Decolla, dopo decenni di teorizzazioni e tentavi, la realtà virtuale e il commercio, come sempre, è e sarà l’elemento trainante.
V-commerce sta per Virtual commerce ed è spesso abbreviato in vCom. Ma di cosa si tratta?
Del commercio sviluppato da attività verticali native digitali, che in altre parole significa negozi che esistono solo on line, che trattano solo la loro merce. Quindi marche che devono necessariamente adottare strategie di vendita mirate unicamente al web e alla sua utenza. Una presenza fisica dei negozi non è esclusa ma interpretata come un elemento in aggiunta all’UX-user experience del cliente.
E chi sono i clienti vCom? Utenti che effettuano acquisti o si avvalgono di servizi attraverso gli strumenti della realtà virtuale: se devi acquistare casa, dieci appartamenti li visiti virtualmente, solo i tre finalisti li vai a vedere di persona. Devi comprare un vestito? Fai un tour immersivo nello shop virtuale e se vuoi personalizzi il capo prima di acquistarlo. Devi comprare una moto? Inizi dai virtual test drive.
Applicato invece all’educazione prevede che gli studenti facciano pratica sviluppando il loro business, facendo crescere le loro imprese e gestendo il capitale in un contesto virtuale.
Ne è fatto uso specifico per indicare anche l’interazione di un utente, per vendite o acquisti su piattaforme on line a cui accede attraverso il riconoscimento vocale. In questo caso la “v” sta per vocal.
E, a ben vedere, quest’ultima definizione è quella che incarna maggiormente il tratto distintivo del termine, dato che evidenzia il passaggio, prima dal “click” ai tempi dell’e-commerce, passando per il “touch” fino al’uso della ‘semplice’ voce che ci rendere verosimilmente più umana l’esperienza che viviamo all’interno di un contesto virtuale, UX appunto.
Non abbiamo parlato di arte e intrattenimento in termini di vCom, ma vediamo che ci sono proposte anche in quella direzione: per esempio DRAGON FASHION #VR #VIRTUALREALITY #360 #3D ART GALLERY.
Tenendo sempre presente che si appplica al retail, possiamo vedere anche il caso di Accenture che insieme alla società Specular Theory, specializzata in contenuti immersivi, al recente VR FEST di Las Vegas ha ricevuto il premio per il miglior VR commercial con “Behind the Style”
Nel gioco puro invece, l’esempio on line più caratterizzante sono i portali di gioco come Betnero.it, che offre ai propri utenti dei giochi di casinò live in cui gli utenti si possono letteralmente collegare ad un casinò fisico. Ti colleghi in rete e puoi virtualmente raggiungere e giocare in qualsiasi casinò del mondo.
Per concludere, tutti quegli acquisti e i servizi che ci siamo abituati a comprare in rete passando da una schermata all’altra con mouse e tastiera o con un ‘tocco’ sul nostro dispositivo mobile, presto li faremo usando la voce, e al posto di navigare all’interno di pagine statiche ci immergeremo in tour interattivi, esperienze quindi ovviamente più coinvolgenti e pertanto più vicine alla quella realtà virtuale teorizzata e apparsa – incredibile da dire – già nella metà del secolo scorso ma che per tutti questi anni faticava a decollare.
C. S.