Il consigliere comunale Adduce pubblica immagini di alunni minorenni sui social: scoppia la polemica. Arrivano le proteste di alcuni cittadini

Il consigliere comunale Adduce pubblica immagini di alunni minorenni sui social: scoppia la polemica. Arrivano le proteste di alcuni cittadini

PIGNATARO M. – Da qualche giorno sta animando il dibattito pubblico pignatarese la scelta del consigliere comunale Amelia “Lia” Adduce di pubblicare sulla propria pagina politica socialdelle immagini che ritraggono dei bambini. Anche se ormai il mondo politico globale vive di autopromozione utilizzando anche in modo estremo le nuove tecnologie, ha fatto storcere il naso a più di qualche internauta la diffusione delle immagini di soggetti deboli. Prima di addentrarci nell’analisi delle accuse, vediamo quali sono i fatti.
Il 13 febbraio scorso, alle ore 14.57, il consigliere con delega alla Pubblica istruzione pubblica un post, sulla propria pagina facebookdi “personaggio politico”, nel quale sono caricate due foto che ritraggono la stessa Adduce (che tra l’altro è insegnante in un comune limitrofo) con vari bambini (con volto scoperto e chiaramente riconoscibili) seduti a tavola – supponiamo nella mensa scolastica dell’Istituto comprensivo “Madre Teresa di Calcutta”. A corredo delle immagini è scritto: “Oggi a pranzo sono ospite degli alunni della Scuola Primaria Pascoli. Abbiamo gustato prodotti #biologici, ceci, spinaci e frutta (come stabilito da contratto). Proprio quello che ci voleva prima delle #abbuffate di carnevale!! Buon appetito a voi anche da tutti i bambini e le straordinarie maestre”.
Possiamo evincere dal post che, essendo l’esponente di “Ricoloriamo Pignataro” delegata alla pubblica istruzione e componente della commissione mensa comunale, abbia fatto visita ai bambini del plesso di via Medaglia d’Oro per verificare che la ditta affidataria del servizio mensa somministri realmente i prodotti biologici ai piccoli alunni della primaria. Fin qui nulla di strano.
Le polemiche nascono dalla pubblicazione delle immagini dei minori. Alcuni lettori, infatti, nelle loro segnalazioni hanno accusato la Adduce di aver utilizzato quelle foto non per finalità istituzionali ma per ragioni politiche. Rispetto a questa interpretazione, va detto che se il consigliere di maggioranza non avesse pubblicato quelle immagini, probabilmente la visita sarebbe rientrata tra le normali attività di verifica da parte dell’organo amministrativo del lavoro svolto da una società pagata dal Comune. Nel momento in cui la visita, però, viene certificata con delle foto che ritraggono dei minori e che vengono pubblicate sulla pagina politica su un popolare social network, le cose cambiano.

La pagina sulla quale è apparso il post.

Ogni cittadino che vive in Italia, infatti, è tutelato da norme che regolano il trattamento dei dati personali per evitare ogni tipo di abuso e di rischio rispetto alla diffusione incontrollata di informazioni riservate. Tale tutela diventa ancora più stringente per i cosiddetti “soggetti deboli” come ad esempio i minori. Il nostro caso riguarda dei minorenni che frequentano la scuola per i quali il diritto alla riservatezza è previsto dallo Statuto delle studentesse e degli studenti, al fine di evitare la divulgazione non corretta di dati personali che potrebbero avere delle ricadute negative sulla personalità dello studente. Per queste ragioni, solitamente, le scuole a inizio anno sottopongono ai genitori degli alunni minorenni una autorizzazione da firmare (una informativa prevista ai sensi dell’articolo 13 del Codice della privacy) nella quale si specifica l’uso che sarà fatto delle immagini dello studente realizzate a scuola o per attività scolastiche.
Ma quali sono le immagini da poter utilizzare? Secondo il Garante della privacy soltanto quelle istituzionali, cioè tutte quelle foto il cui uso è indispensabile per la ricaduta didattica di un qualsiasi progetto. Molte scuole, infatti, descrivono nel Piano triennale dell’offerta formativa i motivi didattici che rendono necessaria la pubblicazione delle fotografie, predisponendo un regolamento utile a individuare i casi istituzionali in cui sia lecita la pubblicazione delle fotografie nelle quali sono riconoscibili gli studenti. Sempre secondo il Garante, invece, non possono essere pubblicate sul sito web istituzionale della scuola fotografie degli studenti per fini non istituzionali, neppure con il consenso degli interessati. Anche in manifestazioni come le recite scolastiche le foto, infatti, diventano legittime se realizzate per fini personali e destinate alla fruizione in ambiente familiare.
Tornando al nostro caso, secondo quanto si evince dal post del capogruppo di maggioranza, le foto pare non siano state realizzate né per una manifestazione pubblica né per fini istituzionali della scuola (casomai per fini istituzionali del Comune), violando – secondo alcune segnalazioni – le indicazioni della Convenzione di New York del 1989, le direttive europee e il regolamento sulla privacy. Non avendo l’autorità per poter intervenire, giriamo pubblicamente le segnalazioni dei nostri lettori – comprese le richieste di chi chiede perfino le dimissioni della Adduce da delegata alla pubblica istruzione – agli organi istituzionali e politici competenti.

Red. Cro.

N.d.R. Nelle immagini del post non abbiamo volutamente riportato le immagini “incriminate” per evitare l’effetto moltiplicatore che potrebbe danneggiare ulteriormente i diritti dei minori fotografati.

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