Ilside, il Comitato cittadino presenta una richiesta di sorveglianza per il sito in località Ferranzano

Ilside, il Comitato cittadino presenta una richiesta di sorveglianza per il sito in località Ferranzano

BELLONA – In questi giorni il Comitato cittadino Bellona/Triflisco #MaipiùIlside ha raccolto 1022 firme per una istanza, con oggetto richiesta di sorveglianza dell’ex sito di stoccaggio Ilside.

Non si ferma l’attività dei cittadini impegnati in questa lotta ambientalista, nonostante l’ordinanza in danno emessa dalla responsabile del settore Ambiente ed Ecologia del Comune di Bellona.

Il 24 maggio scadranno i termini dati a Ecoterra e a ex Ilside per la messa in sicurezza di quell’area avvelenata da 6000 tonnellate di rifiuti combusti e da 350 tonnellate circa di materiali non combusti. A tal fine, qualche giorno fa, lo stesso Comitato aveva informato via Pec, sia il Comune che la Provincia dello stato di abbandono dell’ex opificio, divenuto un vivaio di erbacce che desta non poca preoccupazione tra i residenti di Ferranzano.

Il taglio dell’erba alta e l’allontanamento dei materiali non combusti sono un primo passo per una seria messa in sicurezza. 

I continui rinvii da parte dell’amministrazione comunale bellonese non convince più la cittadinanza, “dieci mesi passati e non è stato fatto nulla”. 

SPETT.LE MINISTERO DELL’AMBIENTE

SPETT.LE PREFETTURA-UTG DI CASERTA

SPETT. COMANDO PROVINCIALE VIGILI DEL FUOCO DI CASERTA

SPETT.LE COMUNE DI BELLONA E

pc. SPETT.LE PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI SANTA MARIA CAPUA VETERE 

 

OGGETTO: Richiesta di sorveglianza sito Ilside.

I sottoscritti, quali cittadini e membri del Comitato Bellona/Triflisco Mai più Ilside, in relazione alla ormai nota vicenda della messa in sicurezza del sito di stoccaggio con sede in località Ferranzano, rappresentano alle SSVV quanto segue: dal giorno 11/07/2017 sono decorsi oltre nove mesi, nel corso dei quali, nonostante i reiterati solleciti, i tavoli tecnici, gli incontri con le parti istituzionali aventi un ruolo nella vicenda e le rassicurazioni circa una imminente risoluzione della problematica, non è stata partorita alcuna soluzione concreta e concertata per la messa in sicurezza dell’area, che accoglie ancora al suo interno tonnellate di rifiuti stoccati senza presidi né sorveglianza alcuna, costituendo pericolo per la pubblica incolumità e salute. Il paradosso di questa vicenda è che non si sta richiedendo la bonifica del sito e delle pertinenze limitrofe, bensì la pura e semplice rimozione dei rifiuti combusti e non combusti lasciati in stato di abbandono ed esposti al rischio di ulteriori roghi con l’approssimarsi dell’estate. Solo in data 09/04/2018, dopo nove mesi, il Sindaco di Bellona ha adottato un’ordinanza contigibile ed urgente, concedendo alla società Ilside (quale locataria) ed alla Ecoterra (proprietaria del sito) il termine perentorio di 45 giorni per procedere alla messa in sicurezza, preannunciando intervento in sostituzione e danno in caso di inottemperanza. Ovviamente si prospetta uno scenario di vicende giudiziarie, fatte di ricorsi e controricorsi, che dilateranno ulteriormente i tempi di esecuzione della messa in sicurezza. Peraltro allo stato non risulta che il Comune abbia formulato una istanza di sequestro conservativo dei beni a garanzia del recupero degli esborsi che si dovranno sostenere per la rimozione dei rifiuti, in caso di inerzia dei soggetti intimati. Orbene le fumarole continuano a susseguirsi con una frequenza impressionate e intollerabile per i residenti in zona Ferranzano. Gli interventi dei Vigili del Fuoco, sollecitati dalle sentinelle del Comitato, sono spesso ritardati dalla irreperibilità delle chiavi. Circostanza che in passato ha costretto anche gli operatori del Corpo dei VVFF ad eseguire interventi in condizioni di scarsa sicurezza, spingendoli a scavalcare le mura dell’edificio per accelerare le operazioni di spegnimento delle esalazioni. Allo stato ilside è stata dichiarata fallita ed è in corso una procedura concorsuale. La Regione Campania ha revocato, in data 09/02/2018, le autorizzazioni per il trattamento dei rifiuti, ragion per cui allo stato l’impianto si configura, ai sensi dell’art 192 del Codice dell’Ambiente, come deposito di rifiuti. È da rilevare che nove mesi per intervenire con una ordinanza in danno rappresentano un tempo inaccettabile e soprattutto in contrasto coi tempi dettati dal Codice dell’Ambiente per la risoluzione delle emergenze ambientali. Questi ritardi configurano senza ombra di dubbio condotte omissive da parte degli enti preposti alla tutela della salute e dell’incolumità pubblica. Peraltro la reiterata comparsa delle fumarole richiede un intervento tempestivo e definitivo, che non può attendere il decorso dei 45 giorni previsti nell’ordinanza. Le esigenze di presidio dei siti oggetto di abbandono incontrollato di rifiuti e delle discariche abusive da parte degli Enti Comunali sono state di recente ribadite anche nelle dichiarazioni del Procuratore Capo di Santa Maria Capua Vetere, dott.ssa Troncone, che ha esplicitato la necessità inderogabile di predisporre meccanismi di sorveglianza adeguata e costante. Tanto premesso, i sottoscritti

CHIEDONO

– che il Comune predisponga, a mezzo della Protezione Civile e della Polizia Municipale, tutte le procedure di vigilanza necessarie a segnalare con tempestività la presenza di fumarole all’interno dell’ex sito di stoccaggio. – che vengano adottate, di concerto con la Prefettura ed il Corpo dei Vigili del Fuoco, tutte le misure necessarie alla rimozione della situazione di pericolo e allo spegnimento definitivo delle fumarole. – che il Comune formuli istanza di sequestro conservativo ai danni dei soggetti obbligati alla messa in sicurezza.

 

Eusebio Lieve

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