Parte il processo a carico dell’ex Sindaco Romano e degli altri compiutati, relativo al filone d’indagine per l’incarico geologico. La prossima udienza il 26 settembre 2018

Parte il processo a carico dell’ex Sindaco Romano e degli altri compiutati, relativo al filone d’indagine per l’incarico geologico. La prossima udienza il 26 settembre 2018

VITULAZIO – La prima udienza del processo penale scaturito dall’inchiesta sulla tristemente nota “appaltopoli vitulatina” è stata rinviata al prossimo 26 settembre 2018 per alcune esigenze da parte del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Infatti, nella mattinata di ieri (06-03-2018), era previsto l’atteso inizio del processo dibattimentale dinanzi alla Prima Sezione Penale del Tribunale sammaritano, di cui è Presidente la dottoressa Roberta Carotenuto. Dopo la costituzione delle parti in giudizio – accusa, difesa e parte civile -, è stato disposto il rinvio del dibattimento a carico degli imputati Luigi Romano (ex Sindaco di Vitulazio) e dei geologi Franco Criscione, Giuseppe Russo e Carmine Aurilio “per diversa composizione del collegio giudicante”.In altri termini, a breve potrebbe esserci un avvicendamento di un Giudice della sezione collegiale.

Gli imputati, lo scorso 19 dicembre 2017, vennero rinviati a giudizio dal Giudice per l’Udienza preliminare del Tribunale, dottoressa Nicoletta Campanaro, insieme all’ex Assessore Comunale di Vitulazio, la professoressa Giovanna Falco. Quest’ultima chiese lo stralcio della sua posizione è verrà giudicata con il rito abbreviato nel processo che si celebrerà il prossimo 27 settembre. Gli imputati rispondono, tra amministratori, politici e tecnici estranei dalla macchina comunale, a vario titolo, dell’imputazione di turbativa di gare e di concorso in corruzione. Ieri mattina, infatti, è stata soltanto effettuata la costituzione delle parti in causa: con l’accusa rappresentata dal Sostituto Procuratore, dottor Carlo Fucci; la difesa rappresentata dagli avvocati Raffaele Crisileo, Vincenzo Alesci, Gaetano Crisileo, Maurizio Abbate e Giuseppe Stellato; la “parte civile” rappresentata dall’avvocato Massimo Grillo per conto del Comune di Vitulazio.

Stiamo parlando di uno dei due filoni dell’inchiesta che il 15 febbraio 2017 portò all’arresto dell’allora Sindaco di Vitulazio, il professor Luigi Romano, e di altri amministratori comunali e tecnici, riguardante solo la faccenda dell’assegnazione dell’incarico professionale per la stesura della relazione geologica propedeutica al Piano Urbanistico Comunale, e seguita dai sostituti della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, Giacomo Urbano e Vincenzo Quaranta. Per l’altro filone d’inchiesta riguardante l’affidamento del servizio d’igiene urbana e rifiuti – che vede tra gli indagati, oltre al sindaco Romano, anche l’allora vicesindaco e assessore all’ecologia, e l’imprenditore del settore, Alberto Di Nardi -, invece, le indagini non sono state ancora chiuse.

Secondo la tesi accusatoria della Procura di Santa Maria Capua Vetere, retta dalla dottoressa Maria Antonietta Troncone, l’allora Sindaco Romano, al fine di consentire l’aggiramento delle norme del Piano Triennale Anticorruzione che l’amministrazione comunale vitulatina si era data, indirizzava l’assegnazione dell’incarico professionale (per un importo complessivo di euro 19.500) per la redazione della relazione geologica prodromica al PUC ad un professionista, disponibile a sua volta a far in modo che il compenso fosse in parte (nella misura di euro 12.000) acquisito dal Criscione, marito dell’allora assessore comunale Falco. Sempre secondo la Procura, il Criscione palesava la sua assoluta dimestichezza ad interagire indebitamente all’interno dell’amministrazione, condizionandone le scelte a proprio esclusivo beneficio. Così, ottenuto per il tramite del Sindaco, la collaborazione di un altro geologo per l’attuazione del proprio intento, si adoperava con consumata professionalità per indirizzare la gara di appalto, preselezionando i concorrenti, dettando loro le offerte che dovevano presentare e, successivamente alla assegnazione dell’incarico provando a condizionare la metodologia scientifica di redazione della relazione, al solo fine di carpire il maggior utile possibile a discapito del numero dei sondaggi da effettuare. In sostanza, con i soldi pubblici stanziati dal Comune per l’incarico oggetto di gara, si sarebbe soddisfatto un debito privato del Criscione nei confronti dell’imprenditore titolare della ditta di sondaggi, sotto la guida del sindaco Romano”. Questa è la tesi della Procura di Santa Maria Capua Vetere, che avviò tali indagini grazie ad una denuncia dell’ex Direttore del Consorzio Unico di Bacino, il dott. Antonio Scialdone, che furono seguite dai Carabinieri della Compagnia di Maddaloni e della Stazione di Vitulazio.

07-03-2018

Alfredo Di Lettera

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