BELLONA – Finalmente il 1 Dicembre prossimo, a soli tre mesi dall’apertura delle scuole, sarà ripristinato il servizio mensa per i bambini delle scuole primarie di Bellona. Verrebbe spontaneo chiedersi come mai tale servizio, indispensabile per alcune famiglie, sarà avviato (si spera) con un così grande ritardo, ma come oramai ci ha abituato l’amministrazione guidata dal Sindaco Filippo Abbate, nessuna risposta ufficiale è pervenuta ai cittadini bellonesi.
Visto che le date di apertura degli istituti scolastici sono note con largo anticipo, perché le procedure di affidamento della gara non sono state espletate prima? “Voci di corridoio”, sempre in mancanza di comunicati ufficiali, parlano di malfunzionamenti delle cucine, ma la tesi sembra alquanto traballante, anche perché se fosse pure confermata, dimostrerebbe una grave negligenza e un totale disinteresse verso uno dei servizi che dovrebbe rientrare in quelli primari di una città che si rispetti.
Le vere cause probabilmente sono meramente di natura economica, dato che negli anni precedenti i costi per l’espletamento del servizio venivano ricoperti dalla scuola dell’infanzia e poi restituiti, con estrema lentezza, dal Comune. Ma la situazione finanziaria dei due enti è ben nota, e il braccio di ferro per chi si dovesse accollare le spese è andato a discapito degli unici incolpevoli, ma allo stesso tempo uniche vittime, gli alunni.
Una soluzione tampone è stata avviata dal 12 Novembre su idea del dirigente scolastico, l’istituzione di una mensa fredda. Gli alunni sono invitati a portare da casa una tovaglia monouso, una bottiglia d’acqua e uno dei cibi elencati nell’avviso (di cui alleghiamo una foto). Nonostante l’iniziativa sia di certo meritevole anche qui una domanda sorge spontanea. Guardando i cibi consigliati si nota la totale assenza di insalate, frutta e verdure in generale, con la predominante presenza di panini, pizzette, rustici e cibi fritti.
In una regione con la più alta percentuale di obesità infantile d’Italia (si va dal 21% in età prescolare ad addirittura il 47% per le fasce di età superiori), fermo restando la libertà di decidere di ogni genitore, non sarebbe stato più consono fornire una lista specifica di pasti freddi comprensivi anche di alimenti più salutari? Vero è che questa iniziativa è solo temporanea, ma non è il buon esempio, soprattutto per gli alunni così giovani, quello che conta?
Non è un caso infatti che tra le dieci regole diffuse dal Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro (WCRF) per prevenire le insorgenze tumorali vi siano la raccomandazione di mangiare almeno 5 porzioni al giorno tra frutta e verdura, evitare il consumo di carni conservate (carni in scatola, insaccati, wurstel, ecc.), limitare il consumo di carni rosse (massimo 500g/settimana) e limitare il consumo di cibi ad alta densità calorica.
Come sempre ci troviamo di fronte a una tipica situazione all’italiana, fatta di indifferenza e noncuranza. E come sempre a pagarne le conseguenze sono quelli più deboli e privi di colpe.
Gaetano De Luca