CASTELVOLTURNO – Finalmente un poco d’aria fresca e di creatività giovanile comincia ad emergere dai meandri di terra di Gomorra, con questo “festival della illegalità”, organizzato per sabato 29 settembre da alcune reti di associazioni culturali e di promozione sociale: come il Collettivo Latrones, Scaput Mundi e Villaggi Globali. Anche il luogo della manifestazione è particolarmente significativo: si svolgerà nel Villaggio Coppola, uno degli emblemi dei disastri ecologici ed ambientali prodotti da imprenditori senza scrupoli e da istituzioni spesso colluse con il malaffare e con i boss della camorra dei casalesi. Lo scenario degli eventi si presenta come un vero girone dell’inferno, in quanto insieme a Scampia si caratterizza come un esempio di discesa nel medio evo, anzi nella postmodernità della barbarie dell’era consumistica.
Si va oltre le comuni e banali fiere, le sagre prodotte dalle pro loco e circoli locali, molto spesso espressione di una identità e di un senso della comunità negativa, escludente. Invece, con i vari eventi messi in campo si cerca di proporre idee e contenuti di una forma di cultura come fattore di coesione sociale. Come si legge in un comunicato diffuso dalle 3 associazioni, con questa iniziativa tanto originale quanto coraggiosa (anzi provocatoria) si inverte “ il paradigma delle ovvietà e si sperimenta il primo (e forse l’ultimo) “Festival dell’Illegalità” della storia di Terra di Lavoro. La cultura dell’abusivismo diffuso, l’inefficienza delle istituzioni locali, la massiccia presenza dei poteri criminali, e tanti altri fattori hanno indotto gli organizzatori a celebrare ciò che in questi territori è realmente peculiare: l’assenza di regole e controlli, ossia l’illegalità”. In questi luoghi di forte degrado urbano e ambientale si svilupperà una giornata di arte e cultura, anch’essa assolutamente illegale, in un posto che è l’emblema della realtà oscura di questa provincia: il Parco Saraceno di Castel Volturno.
Le iniziative sono multiple: concerti, dibattiti, proiezioni di cortometraggi, writing, danze sconnesse, spettacoli teatrali, presentazioni di libri. In questo modo verranno lanciati messaggi per azioni di accoglienza e di integrazione (multiculturale) in un territorio dove spesso impera la violenza, che tende ad escludere ed emarginare i soggetti più deboli.
Va detto che negli ultimi tempi alcune di queste associazioni – come il Collettivo Latrones – stanno riscuotendo apprezzamenti e riconoscimenti lusinghieri per la qualità delle loro produzioni e tavole grafiche, capaci di esprimere il disagio e degrado sociale e culturale con immagini e sintesi molto graffianti ed ironiche. Il loro successo comincia a valicare i confini di Terra di Lavoro, dove già le tavole vengono pubblicate da diversi giornali on line. Di recente è stata pubblicata una recensione entusiasta della critica d’arte dell’Espresso. Inoltre, il numero di settembre di un mensile molto prestigioso come “InsideArt” si apre in copertina con una tavola del Collettivo Latrones, a cui è dedicato anche un ampio servizio – per questo la rivista verrà presentata nella piazza del sapere de la Feltrinelli il 4 ottobre 2012 con il direttore Talarico.
Ma vi sono tante altre realtà attive e consolidate da segnalare: come il gruppo di ragazze di Patatrac, che fanno animazione per educare alla lettura nelle scuole, nelle biblioteche; come il Teatro Civico 14 impegnato fortemente sui temi della cittadinanza attiva e dell’inclusione sociale; come l’associazione Ingrid Nogueira per il commercio equo e solidale; come i ragazzi di Libera e delle Terre di don Diana, che creano una nuova economia sociale con il riuso sociale e produttivo dei beni confiscati alla camorra.
Sono solo alcuni esempi di un arcipelago di reti e di associazioni che stanno diffondendosi in tutta la nostra provincia, creando nuovi spazi di cittadinanza e di partecipazione consapevole, da cui potranno nascere le basi per una nuova classe dirigente, capace di riformare e rigenerare la vita politica e le istituzioni locali, che spesso sono in condizioni di dissesto economico (e non solo).
Pasquale Iorio