PIGNATARO MAGGIORE – Sono crollate come un castello di carte tutte le incredibili accuse dei vigili urbani di Pignataro Maggiore contro i giovani del centro sociale “Tempo rosso”: anche il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, in sede di riesame, ha detto “no” al sequestro dell’ex macello comunale, rigettando l’appello del pubblico ministero, dottoressa Marina Mannu, avverso la decisione del giudice delle indagini preliminari dottoressa Alessandra Grammatica. Come già aveva fatto il giudice delle indagini preliminari, la seconda sezione penale collegio “D” del Tribunale (formato dal presidente estensore dottoressa Loredana Di Girolamo e dai giudici dottor Massimo Urbano e dottor Francesco Balato) ha smantellato pezzo per pezzo l’intero teorema accusatorio del quale non è rimasto che il nulla assoluto. Un colpo durissimo per il comandante dei vigili urbani pignataresi, maggiore Alberto Parente, che aveva inviato un’informativa alla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere provocando prima l’iscrizione di dieci giovani nel registro degli indagati, poi la richiesta di sequestro preventivo dell’ex macello comunale (sede di “Tempo rosso”) e infine la notifica alle stesse persone di un avviso di conclusione delle indagini preliminari. Ma “Tempo rosso” ha vinto su tutta la linea: niente sequestro dell’immobile e quindi niente sgombero per i militanti del centro sociale, punta di diamante delle battaglie ambientaliste soprattutto a Pignataro Maggiore e nell’Agro caleno. Dopo le decisioni
del giudice delle indagini preliminari e del Tribunale, entrambe – come si è visto – favorevoli ai giovani di “Tempo rosso” (difesi dall’avvocato Giovanni Merola), si attende di sapere se il pubblico ministero intende procedere ulteriormente contro di loro o chiedere l’immediata archiviazione di tutte le accuse. Ma con questi precedenti – come si sente dire negli ambienti forensi di Santa Maria Capua Vetere e nel mondo giornalistico di Terra di Lavoro -, seppure si arrivasse per assurdo a un processo, il dibattimento potrebbe concludersi in una sola maniera: assoluzione per tutti gli imputati, con un’altra batosta per il teorema dei vigili urbani pignataresi. Ricordiamo ai nostri pochi ma affezionati lettori che alla vicenda abbiamo già dedicato cinque articoli nelle date del 20, 24 e 26 febbraio e del 2 e 6 marzo 2018 rispettivamente con i titoli: “ECCO I TRE SUPERTESTIMONI DEI VIGILI URBANI CONTRO IL CENTRO SOCIALE “TEMPO ROSSO”: UN CARABINIERE, UN GRADUATO DELL’ESERCITO E L’EX PRESIDENTE DI UNA DELLE CASSEFORTI DELLA POTENTE E SANGUINARIA COSCA MAFIOSA DEI LUBRANO – PUBBLICHIAMO LA VISURA STORICA DELLA COOPERATIVA AGRICOLA “LA FELICE”, “IL CASO DEL CARABINIERE CHE SOFFIA SUL FUOCO CONTRO I GIOVANI DEL CENTRO SOCIALE “TEMPO ROSSO”: HA RACCOLTO FIRME “PER LA LEGALITA’” DI SOGGETTI CHE HANNO NELLA LORO STORIA RAPPORTI DI AMICIZIA, DI PARENTELA E DI AFFARI CON LA COSCA MAFIOSA DEI LUBRANO – IL PALLINO DELLE CANDIDATURE: ECCO LA SUA LISTA A GALLO MATESE”, “IL TERZO SUPERTESTIMONE DEI VIGILI URBANI HA FATTO UN SERVIZIO COMPLETO: PRIMA HA FIRMATO LA PETIZIONE CONTRO I GIOVANI DEL CENTRO SOCIALE “TEMPO ROSSO”, POI LI HA DENUNCIATI ALLA MAGISTRATURA NEL VERBALE REDATTO DAL MAGGIORE ALBERTO PARENTE E INFINE HA AGGREDITO UNO DI LORO – IL RUOLO DEL CAPITANO CARLO DEL VECCHIO”, “SEMPRE PIÙ PESANTE IL “CASO ANTONIO MAGLIOCCA”: IL SUPERTESTIMONE DEL COMANDANTE DEI VIGILI URBANI CONTRO I GIOVANI DEL CENTRO SOCIALE “TEMPO ROSSO” HA AVUTO UN RUOLO PURE NELLE VICENDE DI UN’ALTRA SOCIETÀ DELLA COSCA LUBRANO – PUBBLICHIAMO UN ATTO NOTARILE E UNA VISURA STORICA DELLA “ELLEPIÙ”, “BUFERA SUI VIGILI URBANI PER I VERBALI-FOTOCOPIA CONTRO I GIOVANI DEL CENTRO SOCIALE “TEMPO ROSSO”: IN QUELLI REDATTI DAL COMANDANTE ALBERTO PARENTE VI SONO INCREDIBILMENTE FRASI UGUALI DEI TRE DENUNCIANTI-SUPERTESTIMONI DOMENICO NICOLÒ, CRESCENZO RINALDI E ANTONIO MAGLIOCCA”.
Rassegna Stampa
articolo di Rosa Parchi
da pignataronews.myblog.it