BELLONA – È passato un anno preciso da quel tragico pomeriggio del 22 gennaio del 2018, quando la comunità di Bellona e tutti i comuni limitrofi furono scossi da una strage famigliare (femminicidio-suicidio). Furono ore di tensione all’insegna della tragica follia e con scene da far west in via Aldo Moro a Bellona, dove Davide Mango, un ex guardia giurata di 47anni, imbracciò il fucile uccidendo prima la moglie Anna Carusone e poi tentò di rincorrere la figlia quattordicenne. Ed ancora, sempre il Mango, si affacciò dal balcone di casa e continuò a sparare all’impazzata su quanti casualmente passavano in quel momento in via Moro, colpendo con molti proiettili di pistola autovetture e gente, fino a ferire ben cinque persone, compreso il Comandante della Stazione dei Carabinieri di Vitulazio, il Luogotenente Crescenzo Iannarella. A Bellona, nel giro di un’ora, giunsero oltre un centinaio di uomini delle forze dell’ordine, tra Carabinieri e Polizia di Stato, tra cui anche i vari gruppi speciali come il RIS ed il GIS dell’Arma, oltre ai Vigili del Fuoco ed il personale sanitario del 118. Quel giorno, arrivò anche la folta carovana di giornalisti locali e nazionali, che in diretta trasmisero quelle interminabili ore di trattative tra Davide Mango, asserragliato in casa e che minacciava di far salvare lo stabile con una bombola di gas, ed i Carabinieri che cercavano di convincerlo ad arrendersi. Sul posto giunsero anche gli anziani genitori del Mango che invano tentarono di convincere il figlio a desistere, ma alla fine, l’ex guardia giurata si sparò un colpo di pistola alla testa.
A distanza di un anno preciso, da quella strage che segno l’intera comunità bellonese, pastoranese, camiglianese e tutto l’agro caleno, con una donna uccisa ed il marito che si tolse la vita, una quattordicenne rimasta orfana di entrambi i genitori, abbiamo deciso di riproporvi tutte le immagini inedite (video e foto) registrate, in quelle infernali ore, dalla redazione di Caleno2ore. Le immagini di questa tragedia serviranno anche a non dimenticare la vita spezzata ad Anna e tutte le altre donne vittime di femminicidio e per sensibilizzare le persone a rivolgersi, in tempo utile, alle autorità preposte (forze dell’ordine, magistratura ed assistenza sociale), per denunciare o segnalare comportamenti violenti al fine di evitare ulteriori tragedie, come quella bellonese. Infatti, l’escalation delle violenze domestiche, che mostrano sempre l’identico copione, in questo ultimo anno, non sono mancate alle nostre cronache locali…
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