Affidamento diretto alla Impresud: la Procura della Repubblica avrebbe aperto una inchiesta. 7 gli indagati

Affidamento diretto alla Impresud: la Procura della Repubblica avrebbe aperto una inchiesta. 7 gli indagati

CALVI R./PASTORANO/SPARANISE – Il sostituto della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, dottor Silvio Marco Guarriello, secondo indiscrezioni, avrebbe aperto una inchiesta sull’affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti e di igiene urbana di alcuni Comuni alla Impresud, società di Caserta gestita dalla famiglia Iavazzi. Sotto i riflettori del pm sarebbero finiti gli Enti municipali di Calvi Risorta, Pastorano e Sparanise, Comuni che a parole volevano combattere la Holding casertana per quanto riguarda la localizzazione di una centrale a biomasse nell’Agro caleno e che nei fatti la favoriscono con incarichi diretti, pur in un regime non emergenziale. Secondo voci non confermate, sarebbero stati iscritti nel registro degli indagati, oltre a Francesco Iavazzi (titolare della Impresud), il sindaco di Pastorano, Giovanni Diana, e i suoi ex colleghi (sconfitti alle ultime elezioni amministrative del 25 maggio), Mariano Sorvillo e Antonio Caparco. Con loro i componenti dei rispettivi Uffici tecnici comuali, Luigi D’Onofrio e Sergio Santillo. Ancora nessuna conferma sul coinvolgimento dell’allora responsabile del procedimento a Sparanise, Maria Coletta. Le accuse formulate dalla Procura della Repubblica sarebbero di abuso d’ufficio, turbativa d’asta e falso ideologico, aggravati dagli articoli 110 e 81 del codice penale (concorso e continuazione del reato).  

Secondo la Procura, i sindaci e i responsabili del procedimento e Iavazzi quale beneficiato titolare dell ’IMPRESUD srl sarebbero  accusati poiché, illecitamente ed in violazione dell’art 50 del D.lgs 267/2000, deil’art.191, delD.Lgs 152/2006, del d.lvo 163/06, dell’art 19 I. f) del DL 6 luglio 2012 n.95 convertito dalla legge 7 agosto 2012 n.135, del D.lgs. 6 settembre 2011, n. 159 e del D.lgs. 15 novembre 2012, n. 218, illecitamente assumendo quali falsi presupposti l’urgenza di provvedere e l’ipotetico pericolo per la salute pubblica, nonché il caos normativo quale asserito impedimento alla regolare affidamento del servizio con bando di gara di evidenza pubblica (pur in vigenza di chiare norme che attribuivano la competenza). Con tali mezzi fraudolenti e con quelli di seguito descritti turbavano il procedimento amministrativo diretto a stabilire il contenuto dell’atto di gara o dell’atto equipollente concretamente adottato, al fine di condizionare le modalità di scelta del contraente da parte della P.A. e, quindi, illecitamente affidavano il servizio dì raccolta dei rifiuti solidi urbani alla IMPRESUD S.r.l. con diverse ordinanze sindacali, infatti, affidavano detto servizio; senza procedere per tempo ad approntare apposita procedura per l’affidamento del servizio (pur essendo stato emanato il DL 95\12); in assenza del presupposto dell’urgenza e di una situazione di accumulo di rifiuti e di pericolo sanitario necessario per invocare il ricorso all’art 50 TUEL ed all’art 191 divo l52/’06, illecitamente individuavano il soggetto affidatario del servizio: “spezzettando” un servizio che invece viene reso dal Comune in forma continuativa; senza procedere a gara di evidenza pubblica; senza accertare i requisiti della ditta IMPRESUD S.r.L. che ha un capitale sociale di soli euro 11.200 ed era priva della certificazione SOA ad effettuare opere pubbliche. In violazione del D.fgs. 6 settembre 2011, n. 159 del D.lgs. 15 novembre 2012, n. 218 in quanto mediante lo “spezzettamento” degli appalti eludevano l’obbligo di acquisire la comunicazione necessaria per la stipula dei contratti di importo superiore a 150.000 euro; In tal modo, procedevano ad affidamento diretto di un servizio ad una ditta privata per una somma complessiva di 435.016 euro, ed in tal modo determinavano in favore della IMPRESUD S.r.l., un ingiusto vantaggio patrimoniale in danno degli altri soggetti presenti sul mercato ed indebitamente esclusi dalle procedure di affidamento.

Red.

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