Dai Consiglieri Marrocco, Cipro e Izzo la proposta di riduzione delle tasse per i cittadini meno abbienti

Dai Consiglieri Marrocco, Cipro e Izzo la proposta di riduzione delle tasse per i cittadini meno abbienti

CALVI RISORTA – I Consiglieri del Comune di Calvi Risorta, Giovanni Marrocco, Nicola Cipro e Ermanno Izzo, da sempre attenti alle problematiche dei cittadini caleni, soprattutto delle categorie meno abbienti, preoccupati per le precarie condizioni economiche in cui versa l’intera nazione e per i disagi causati a livello locale dall’aumento consistente della pressione fiscale (TARSU, Pubblicità, TOSAP, Acque reflue, Addizionale comunale), propongono all’amministrazione comunale un piano di riduzione fiscale riguardante sia la predisposizione di agevolazioni su tasse già esistenti, (si ricorda che il Dott. Marrocco quando rivestiva la carica di vice-sindaco, in qualità di assessore alle politiche sociali, aveva già avanzato l’ipotesi di una riduzione del 20% della TARSU per tutti i cittadini che vivono da soli e per coloro i quali percepiscono la sola pensione sociale), sia il contenimento delle aliquote Imu nel limite del 2 per mille sull’abitazione principale e del 4,6 per mille sulle altre abitazioni, così come previsto dalla legge.

La necessità di una simile proposta nasce dall’idea condivisa dei tre consiglieri di un’amministrazione al servizio della comunità, che tuteli e vada a salvaguardare gli interessi dei cittadini, di tutti i cittadini, ed in primis delle categorie più deboli (disoccupati, salariati, pensionati), delle associazioni no profit, il cui impegno culturale sul territorio contribuisce a migliorare l’immagine del paese. Il Comune, essendo l’ente più vicino al cittadino, deve essere in grado di valutare al meglio le esigenze di quest’ultimo e di soddisfare con le modalità più consone le sue aspettative.

Non è giusto perciò tuffarsi sempre e solo nelle loro tasche già tartassate da tasse comunali al massimo dell’imponibile e mascherare “l’avidità e l’accanimento” dell’aumento dei tributi con l’obbligo da parte del Comune di far fronte ad impegni statali, nel rispetto del “patto di stabilità”. Perché allora, anziché far ricorso ad un generalizzato ed indiscriminato aumento delle aliquote e delle tariffe dei tributi locali, non impegnarsi a ridurre le spese e contenere gli sprechi? Perché non utilizzare nella maniera più efficiente gli strumenti e le risorse a disposizione, che garantiscano il raggiungimento degli stessi obiettivi? E perché poi nel pieno rispetto dei cittadini non agire nella massima trasparenza sulla reale destinazione del denaro pubblico…?

LUCIANA ANTINOLFI

Commenta con Facebook