Quante volte visitando una chiesa o le vestigia di un tempio antico siamo rimasti rapiti da una sensazione di stupore e di meraviglia? Cosa ha guidato i nostri avi nell’individuazione dei luoghi per la costruzione degli edifici sacri? Oggi possiamo saperne qualcosa in più grazie a un libro appena pubblicato dalla casa editrice Jaca Book, con il titolo “Dizionario dei luoghi del Sacro” (408 pagine, 40 euro), volume con contributi dei maggiori studiosi del settore coordinati da Mircea Eliade, indiscusso padre della storia delle religioni. Il libro, ben curato anche nell’impaginazione, è impostato proprio sotto forma di dizionario, con i lemmi in ordine alfabetico che vanno dalla A di “Albero cosmico dei germani” alla B di “Basilica, cattedrale e chiesa”, fino alla Z di “Zen”, rendendolo utile sia per una lettura complessiva sia per ricerche e approfondimenti specifici. Non c’è espressione cultuale o religione che non abbia un luogo del sacro o del culto in cui si concentrano le tre costanti di simbolo, mito e rito; come attestano i più affermati studiosi della materia, nelle voci che compongono questo particolare dizionario, esso designa semplicemente un luogo (dal latino) “sacer”, cioè «separato» dalla vita terrena e mortale e adibito a consentire il rapporto tra gli uomini e il divino. Nelle pagine possiamo trovare le più complicate e raffinate elaborazioni dei luoghi del sacro e quelle più remote ed arcaiche degli antichi greci e degli indiani, cui era sufficiente accendere un falò destinato ai sacrifici rituali all’interno di un quadrato tracciato nel terreno per ergerlo a luogo sacro, attribuendovi in tal modo un rilievo speciale.
I templi e i complessi monumentali delle grandi civiltà euroasiatiche, mediterranee, dell’Estremo Oriente, fino alle Americhe e all’Oceania, sono tutti il prodotto della volontà umana di assegnare a specifici luoghi l’incontro tra umano e soprannaturale, tra umano e divino. Nel dizionario vengono prese in considerazione sia le religioni maggiori sia quei culti che in passato erano giudicati minori, in cui si incontrano sempre le tre costanti del sacro: simbolo, rito e mito. Inoltre le voci sono molte volte accompagnate da illustrazioni che aiutano a comprendere meglio la struttura e l’evoluzione nel corso dei secoli degli edifici e dei luoghi in essi descritti. Una lettura davvero interessante e adatta sia per gli “addetti ai lavori” sia per i semplici curiosi che si avvicinano per la prima volta a queste tematiche.
Massimiliano Palmesano