CALVI R. – Nell’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, che questa mattina (15 marzo) ha portato all’esecuzione di 69 ordinanze cautelari, è finito anche “Le Porte dei Parchi”, il progetto elaborato due anni fa e che vedeva nella veste di Comuni partecipanti Francolise (capofila), Alife, Calvi Risorta e Rocca d’Evandro. Proprio per il centro caleno, erano previsti degli interventi di valorizzazione per il Castello Aragonese, la Cattedrale Romanica, il Seminario e la Dogana Borbonica.
I magistrati dell’Antimafia, secondo quanto emerge dall’operazione odierna, stanno indagando su tre affidamenti fatti nell’ambito di tale progetto: quello per il servizio di direzione, misurazione, e contabilità, assistenza al collaudo nonché coordinamento sicurezza in fase di esecuzione dei lavori e per l’affidamento dei lavori; quello dei lavori; quello relativo alla nomina di due figure di supporto al Rup.
In realtà la prima gara era già finita nell’occhio del ciclone vari mesi fa, allorché era stata aggiudicata alla società Archicons Srl, in un raggruppamento temporaneo di professionisti (Rtp) di cui facevano parte anche gli architetti Claudio De Biasio e Gabriella Lanna, e l’ingegnere Antonio Potito Ricigliano. L’Rtp – capeggiato dallo Studio Associato di Architettura Carafa e Guadagno, e composto dalla società B5 Srl e Campagnulo e Associati srl, nonché dall’architetto Federico Libero Italico Federico – arrivato secondo presentò ricorso al Tar della Campania contro i Comuni di Francolise, Alife, Rocca d’Evandro e Calvi Risorta, e la RTP vincitrice dell’appalto, impugnando la determinazione di aggiudicazione definitiva dell’appalto e la scelta dell’Ente di non escludere l’Archicons srl e suoi associati.
L’ottava sezione del Tribunale amministrativo – con sentenza depositata l’8 marzo 2016 – dichiarò il ricorso improcedibile perché, in virtù dell’ordinanza cautelare per la quale il Comune di Francolise aveva confermato la sua decisione (su richiesta dei giudici amministrativi), i ricorrenti avrebbero dovuto rinnovare l’istruttoria e, non avendolo fatto, videro respinto il loro ricorso (leggi qui).
Nonostante la vittoria in sede amministrativa, però, l’appalto negli ultimi mesi era sovrastato dalla spada di Damocle dell’inchiesta della Dda, la quale da tempo stava attenzionando il progetto “Le Porte dei Parchi”, la gara in questione e il ruolo di De Biasio, ridiventato negli ultimi anni un abituale frequentatore delle stanze del potere dell’Agro caleno.
Red. Cro.