BELLONA – Di seguito il comunicato stampa del Comitato cittadino “mai più Ilside”:
Avevamo già preannunciato in passato l’interessamento della Commissione Europea in ordine alla vicenda Ilside. La nostra segnalazione denunciava al massimo organo della Comunità Europea tutti i ritardi, le incongruenze e le omissioni nella gestione dell’emergenza conseguente ai due roghi del 2012 e del 2017.
Ebbene La Commissione Europea ha chiuso l’istruttoria, comunicandone l’esito al Comitato. Pur declinando la propria competenza nell’ambito specifico per impossibilità ad intervenire nella sfera di autonomia della Stato membro, il documento, che di seguito pubblichiamo, è una testimonianza ufficiale ed una sintesi agghiacciante dello scenario inquietante, che si è andato delineando negli anni in Terra dei Fuochi.
La memoria ci riporta alla drammatica estate scorsa con la sua sequela ininterrotta di roghi, che hanno flagellato la Campania e non solo. Abbiamo ancora vivide davanti agli occhi le immagini delle fiamme che questa estate hanno avvolto gli impianti di San Vitaliano, Caivano, Valle di Maddaloni, Benevento in un crescendo pauroso di emergenze ambientali disseminate sul nostro territorio e i cui devastanti effetti sulla salute collettiva verranno apprezzati negli anni.
Dalla lettura di questo testo emergono tutte le criticità strutturali, che da sempre i movimenti ambientalisti denunciano con forza. In modo particolare viene stigmatizzata la totale inefficacia dei sistemi di controllo e delle azioni di bonifica e messa in sicurezza.
Contro ogni forma di negazionismo, contro i tentativi di insabbiare e minimizzare le conseguenze di questa deriva del sistema oggi possiamo affermare con orgoglio che le nostre preoccupazioni erano più legittime, la nostra diffidenza sacrosanta. Da ciò la nostra lotta trae nuova linfa e legittimazione. La stessa Commissione Europea riconosce il valore e l’efficacia delle azioni di protesta messe in campo dai Comitati sul territorio.
Soprattutto ora che l’arroganza della politica e degli imprenditoria affaristica arriva al punto di immaginare e progettare la costruzioni di nuovi impianti di trattamento, stoccaggio e smaltimento di rifiuti in Terra di lavoro ed in modo particolare nell’agro caleno, la nostra azione di contrasto ed opposizione sarà ancora più vigorosa e determinata. Siamo pronti a dare battaglia ad un sistema che continua a pensare le nostre periferie come oggetto di appropriazione speculativa e sfruttamento selvaggio. I prossimi mesi vedranno sollevarsi una fronte di protesta trasversale, che attraverserà agro caleno ed agro stellato nella costruzione di un progetto di opposizione a nuove e vecchie strategie di pianificazione economica del nostro territorio.
La nostra posizione è chiara ed univoca: non vogliamo altri impianti nelle nostre periferie già devastate dalle ininterrotte emergenze ambientali e da una crisi economica ed occupazionale ormai endemica. Pretendiamo che gli impianti andati in fiamme siano messi in sicurezza nei tempi e modi che la legge prescrive senza più indugi. Così come le comunità colpite da disastri ambientali conseguenti ad incendi di impianti di trattamento e stoccaggio di rifiuti dovranno esigere la revoca delle autorizzazioni, laddove vengano riscontrate gravi irregolarità di gestione e responsabilità come nella vicenda Ilside.
Lo diremo a chiare lettere. Lo diremo a nostro modo e a testa alta, consapevoli di aver imboccato il sentiero giusto verso l’affrancamento della nostra terra da modelli economici infausti e parassitari imposti dall’alto.
C.S.