In occasione dell’inaugurazione della nuova sede, la Piccola Libreria 80mq si racconta su Caleno24ore

In occasione dell’inaugurazione della nuova sede, la Piccola Libreria 80mq si racconta su Caleno24ore

CALVI R. – È dal 2009, anno della sua fondazione, che la Piccola Libreria 80 mq si occupa di legalità e di temi importanti da un punto di vista sociale. Il “laboratorio” è gestito da tutti ragazzi di età inferiore ai 30 anni e residenti a Calvi Risorta e nei paesi limitrofi. In occasione dell’apertura della nuova sede, la cui inaugurazione si è tenuta la scorsa domenica, a noi di caleno24ore.it è sembrato opportuno e doveroso dare voce e spazio a chi come loro si fa portavoce di un messaggio che nella nostra terra spesso lascia colpevolmente indifferenti: l’importanza della legalità e della lotta alle ingiustizie e in particolar modo a quelle perpetuate da organizzazioni criminali come la camorra.

 

Innanzitutto direi di cominciare dalla nascita della Piccola Libreria 80 mq e dalla vostra definizione di laboratorio socio-politico-culturale. Cosa in particolare vi ha spinto a fondare un’associazione di questo stampo? E che cos’è un laboratorio socio-politico culturale?

L’idea di fondo era quella di creare uno spazio aggregativo per chi volesse farsi promotore della libera espressione, della sensibilizzazione sulle ingiustizie sociali, dei diritti e dei doveri. Ecco perché questa dicitura “un po’ pesante” di “socio-politico-culturale”. La libreria è venuta da sé ed è autogestita seppur consapevoli di essere in un territorio dove qualsiasi regola di mercato consiglierebbe di desistere perché antieconomica e poco efficace. Invece noi abbiamo dimostrato che le cose “antieconomiche e inefficaci” funzionano benissimo e danno anche enormi benefici. Forse non economici… Ma sociali e culturali.

Negli anni vi siete sempre distinti per l’organizzazione di eventi molto interessanti e allo stesso tempo molto diversi tra loro. Dai corsi di chitarra e tammorra alla proiezione di film, dalle presentazioni di libri al mercatino equo-solidale passando per conferenze ed eventi di musica live. Quale iniziativa ha riscosso il maggior interesse e quale invece ha deluso le vostre aspettative di partecipazione e coinvolgimento?

Abbiamo avuto alti e bassi com’è normale che sia. Ma siamo lo stesso molto soddisfatti di quanto fatto finora.  Tutto ciò che facciamo lo facciamo prima di tutto partendo dalle nostre esigenze. Dunque fin quando ci saremo noi, niente sarà deludente. Oltre la manifestazioni e gli eventi, però, hanno molto importanza anche i lavori meno visibili, come i progetti di rete avviati nell’Agro Caleno o nel vairanese. Reti tra realtà operanti sul territorio, con fini sociali e di difesa dei beni comuni, dove confluiscono molte realtà associative e decine di giovani vogliosi di cambiare lo stato delle cose. Con la Rete Calena Beni Comuni stiamo lavorando per rispondere al poco interesse mostrato dall’amministrazione comunale calena alla proposta di adesione al programma di “Rifiuti Zero”, un programma a lungo termine per ridurre il consumo di rifiuti e implementare la raccolta differenziata. Ma assicuriamo che non ci arrenderemo anche perché siamo certi che a breve tutta Calvi Risorta discuterà di “Rifiuti Zero”.

Uno dei vostri impegni principali è la lotta contro le mafie. In questa encomiabile battaglia quale è stato il ruolo e la partecipazione delle istituzioni preposte?

Il nostro modo di trattare la tematica è distante anni luce da quello delle istituzioni. Non per divergente di vedute, ma perché il compito della parte civile della società deve essere quello di raccontare e sensibilizzare l’opinione pubblica su queste tematiche. Le istituzioni invece hanno il compito di salvaguardare la legalità e contrastare in modo diretto i clan. Noi, da parte nostra, non abbiamo l’arroganza di dire se il loro operato sia giusto o meno. Certo è che si potrebbe fare di più.

In questi anni avete avviato collaborazioni con Libera, Emergency e altre importanti associazioni no-profit. Quali iniziative vi hanno visto coinvolti e quali avete proposto loro?

Con “Emergency” il rapporto è stato da subito collaborativo a pari merito. Una profonda amicizia ci unisce a Fabio Vallante, responsabile provinciale dell’ONG, e più volte ci siamo seduti intorno ad un tavolo per discutere di come portare avanti la campagna in difesa di una vita dignitosa per tutti, promossa proprio da “Emergency”. Con “Libera” invece la collaborazione è più saltuaria; in particolare, il legame forte è con alcune cooperative che coltivano i terreni espropriati alla camorra. Con loro lavoriamo spesso per promuovere il riutilizzo sociale ed etico di quei terreni, come accaduto questa estate al “Festival dell’Impegno Civile” che ci ha visto presenti a molte delle tappe nel casertano.

Qual è la fascia di età che si è mostrata più sensibile alle tematiche da voi affrontate?

Con molta soddisfazione possiamo dire che l’età in cui riscuotiamo il maggior successo è sicuramente molto giovane. Ciò non toglie che in base al tipo di evento proposto, ci rivolgiamo ad un pubblico molto variegato. Non poniamo alcun tipo di paletto insomma.

In quanti avete iniziato questo percorso e quanti sono gli iscritti attuali?

Le prime riunioni contavano il modesto numero di sei soci, erano molto lineari e duravamo massimo un’ora. Ora facciamo assemblee con quindici persone o più, il che genera il caos senza pari che oramai ci contraddistingue.

Come si diventa soci e qual è il costo della quota associativa? Oltre ad essa, godete di finanziamenti sia pubblici che privati?

La figura del socio per noi è molto marginale. Chi lavora per la “Piccola Libreria 80 mq” è già attivista del laboratorio indipendentemente da quote sociali, tessere o contributi. Basta venire un qualsiasi mercoledì alle 21.30 alle nostre assemblee per essere parte attiva della libreria e del laboratorio. Ovviamente abbiamo bisogno di autofinanziarci, anche alla luce del fatto che non abbiamo mai ricevuto alcun finanziamento dagli enti pubblici. Ragion per cui annualmente avviamo la nostra campagna tesseramento che serve, appunto, a sostenerci. Ma anche in questo non vogliamo mettere barriere; chi vuole tesserarsi può scegliere tra una quota annuale di 10 € o 20 €, oppure può dare un contributo mensile di 5 €. La nostra regola infatti è “ognuno dà in base alle proprie disponibilità”. Oltre il tesseramento, essendo una libreria oltre che un laboratorio sociale, la vendita dei libri ci consente qualche altra entrata. Poi ci sono anche i contributi e le offerte che i singoli scelgono di farci in occasione delle varie manifestazioni organizzate.

Avete già in programma eventi e manifestazioni future?

Ovvio! Grandi cose. Ma per il momento non vi sveliamo ancora niente e anzi, cogliamo l’occasione per invitare chiunque sia interessato ai nostri futuri programmi di seguirci sul sito www.piccolalibreria80mq.it .

Intervista a cura di Luca Cotecchia Mancini

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