PIGNATARO M. – Riprenderà domani (24 ottobre), davanti alla seconda sezione della Corte d’Assise del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, il processo – nato dall’inchiesta “Caleno” – che vede imputati il capo clan Raffaele Ligato, i figli Pietro e Antonio, Primo Letizia, Michele Lettieri, Maurizio Mauro e Giuseppe Pettrone. Nell’udienza di domani mattina ci sarà il controesame da parte del collegio difensivo (composto dagli avvocati Antonio Di Micco, Luciano Polizzi, Angelo Raucci, Mariano Omarto, Alessandro Barbieri, Giuseppe Romano, Carlo De Stavola, Nicola Filippelli, Emilio Martino), del collaboratore di giustizia Pettrone. I legali degli imputati dovranno cercare di mettere in difficoltà il pentito, sottolineando eventuali contraddizioni nelle dichiarazioni rese in fase di indagine e nel corso dell’udienza del 16 ottobre scorso. Mercoledì (25 ottobre), invece, sarà la volta di altri tre test dell’accusa. In base all’ex articolo 195 del codice di procedura penale, il pubblico ministero ha fatto richiesta di chiamare a deporre altre persone citate dai testimoni già sentiti. Richiesta accolta dal presidente della Corte d’Assise, Maria Alaia, che ha autorizzato i sostituti della Direzione distrettuale antimafia di Napoli (i titolari dell’inchiesta sono i pm Giovanni Conzo e Liana Esposito) a far deporre il ras del clan dei “casalesi”, Carlino Del Vecchio, e Domenico Buonomano. Il primo, capozona della cosca dei “Mazzoni” sui territori di Capua e Santa Maria Capua Vetere (oggi detenuto), è accusato anche – secondo quanto racconta il pentito Pettrone – di aver cercato di freddare a colpi di arma da fuoco Pierino Ligato, perché avrebbe avanzato richieste estorsive a Raffaele Angelo Palma, imprenditore legato al clan dei “casalesi”. Nel corso della stessa udienza sarà sentito anche il giornalista professionista Vincenzo Palmesano, vittima delle “attenzioni” del clan Lubrano-Ligato per le inchieste giornalistiche realizzate sugli affari dell’organizzazione criminale dell’Agro Caleno.
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