NAPOLI – Valter Lavitola, l’ex direttore dell’Avanti latitante in Sudamerica dal 14 ottobre 2011, è rientrato stamattina in Italia e subito gli sono piovute addosso nuove accuse: associazione per delinquere legata ai fondi per l’editoria – accusa contestata anche al senatore Sergio De Gregorio, per cui sono stati chiesti al Senato gli arresti domiciliari – e corruzione internazionale, con riferimento a mazzette che sarebbero state incassate dal presidente di Panama Ricardo Martinelli. Lavitola – piumino blu smanicato, maglioncino bianco, jeans, scarpe da ginnastica, zainetto beige in spalla e un piccolo trolley – è stato prelevato a Fiumicino dalla Polizia e poi trasferito nel carcere di Poggioreale di Napoli. Il nuovo doppio filone di indagine coinvolge complessivamente 19 persone. Dieci gli arresti: 6 in carcere e quattro ai domiciliari. Tra le accuse, vi è la corruzione internazionale per presunte tangenti al presidente, al ministro della giustizia e ad altri esponenti del governo di Panama, per un appalto da 176 milioni di euro per la realizzazione di carceri. Il valore dei beni promessi è stimato in circa 28 milioni di euro (compreso un elicottero da 8 milioni) mentre le somme effettivamente corrisposte sono di 530 mila euro e 140 mila dollari, consegnati in una valigetta.
Secondo le fonti di prova acquisite dai pm di Napoli Henry John Woodcock e Vincenzo Piscitelli ”emerge chiaramente, a livello di gravità indiziaria, il coinvolgimento, oltre del Lavitola nel ruolo di intermediario, del Presidente di Panama Martinelli e di uomini del suo governo nel mercimonio”. Altre accuse riguardano i finanziamenti all’editoria: somme incassate a titolo di contributi per l’editoria dall’Avanti sarebbero state distratte dalle casse della società editrice e destinate a ”soggetti domiciliati all’estero”. Inoltre ci sono anche oltre 500 mila euro ”ricevuti dal partito politico Forza Italia” tra le somme ricevute da Valter Lavitola ”la cui effettiva causale è oggetto di accertamenti in corso” da parte degli inquirenti napoletani.