L’ex consigliere Raffaele Russo (Unità e Democrazia): “Mafia e mafiosità nel paese dei balocchi”

L’ex consigliere Raffaele Russo (Unità e Democrazia): “Mafia e mafiosità nel paese dei balocchi”




VITULAZIO – Vi proponiamo la nota stampa inviata dall’ex consigliere comunale Raffaele Russo:

La “mafiosità” esprime un abito mentale, un modo di essere, una mentalità e uno stile di vita mutuati dalle consorterie mafiose e si è diffuso in modo invasivo nelle nostre comunità. Il “pensare mafioso” è un modo di essere, di sentire e di agire diffuso in alcune realtà che contiene una rappresentazione forte del gruppo di appartenenza e debole dell’individuo. Tale pensiero affonda le sue radici in una cultura che ha la capacità di mimetizzarsi all’interno della società civile, imponendo una barriera di silenzio che la rende apparentemente invisibile. Il pensare mafioso determina un’implicita sopraffazione della soggettività individuale e celebra la liturgia dell’omertà, del silenzio complice e compiacente. In tale contesti sociali non si riconosce valore agli altri che sono visti solo come meri strumenti per esercitare il proprio potere. Quando tale cultura invade in modo capillare la società in cui viviamo l’individuo si trova a sottomettersi, in silenzio, alle prepotenze, alle ingiustizie e ai ricatti perché l’ambiente propone modelli di comportamento ai quali omologarsi.
In altre parole la “mafiosità” impone delle regole che sono diverse da quelle dello Stato, sono imposte dal sistema di appartenenza e si manifestano in tante piccole cose quotidiane.
Chi fa parte di tale sistema riesce a non fare la fila in un ufficio pubblico, ad avere prima degli altri un semplice documento, a conseguire un’autorizzazione che altrimenti non sarebbe stata rilasciata, a vedersi annullata una mula….ad avere un posto di lavoro attraverso un concorso truccato, a non adempiere agli obblighi cui ogni cittadino e tenuto.
Ovviamente tale sistema produce anche consenso politico per chi sta al vertice della consorteria perché il cittadino che abbassa la testa ed accetta il sistema, rinuncia alla sua libertà, rinuncia ai suoi diritti in cambio del “piacere”, rinuncia al pensiero e alla parola in cambio di qualche piccolo vantaggio a danno degli altri che non si sono piegati al sistema.
E’ questo il sistema costruito da qualcuno e sul quale ha costruito le sue fortune politiche ed economiche.
Fino a quando il signor “qualcuno” riuscirà a mantenere in piedi un tale sistema, costruito sulla cultura della “mafiosità”?
Troverà ancora persone disponibili a rinunciare alla propria libertà, ai propri diritti, ai propri valori, ad abbassare la testa ?
Quanto vale e quanto costa la rinuncia alla propria libertà, al diritto di parola e di pensiero?
Quanti sono ancora disponibili a subire ricatti ed umiliazioni derivanti dalla sottomissione che gli impone di ubbidire in silenzio?
Commenta con Facebook