PIGNATARO M. – Una deposizione fiume del collaboratore di giustizia Giuseppe Pettrone, ha caratterizzato l’udienza di questa mattina (16 ottobre) del troncone del procedimento “Caleno” che vede alla sbarra lo storico capoclan Raffaele Antonio Ligato e i due figli (Pietro e Antonio) – oltre a Primo Letizia, Michele Lettieri, Maurizio Mauro e Pietro Mercone. Interrogato dal pm della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, Liana Esposito, “uccello” (questo il soprannome dell’ex plenipotenziario del clan Lubrano – Ligato) ha raccontato della ripartizione dei clan di Pignataro Maggiore, della loro diversa collocazione nello scacchiere camorristico campano, degli affiliati, delle estorsioni, delle armi, degli attentati e degli omicidi.
Davanti alla seconda sezione della Corte d’Assise del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (presidente Maria Alaia, giudice a latere Eleonora Pacchiarini), Pettrone ha raccontato che, all’inizio degli anni ’90, i Lubrano erano legati a doppio filo ai Nuvoletta di Marano (il primogenito Raffaele Lubrano detto “Lello” aveva sposato la figlia di Lorenzo Nuvoletta), mentre gli Abbate e i Ligato erano il riferimento pignatarese del clan dei “casalesi”.
Dopo il pentimento di Antonio Abbate (“Seppi della collaborazione da Nicola Palladino, perché all’epoca lavoravo alla Cls. Pochi giorni dopo, fu riportato anche dai giornali”, ha riferito l’ex affiliato al clan Piccolo), però, i clan decisero di vendicarsi uccidendo suo padre, Raffaele Abbate. Il pentito ha indicato come mandante dell’omicidio il vecchio capocosca Raffaele Antonio Ligato e come esecutori il figlio “Pierino” e Giuseppe Lubrano. Questi ultimi erano già finiti sotto indagine qualche anno fa, dopo gli accertamenti fatti con la tecnica del guanto di paraffina, ma furono scagionati. Oggi, invece, il collaboratore li indica – di nuovo – come responsabili dell’assassinio, descrive le armi usate e anche la macchina (una Mercedes priva di targa), ma – soprattutto – indica il nome di un presunto testimone oculare. Secondo Pettrone, infatti, il test attendibile sarebbe Renato Scialla (probabilmente un noto professionista di Pignataro).
L’udienza, che già era cominciata con notevole ritardo, si è chiusanel pomeriggio. E’ stato, invece, rinviato il controinterrogatorio del pentito da parte del collegio difensivo (Antonio Di Micco, Luciano Polizzi, Angelo Raucci, Mariano Omarto, Alessandro Barbieri, Giuseppe Romano, Carlo De Stavola, Nicola Filippelli, Emilio Martino). Il processo è stato aggiornato a domani, quando sfileranno altri tre test dell’accusa.