rigenerante, riparatore.
Uno spettacolo che suggerisce, a grandi e piccini, come ritrovare in se stessi risorse insospettate e, soprattutto, come aprirsi agli altri.
“L’attore – secondo Denizon – è un essere umano che racconta di altri esseri umani. Come tale, ha un mondo affettivo, un corpo e una mente. Il lavoro dell’attore consiste nel creare un rapporto equilibrato e intelligente proprio tra questi tre elementi costitutivi del nostro essere. Ricercare e trovare questo equilibrio che permette all’attore di liberare la propria espressione, è la base del nostro lavoro”.
C.S.