“Scrivi al Direttore”, un lettore fa una analisi di Vitulazio tra passato e presente

“Scrivi al Direttore”, un lettore fa una analisi di Vitulazio tra passato e presente

VITULAZIO – Un nostro lettore ci invia un contributo che collega il passato e il presente di Vitulazio:

E’ a partire dai ’60 che a Vitulazio sembro’ svilupparsi una politica di tipo e carattere veramente urbano: gli echi delle lotte operaie e il proporsi di grandi masse sul proscenio della democrazia determinavano da noi l’affermazione di partiti che si vedevano impegnati nella modernizzazione del nostro centro. Partito socialista e Democrazia cristiana davano vita ad accanite dispute per la contesa dell’amministrazione. Per lunghi anni il PSI riusciva a dare scacco alla DC conquistando e detenendo l’Amministrazione fino agli anni 80 quando per breve tempo condivideva con il PCI la giunta. Nel nostro Comune si vedevano anche altre formazioni politiche nel periodo dai ’60 agli ’80 ecc., e molti cittadini si riconoscevano in programmi di altre espressioni politiche pur senza stabile radicamento locale. C’erano anche missini o repubblicani, socialdemocratici e anche monarchici o cittadini di tendenza estremistiche che simpatizzavano con formazioni extraparlamentari. E anche l’Azione Cattolica partecipava alla politica nel foro di Vitulazio. Tuttavia le apparenze non avrebbero dovuto ingannare poiché tutta quella certa animosita’ era effetto di/e conseguenza/di innovazioni che si producevano ad un livello nazionale e centrale o comunque soprattutto nelle grandi citta’ ma non qui da noi dove saremmo restati marginali e distanti per molto tempo ancora e almeno fino al duemila, e all’era della globalizzazione e della costituzione poi della UE, dalle tendenze che avrebbero segnato il passaggio dalla Repubblica fondata sulla costituzione del ’48 alle nuove realta’ espressione del postmoderno con la cultura post industriale e la pretesa nuova repubblica in cui le regole erano e sono dettate da interessi finanziari, societari privati e soprattutto da una Europa che ci riporta ad un passato che direi “guglielmino”. Da noi allora si manifestava solo un generico coinvolgimento nella prassi dell’arco costituzionale dove l’unica vera rottura con il passato comunque sarebbe stato il Compromesso come istanza di governo di respiro piu’ libero e non di contingenza. Ma in seguito la politica sarebbe cambiata e sarebbe diventata tecnicistica, personalistica e forse razionalistica. E quel dibattito che tanto aveva appassionato intorno ai motivi dell’accumulazione e della pianificazione soprattutto nei ’70 cadeva per cedere al culmine produttivistico e iperaziendalistico che in nome del privato faceva dismettere il welfare e apriva la strada al liberismo del mercato e alla nuova cultura liberalistica di servizi, comunicazione e saperi. Il tutto in nome del superamento delle ideologie e in generale di ogni visione classista delle societa’. Le classi lavoratrici erano sottoposte ai regimi di mobilita’ e a mansioni flessibili che ne avrebbero spezzato l’unita’ e ridotto l’autonomia politica ai diritti di cittadinanza in nome di un avanzamento democratico pagato con la rinuncia alla lotta di egemonia per la conquista di una citta’ futura e la liberta’ dal lavoro. Ma c’era quella mediazione di cui esisteva una versione di destra e una versione di sinistra circa un conservatorismo neoliberale e un riformismo dello stato sociale che alla fine erano sintetizzate con la espressione dell’unico credo della New economy. Anche da noi a Vitulazio avveniva qualcosa di simile con la cooptazione del cittadino nelle espressioni civiche il cui risultato amministrativo era la formattazione del patrimonio civico con la compravendita di diritti collettivi e beni comuni. Il riverbero ideologico sarebbe stato il nichilismo e la distruzione di valori mutualistici operai e di cooperazione sociale per il lavoro. Oggi c’e’ desolazione dove l’unico dovere sembra il far fronte con urgenza alle tante aberrazioni di politiche tese opportunisticamente a distribuire vantaggi privati agli speculatori, prebende a servizievoli cittadini e rendite in lucro al personale politico e amministrativo. Una domanda per finire: sono tutti fascisti senza neppure accorgersene? Io resto convinto che l’unico vero movimento antifascista di passato, presente ed avvenire sia quello comunista.

Lettera firmata

Raffaele Sgueglia

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