VITULAZIO – L’Ufficio Territoriale di Governo della Provincia di Caserta, con nota dello scorso 13-12-2017, a firma del Prefetto, dr. Ruberto, ha disposto nei confronti della società DHI Spa (Di Nardi Holding Industriale), operante nel settore dei rifiuti, con sede in Pastorano e di proprietà della famiglia Di Nardi di Vitulazio, un’informativa antimafia estromettendola dall’elenco dei fornitori, prestatori di servizi ed esecutori non soggetti a tentativo di infiltrazione mafiosa. Dal vortice giudiziario che ha coinvolto l’ex Amministratore Delegato della DHI Spa, dr. Alberto Di Nardi, arrestato e più volte indagato nell’ambito della cosiddetta “tangentopoli casertana dei rifiuti”, le società degli impresari vitulatini, passati dalla vendita di pneumatici al settore dei rifiuti, non trova pace. Infatti, sebbene le varie inchieste che hanno riguardato il Di Nardi, sono state condotte dalla Procura “ordinaria” di Santa Maria Capua Vetere, senza avvisaglie di natura camorristica, con quest’ultimo atto ammnistrativo e non giudiziario a firma del Prefetto di Caserta, emergono fatti, rapporti e personaggi impregnati con la criminalità organizzata che paventano la sussistenza del pericolo dell’infiltrazione mafiosa nella società in questione. Esattamente, con l’informativa antimafia, cosi come sancito dalla legge in materia, si presuppongono concreti elementi da cui risulti che l’attività d’impresa possa, anche in modo indiretto, agevolare le attività criminose o esserne in qualche modo condizionata.
Dalla cosiddetta “interdittiva antimafia” a carico della DHI Spa, emergono sinteticamente i motivi che hanno indotto la Prefettura di Caserta ad estromettere la nota società degli imprenditori vitulatini dalla “white list provinciale” delle aziende “affidabili” abilitate a stringere rapporti contrattuali con le pubbliche amministrazioni. I vertici prefettizi, prima di emettere tale provvedimento, già da qualche anno, attraverso le varie forze dell’ordine operanti non solo in provincia di Caserta, monitoravano le attività della società operante nel settore dei rifiuti di proprietà dalla famiglia Di Nardi di Vitulazio. Sono parecchie le informative di polizia, ad opera di Guardia di Finanza, Carabinieri, Polizia di Stato e Direzione Distrettuale Antimafia, annoverate nell’informativa antimafia prefettizia a carico della Dhi Spa, ma i motivi pregnanti di questo “duro” provvedimento sono tre e già noti, poiché ampiamente esposti anche attraverso numerose inchieste giudiziarie e giornalistiche.
Il primo motivo, come testualmente si legge dall’interdittiva, riguarda le “dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia Benito Natale, nell’anno 2011, la DHI – Di Nardi Holding Industriale Spa avrebbe concluso accordi con la società SIA SRL di Enzo Papa per il nolo a freddo di automezzi per la raccolta dei rifiuti, pur sapendo che in realtà i proprietari occulti della predetta società fossero Sergio ed Adolfo Orsi, entrambi riconducibili al clan dei casalesi”. Fatti questi già ampiamente sciorinati in una nostra inchiesta giornalistica dello scorso 25-08-2017 (Allegato 1);
Il secondo motivo che ha determinato l’emanazione del provvedimento antimafia a carico della Dhi Spa della famiglia Di Nardi, riguarda i rapporti intrattenuti dalla stessa con l’ex Direttore del Consorzio Unico di Bacino dei rifiuti delle Provincie di Napoli e Caserta, il dr. Antonio Scialdone. In merito a quest’ultimo personaggio, si legge dall’interdittiva antimafia: “la predetta società ha fornito incarico di prestazione professionale per gli anni 2012-2014 ad Antonio Scialdone, rinviato a giudizio il 5.12.2016, per il reato di cui all’art. 86 del DPR n. 570/1960 (corruzione elettorale) aggravato dall’art. 7 L. 203/1991 (metodo mafioso); lo stesso Antonio Scialdone ha intrattenuto costanti rapporti lavorativi con la DHI – Di Nardi Holding Industriale Spa a partire dall’1.12.2011, come ampiamente comprovato dalla documentazione sequestrata il 3.8.2017, dall’Arma dei Carabinieri di Grazzanise”. Fatti questi annoverati in un’altra nostra inchiesta giornalistica dello scorso 08-04-2017 (Allegato 2);
Terzo ed ultimo motivo, sono i rapporti societari che l’ex Amministratore Delegato della Dhi Spa, il dr. Alberto Di Nardi continua a detenere in alcune aziende di famiglia. In merito, dal provvedimento prefettizio, si legge: “sussiste tuttora un rapporto di natura societario tra Di Nardi Alessandro e Di Nardi Alberto in quanto il secondo, pur avendo ceduto le quote detenute nella società Alekos spa, è ancora membro del relativo consiglio di amministrazione. La Alekos è socio unico della Di Nardi Tyre spa il cui amministratore unico e per l’appunto Di Nardi Allessandro”.
Quello che emerge con chiarezza e che avrebbe contributo in modo determinante a far scattare la misura interdittiva nei confronti della società della famiglia Di Nardi, sarebbero i pregressi rapporti con l’ex Direttore Generale del Consorzio Unico di bacino delle Province di Napoli e Caserta, dr. Scialdone, il quale, nel periodo 2011-2014 è stato consulente della società della famiglia Di Nardi. Secondo la ricostruzione che emerge dalla nota Prefettizia Scialdone, risulta a giudizio in quanto imputato per il reato di corruzione elettorale aggravato dal metodo mafioso perché negli anni 2009 e 2010, prima in occasione delle elezioni amministrative di Vitulazio, quando era candidata la sorella Giovanna Lina e poi per le elezioni regionali, quando era candidata la moglie Michela Pontillo, avrebbe acquisito il consenso elettorale con metodo mafioso. In sostanza, secondo l’accusa, lo Scialdone avrebbe consumato tale reato attraverso una serie di condotte criminose, consumate con il supporto del sodalizio facente capo alla famiglia Schiavone da Casal di Principe. In tale periodo lo Scialdone era in stretti rapporti con il Maurizio Fusco che, secondo la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, all’epoca dei fatti, risultava essere il capozona della camorra nell’agro caleno. Ironia della sorte, fu che proprio su denuncia dello Scialdone e del Di Nardi, scattarono le manette per il Fusco per tentata estorsione unitamente a Benito Natale che attualmente risulta essere collaboratore di giustizia. Fatti questi annoverati in un’altra nostra inchiesta giornalistica dello scorso 10-03-2017 (Allegato 3);
In sostanza, quello che ha particolarmente dato impulso all’iniziativa del Prefetto sono proprio quei rapporti con lo Scialdone il quale, oltre ad essere stato il “compare” di matrimonio del Di Nardi, aveva un vero e proprio un contratto di consulenza con la società Dhi Spa. Dalle dichiarazioni dello Scialdone sono scaturite le vicende giudiziarie che portarono all’arresto dell’allora amministratore della Dhi Spa che venne tratto in arresto unitamente all’ex Sindaco di Maddaloni e ad altri amministratori. Scialdone è stato protagonista di varie vicende relative alla gestione dei rifiuti in Provincia di Caserta fin dai tempi della Eco-Campania di Nicola Ferraro, anch’egli arretato e poi condannato per reati di natura mafiosa. È proprio al fianco dell’imprenditore casalese che il futuro Direttore del Consorzio dei rifiuti inizia a muovere i primi passi nel settore e ad imparare il mestiere tanto da superare il maestro. L’ex Direttore del Consorzio dei rifiuti dalla Provincia di Caserta ha avuto anche rapporti con alcune società che facevano capo al marcianisano Angelo Grillo, attualmente detenuto per gravi reati sempre di natura camorristica, ed operante nel settore dei rifiuti. Le società facenti capo al Grillo oltre ad avere subito interdittive antimafia risultano allo stato commissariate ed in liquidazione. Negli ultimi mesi è diventato una gola profonda svelando i vari retroscena relativi alle modalità di affidamento degli appalti relativi ai rifiuti solidi urbani tanto da determinare l’arresto del Sindaco di Maddaloni prima e poi del suo ex compagno di partito, Pasquale De Lucia, ex sindaco di San Felice a Cancello. Un notevole contributo avrebbe dato anche in ordine alle vicende giudiziarie matesine e relative alle questioni riguardanti l’ex Presidente della Provincia di Caserta, nonché ex Sindaco di Alvignano, Angelo Di Costanzo. Tuttavia, però, lo Scialdone continua a svolgere un ruolo rilevante nell’ambito della politica locale anche in ragione dei suoi rapporti con il Sottosegretario di Stato, l’Onorevole Gioacchino Alfano. In sostanza lo Scialdone è un poco il Re Mida all’inverso, mentre il mitico Re trasformava tutto in oro, lo Scialdone porta sventure giudiziarie.
In conclusione, l’attuale legale rappresentante della Dhi – Di Nardi Holding Industriale Spa, Alessandro Di Nardi, a seguito dell’informativa antimafia a carico della predetta società, ha diffuso la seguente nota stampa: “Apprendiamo con stupore della mancata iscrizione nella White list dell’impresa. Sorprendono le motivazioni legate ad alcune dichiarazioni, per altro significamente datate, del collaboratore di giustizia, Benito Natale per le quali la DHI Spa ha già provveduto in passato a presentare querela di parte per calunnia. Iniziativa accompagnata da una formale istanza di sollecito inviata al Procuratore Generale presso la Corte d’appello di Napoli affinché vengano garantiti tempi rapidi per il confronto dibattimentale tra le tesi espresse dal signor Natale e la realtà totalmente differenti dalle stesse. Per quanto riguarda la seconda motivazione legata al ruolo svolto dal Signor Antonio Scialdone all’interno della DHI Spa risale, ci preme sottolineare, che dal 2014 il suddetto non ha più avuto alcun rapporto con la DHI Spa mentre ha collaborato, dopo questo periodo, con definizione formale di consulenze con una azienda regolarmente iscritta nella White list in tempi successivi all’esercizio dell’attività professionale summenzionata. Ribadiamo ancora una volta che il dott. Alberto di Nardi diversamente da quanto viene esplicitato in maniera del tutto erronea nel dispositivo della Prefettura non ricopre alcuna carica ne nella DHI spa, ne all’interno di altre società controllanti e controllate, ne che meno nella Alexos SpA. Per questi motivi riteniamo che al più presto, già in sede di ricorso amministrativo, per il quale già abbiamo dato mandato immediato ai nostri legali, questo provvedimento possa essere annullato in considerazione dei presupposti erronei che lo informano. Il legale rappresentante Alessandro Di Nardi. (Comunicato Stampa della DHI – Di Nardi Holding Industriale Spa del 14-12-2017 – Allegato 4).
15-12-2017
Alfredo Di Lettera
ALLEGATO 1 – Inchiesta giornalistica, pubblicata in data 25-08-2017 su caleno24ore, dal titolo: “Le inquietanti rivelazioni del pentito Benito Natale all’Antimafia sui rapporti tra il camorrista Maurizio Fusco e il faccendiere dei rifiuti Antonio Scialdone; tirati in ballo pure gli imprenditori Di Nardi e Sorbo. Nelle dichiarazioni del collaboratore compare anche il nome di un sindaco. Tra i tanti “omissis” aspettiamo la “BIG-TRASH”;
ALLEGATO 2 – Inchiesta giornalistica, pubblicata in data 08-04-2017 su caleno24ore, dal titolo: “Il nuovo “pentito” Natale (luogotenente del capozona del clan dei “casalesi” Fusco) rivela al procuratore antimafia Alessandro D’Alessio gli affari “grigi” della piana dei mazzoni e dell’agro caleno”;
ALLEGATO 3 – Inchiesta giornalistica, pubblicata in data 10-03-2017 su caleno24ore, dal titolo: “Concorso in voto di scambio con l’aggravante camorrista”: inizia il processo a carico dell’ex Direttore generale del CUB, Antonio Scialdone, che secondo l’Antimafia favorì l’assunzione del fratello e della moglie del ras Fusco presso una ditta dei rifiuti e una di vigilanza privata”
ALLEGATO 4 – Comunicato Stampa della DHI – Di Nardi Holding Industriale Spa trasmesso in data 14-12-2017 ed a firma del Rappresentante Legale Alessandro Di Nardi
LINK: http://www.dhispa.it/wp/wp-content/uploads/2017/12/comunicato-stamapa-14-Dicembre.pdf