“Per quanto vi crediate assolti, siete lo stesso coinvolti”

“Per quanto vi crediate assolti, siete lo stesso coinvolti”




Giancarlo Siani, giornalista minacciato e poi ucciso dalla camorra

AGRO CALENO – C’è anche il nostro Direttore Responsabile Davide De Stavola nell’elenco fornito da “Ossigeno per l’informazione”, l’osservatorio sui giornalisti minacciati in Italia, promosso dalla FNSI, Federazione Nazionale Stampa Italiana, e dall’Ordine dei Giornalisti. (questo il link: http://www.ossigenoinformazione.it/wp-content/tabella_ossigeno.pdf )

L’elenco in questione raccoglie tutti i “giornalisti” minacciati in qualsiasi modo (e ce ne sono tanti) per aver svolto semplicemente il loro lavoro.

Non sappiamo esattamente se questo è un merito del nostro Direttore e di riflesso del nostro giornale, non sappiamo nemmeno quali siano le sue sensazioni, come degli altri tre giornalisti presenti nell’elenco originari di Pignataro Maggiore, cioè Enzo Palmesano, Salvatore Minieri e Carlo Pascarella.

Certo, significa essere probabilmente dalla parte giusta. Certo, significa essere probabilmente “portatori di luce” in una terra sprofondata per alcuni versi nelle tenebre più profonde. Certo, significa essere probabilmente esposti in prima linea contro nemici molto spesso invisibili. Certo, significa aver avuto un coraggio che non è di tutti.

Tutto vero. Ma altrettanto vero è che se questi giornalisti vengono minacciati probabilmente è perché sono visti come “singoli” contro un “sistema” (“‘o sistema”, parafrasando Saviano). Altrettanto vero è che questi giornalisti sono visti come mosche bianche. Nel peggiore dei casi dei don Chisciotte dei tempi moderni. Nel migliore, persone che semplicemente non possono fare a meno di dire cosa e come pensano. Persone che fanno “semplicemente” il loro mestiere, molto spesso senza nemmeno essere retribuiti.

 

Il linguaggio è il nostro stesso pensiero. Il linguaggio è la nostra stessa identità. Tra il linguaggio delle minacce, delle invettive, delle accuse dirette e di quelle indirette, dell’omertà diffusa (sì anche non parlare è una forma di linguaggio e perciò di identità) e il linguaggio delle persone che indefessamente denunciano a destra e a manca, caleno24ore.it ha scelto da che parte stare.

Alcuni nostri lettori ci chiedono che fine fanno le nostre denunce. È una bella domanda. È una bella domanda che ci viene da persone che “preferiscono rimanere anonime”. Noi rispettiamo la volontà di tutti. Ma va precisata una cosa.

Caleno24ore non è un sito di denuncia. È un sito di informazione, che a volte si identifica con la denuncia. È vero che la linea editoriale è abbastanza precisa, ma è anche vero che noi non siamo i paladini di nessuno. Possiamo essere un braccio al servizio della mente. Non possiamo essere la mente. Sta a voi, cari lettori, essere la mente. Siete voi che leggendo i nostri articoli potrete scegliere da che parte stare. Se stare dalla parte di chi non ha abbassato la testa. Di chi ha deciso che questa terra è sua e non del “camorrista” di turno. Se stare al fianco di chi la abbruttisce questa terra o di chi ne difende la bellezza. Se stare al fianco del minacciato o di colui che minaccia.

 

Gianni Criscione

Commenta con Facebook