VITULAZIO – In occasione della solennità di Santo Stefano, compatrono del Comune di Vitulazio, a partire dalle ore 18,00 di ieri pomeriggio (26 dicembre) presso la Chiesa Madre, è stata celebrata la tradizionale messa solenne, con la presenza delle massime autorità cittadine ed il gonfalone comunale. Alla messa solenne, concelebrata dai Sacerdoti della Parrocchia Vitulatina, Don Peppino Sciorio e Don Gianluca Caruso, che indossavano abiti talari di colore rosso per ricordare il sangue versato da Santo Stefano Protomartire, erano presenti il Sindaco del Comune di Vitulazio, l’avvocato Raffaele Russo, il vice-sindaco Giovanna Del Monte, la Giunta Comunale al completo e buona parte dei Consiglieri sia di maggioranza che di minoranza, rappresentati dal Presidente del Civico Consenso, l’avvocatessa Maria Laura Venoso. Inoltre, era presente il Comando della Polizia Municipale, con il Comandante Carlo Del Vecchio ed una nutrita rappresentanza del Nucleo dei Volontari della Protezione Civile Comunale, con in testa il Coordinatore Pasquale Criscione ed il Consigliere “delegato” Salvatore Russo. Infine, erano presenti anche i responsabili delle varie associazioni cittadine, tra cui il Comitato Feste “Santa Maria dell’Agnena” con il presidente Nando Catone.
La Messa Solenne è stata allietata dal coro parrocchiale e sull’altare è stata esposta l’effige raffigurante il Martirio di Santo Stefano. Infatti, il giovane Stefano apparteneva alla prima comunità cristiana, che applicò integralmente la “carità fraterna”, infatti i suoi appartenenti mettevano i loro beni in comune con gli altri, e ad ognuno veniva distribuito equamente quanto bastava per il sostentamento giornaliero. Quando la comunità crebbe, gli apostoli affidarono il servizio di assistenza giornaliera a sette ministri della carità detti diaconi. Tra questi spicca il giovane Stefano che, oltre ad occuparsi dell’amministrazione dei beni comuni, si prodigava nell’annuncio della buona novella tanto da indurre i giudei a catturarlo, e portarlo nel sinedrio, dove venne giudicato e condannato alla lapidazione. Fu trascinato fuori dalla città e lapidato, durante l’eccidio Stefano primo martire, pronunciò le stesse parole di Gesù sulla croce:”Signore, non imputar loro questo peccato”. Nel 415 furono ritrovate le sue reliquie, e più tardi una parte di queste fu portata nell’isola di Minorca, dove gli abitanti cristiani per l’entusiasmo e la devozione per il primo martire, trucidarono gli ebrei emigranti sull’isola. La festa del primo martire fu celebrata sempre il giorno dopo il Natale, tra i “comites christi” coloro i quali erano stati più vicini alla manifestazione di Cristo perché per primi ne resero testimonianza. Saulo, testimone della sua lapidazione, ne raccoglierà l’eredità spirituale diventando Apostolo delle genti. La devozione verso Santo Stefano primo martire è già molto viva fin dal ritrovamento delle sue reliquie sparse in tutto il mondo, ma anche la nostra chiesa di Capua raccoglie nel suo tesoro un pezzo del braccio di S. Stefano, e giunge molto sentita fino ai nostri giorni.