VITULAZIO – Ancora una volta l’Ufficio Territoriale di Governo di Caserta, retto dal Prefetto Raffaele Ruberto, è dovuto intervenire sulle faccende politico-amministrative del Comune di Vitulazio per una serie di esposti presentati dai vari Consiglieri Comunali in seno alla minoranza. Dopo l’eclatante caso denunciato dai Consiglieri in seno al Gruppo di minoranza “Io ho il coraggio di cambiare”, Antonio Scialdone e Pasquale Cammuso, anche l’ex Sindaco di Vitulazio, il professor Luigi Romano, oggi seduto tra gli scranni dell’opposizione consiliare, è stato costretto a rivolgersi al Prefetto di Caserta dott. Raffaele Ruberto per una serie di atti amministrativi che non gli erano stati consegnati dagli uffici comunali vitulatini. Infatti, da una nota della Prefettura di Caserta (con protocollo di uscita n. 0105919 datata 23-11-2018) a firma del Vice-Prefetto dott.ssa Immacolata Fedele, ad oggetto: “Comune di Vitulazio – Richiesta accesso atti da parte del Consigliere comunale Luigi Romano”, indirizzata al Sindaco di Vitulazio (Avvocato Raffaele Russo) ed al Segretario Comunale di Vitulazio (dott.ssa Francesca De Cristofaro) si legge: “si trasmette l’unita nota, con la quale il Consigliere Comunale Luigi Romano ha rappresentato l’asserita mancanza di riscontri alla richiesta di accesso agli atti, presentata al Comune di Vitulazio in data 19.09.2018. Nel richiedere cortesi elementi informativi al riguardo, si richiama l’attenzione sul disposto dell’art. 43 del D. Lgs. N. 267/2000, che prevede l’obbligo di rispondere alle interrogazioni ed alle istanze di sindacato ispettivo dei consiglieri, nonché di ottenere dagli uffici tutte le notizie e le informazioni utili all’espletamento del mandato elettorale”. Fin qui la nota del Vice-Prefetto Fedele dell’UTG di Caserta. In particolare, il Consigliere Luigi Romano, lo scorso 19 settembre, aveva richiesto di prendere visione (copia di documenti) di alcuni atti comunali.
Quella dell’ex Sindaco Romano, si aggiunge all’altro esposto dei Consiglieri Antonio Scialdone e Pasquale Cammuso che denunciavano al Prefetto di Caserta che al Comune di Vitulazio: “si vuole impedire ai consiglieri comunali di esercitare con pienezza il mandato elettivo, nell’interesse della comunità tutta; Che assoluta è la violazione dell’articolo 8 dello Statuto del Comune di Vitulazio; Che assoluta è la violazione dell’articolo 47 commi 3 e 11 del regolamento per l’organizzazione ed il funzionamento del Consiglio Comunale del Comune di Vitulazio; Che pertanto, si configura l’ipotesi penalmente rilevante dell’abuso d’ufficio (art. 323 c.p. e ss.ss., così come giurisprudenzialmente acclarato in casi simili. Chiedono a S.E. Il Prefetto di Caserta, di porre in essere ogni ulteriore utile iniziativa volta a promuovere la immediata convocazione del Consiglio Comunale, con all’ordine del giorno le interrogazioni, le richieste e le proposte di delibera formulate e consegnate al protocollo del Comune di Vitulazio – CE, notiziando la Procura della Repubblica territorialmente competente nel caso in cui si ravvisino ipotesi di reato”. Infatti, anche in questo caso denunciato dai Consiglieri Scialdone e Cammuso, non si fece attendere la risposta-sollecito del Prefetto di Caserta.
Ricordiamo che la legge, ed in specifico l’articolo 43 “Diritti dei consiglieri” del Testo unico degli enti locali (D.lgs. 18 agosto 2000, n.267), dispone che: “I consiglieri comunali e provinciali hanno diritto di iniziativa su ogni questione sottoposta alla deliberazione del consiglio. Hanno inoltre il diritto di chiedere la convocazione del consiglio secondo le modalità dettate dall’articolo 39, comma 2, e di presentare interrogazioni e mozioni; I consiglieri comunali e provinciali hanno diritto di ottenere dagli uffici, rispettivamente, del comune e della provincia, nonché dalle loro aziende ed enti dipendenti, tutte le notizie e le informazioni in loro possesso, utili all’espletamento del proprio mandato. Essi sono tenuti al segreto nei casi specificamente determinati dalla legge; Il sindaco o il presidente della provincia o gli assessori da essi delegati rispondono, entro 30 giorni, alle interrogazioni e ad ogni altra istanza di sindacato ispettivo presentata dai consiglieri. Le modalità della presentazione di tali atti e delle relative risposte sono disciplinate dallo statuto e dal regolamento consiliare. Lo statuto stabilisce i casi di decadenza per la mancata partecipazione alle sedute e le relative procedure, garantendo il diritto del consigliere a far valere le cause giustificative”.