A Formia Minieri presenta la nuova versione del suo successo editoriale, “Pascia’”

A Formia Minieri presenta la nuova versione del suo successo editoriale, “Pascia’”

FORMIA – Il 18 maggio, a partire dalle ore 19, presso la “Terrazza Smeraldo” di Vindicio a Formia, Salvatore Minieri presenterà il suo nuovo lavoro editoriale “Pascià, il clan dei Casalesi è nato in una discoteca”, versione aggiornata e arricchita di nuovi capitoli del precedente volume “I Pascià”, arrivato alla terza ristampa, tra i testi di maggiore successo nel settore delle monografie sulla criminalità organizzata internazionale.

Alla prima uscita del libro di Minieri, ci sarà Francesco Furlan, giornalista, esperto delle dinamiche politiche e delle tracce oscure che scorrono sotto il litorale formiano, territorio che è la quinta scenica sulla quale scorrono i capitoli de “Pascià”. Con Furlan, ci sarà Giovanni Pezzulo, responsabile della Edizioni Italia, casa editrice che ha realizzato il nuovo lavoro di Salvatore Minieri. Il volume è stato accompagnato da un successo straordinario, già dalla prima edizione e, oggi, l’autore ha realizzato una versione completamente nuova con capitoli che raccontano alcune delle storie più incredibili del mondo criminale e politico che si è sviluppato per quattro decenni, in Italia e nelle stanze più oscure del Lazio. Una regione, secondo le inchieste degli ultimi anni, che ha rappresentato il vero nodo tra massoneria, camorra casertana, criminalità romana, politica nazionale e referenti dei cartelli colombiani del narcotraffico.

Un libro scritto in due anni di studio e analisi di documenti che, per tre decenni, nessuno aveva mai riportato fuori dalla polvere del tre agosto 1985, la notte in cui esplose la discoteca realizzata dal clan Bardellino nel cuore del litorale formiano. In quella tragedia, persero la vita due ragazzi e rimasero feriti tantissimi giovani che quella sera affollavano le piste del Seven Up, la più grande discoteca d’Europa costruita, come dichiarò il pentito Carmine Schiavone, per riciclare i miliardi della droga e degli affari illeciti del clan sanciprianese. Sulle cause di quello che venne rubricato frettolosamente come “incidente”, aleggia ancora un fitto mistero e una spessa coltre di silenzio che “Pascià” prova a diradare con una teoria ben precisa, supportata da documenti mai pubblicati prima. Ma, la nuova edizione del successo editoriale di Salvatore Minieri, è già richiesta in prenotazione, soprattutto, per i nuovi capitoli che parlano della Banca Popolare del Golfo di Gaeta, il gioiello di corruzione e miliardi che il clan Bardellino impiantò nel cuore del litorale pontino. La banca resta ancora oggi la perfetta sintesi tra interessi mafiosi e direttive massoniche, nel riciclaggio del danaro proveniente dalle attività illecite del clan di San Cipriano d’Aversa e della Banda della Magliana che, in quegli anni, puntò gli occhi su Formia, tanto da far registrare frequenti visite del cassiere del gruppo criminale di De Pedis. Enrico Nicoletti, infatti, risultò essere in stretta vicinanza con il manager della holding Bardellino, Aldo Ferrucci, vero manovratore delle spericolate operazioni imprenditoriali dei Casalesi a Formia e sul litorale laziale. Altri capitoli provano a mettere in correlazione la presenza di uomini vicini alla consorteria criminale di Antonio Bardellino con la discarica di Borgo Montello e il terrificante massacro di don Cesare Boschin, parroco che si era battuto per far chiudere i grandi invasi dei rifiuti, gestiti in parte anche da manager riferibili ai boss di San Cipriano d’Aversa e al clan Schiavone di Casal di Principe.

“Pascià”, testo imperniato, soprattutto, sulla genesi della mafia casalese e delle propaggini criminali che hanno trovato maturazione piena nel basso Lazio, ad oggi, è stato presentato in tutta Italia e in alcune città europee, ma non ha mai ottenuto il “placet” per eventi editoriali nella zona di provenienza del clan Bardellino. Le associazioni che fanno riferimento al mondo dell’antimafia, nell’area compresa tra Casal di Principe e San Cipriano d’Aversa non hanno ancora ritenuto opportuno organizzare una presentazione per il libro che descrive organicamente le dinamiche di sviluppo internazionale delle organizzazioni criminali casertane. Un segno, questo, che getta coni d’ombra ancora più inquietanti di quelli lasciati dal clan Bardellino.

Salvatore Minieri (1973

È giornalista professionista, scrittore e reporter.

Ha lavorato per Il Mattino , La Gazzetta di Caserta, Il Roma, Corriere di Caserta, Italia News. Le sue inchieste hanno portato alla luce alcuni scandali nel campo delle ecomafie operanti nel Mezzogiorno italiano.

Nel gennaio del 2008, dopo la pubblicazione di una sua inchiesta sui beni gestiti dalla malavita organizzata, è stato vittima di un attentato intimidatorio a colpi di arma da fuoco, nei pressi della sua abitazione.

Ha pubblicato il libro, nel 2014, “I Padroni di Sabbia – Castel Volturno, storia di un abbandono”, sulla condizione delle coste campane e dei corsi d’acqua avvelenati in provincia di Caserta.

Nel 2015, un suo reportage ha fatto scoprire la più grande discarica tossica d’Europa, venuta alla luce a Calvi Risorta, in provincia di Caserta.

Nel 2016, ha pubblicato il libro “I Pascià, storia Criminale del clan Bardellino e della discoteca Seven Up”, nel quale ha svelato i segreti della nascita dei Casalesi e le collaborazioni del clan casertano con i cartelli di Escobar, sotto l’egida del Partito Socialista Italiano, della Massoneria e della parte deviata della Democrazia Cristiana. Per la prima volta, ne I Pascià è stata avanzata l’ipotesi di attentato per l’esplosione mortale della grande discoteca di Formia (Latina), gestita proprio dal clan Bardellino con le ombre della Banda della Magliana che avevano iniziato a interessarsi ai pacchetti azionari della struttura. Il libro è stato stampato in tre edizioni, visto lo straordinario successo ottenuto a pochi mesi dall’uscita.

A luglio del 2017, ha pubblicato il libro “Criminal, Enriqueta Martì la donna più sanguinaria d’Europa” (Edizioni Italia, 367 pagine), un viaggio terrificante nella Barcellona di inizio Novecento che tratteneva il fiato al passaggio di Enriqueta Martì, la Vampira di Barcellona, prima donna a sfruttare la pedofilia come fonte “industriale e massiva” di guadagno, tra gli orchi della Catalogna più ricca e borghese. Il libro si è aggiudicato il Premio Letteratura 2017, Fondazione Culturale “A.De Sisto”. Il testo tratta anche della condizione politica europea nei primi decenni del Novecento e documenta le rivoluzioni barcellonesi (con atti mai pubblicati prima) contro lo strapotere del clero e della politica di Madrid.

È stato minacciato più volte dai clan della zona in cui si ostina a vivere. Una delle sue denunce ha trascinato davanti alla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli i figli del ras Vincenzo Lubrano, vicinissimo a Totò Riina e a Bernardo Provenzano, coinvolto, inoltre, nell’uccisione del sindacalista Franco Imposimato, fratello del Giudice Ferdinando (il primo omicidio del viluppo sanguinario tra Mafia, Camorra e Banda della Magliana)

Ha vinto il Premio Nazionale “Olmo” per la sezione Giornalismo d’Inchiesta e gli è stato assegnato il Premio Nazionale “Legalità Campania” e il World Solidarity Award, per il suo impegno professionale in difesa dell’ambiente e della legalità. Vive tra Formia, sul litorale laziale, ee Pignataro Maggiore, in provincia di Caserta.  

C.S.

 

Commenta con Facebook