Allarme rifiuti elettronici: nel 2015 in Italia prodotte 41mila tonnellate

Allarme rifiuti elettronici: nel 2015 in Italia prodotte 41mila tonnellate

Negli ultimi anni si è assistito ad un vertiginoso sviluppo tecnologico, dalla diffusione capillare dei computer in tutte le famiglie, ai pc portatili, più pratici rispetto al “fisso” e adatti ad un uso fuori casa, contestualmente si è verificata la diffusione dl cellulari, smartphone, tablet oggi invade il commercio. Anche i più riluttanti ad accettare questo rivoluzionario progresso tecnologico, hanno dovuto provvedere alla sostituzione del vecchio televisore a tubo catodico con i nuovi apparecchi al plasma, LCD, ultrapiatti e dalla performance sempre migliore.

Ovviamente ben presto si è presentato il problema dello smaltimento dei rifiuti elettronici, problema che ha investito non solo l’Italia ma tutta l’Europa e tutto il mondo industrializzato. Tra i provvedimenti previsti vi è stata l’istituzione di Consorzi per la raccolta e il riciclo di RAEE, acronimo di “Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche”, per evitare, fra l’altro, l’inquinamento ambientale causato dalla dispersione delle sostanze tossiche contenute.

Da un’indagine condotta dalla Countering WEEE Illegal Trade, finanziata dall’Uninione Europea, risulta che però, in Europa, solo il 35% di Raee è stato riciclato in modo corretto, la maggior parte è stata destinata alle discariche, anche abusive, oppure inviate fuori dall’Unione Europea. Dal punto di vista sanitario ciò significa la dispersione di una quantità impressionante di piombo e mercurio responsabili di gravi malattie per l’uomo, che vanno dal cancro ai danni renali ed epatici; sotto il profilo economico si parla di grosse perdite per l’industria del riciclo.

All’interno dell’Europa i Paesi che hanno riciclato circa l’80% di Raee, sono stati Svezia e Norvegia, collocandosi dunque in cima alla classifica, la maggior parte degli Stati membri dell’UE si attesta intorno al 50%, mentre l’Italia si colloca in fondo, seguita solo da Lettonia, Spagna e Romania.
Nel Bel Paese il Consorzio preposto alla raccolta del materiale elettrico ed elettronico è la Remedia, che ritira i rifiuti dai centri di raccolta comunali. Il servizio espletato da Remedia nel 2015 è stato molto efficiente, infatti sono stati raccolte 41000 tonnellate di rifiuti elettronici.

E’ interessante notare come tra i Raee domestici vi sia una differenza rispetto al passato, infatti oggi la componente di TV e monitor, appartenente al raggruppamento R3, pur rappresentando la percentuale più alta di rifiuti speciali (circa 13 000 tonnellate), è inferiore rispetto al passato, calo legato alla diminuzione della sostituzione fisiologica degli apparecchi a tubo catodico con quelli più moderni. Segue il raggruppamento R3, a cui appartengono frigoriferi e climatizzatori, presenti con oltre 10000 tonnellate.

All’interno dell’Italia vi sono tuttavia notevoli differenze tra una regione e l’altra, e tra le diverse città.
Dall’analisi condotta sul territorio nazionale, l’eccellenza spetta alla Lombardia, che ha raccolto circa 6500 tonnellate di Raee domestici, seguita dalla Campania con 3500 tonnellate e dal Veneto con circa 3000 tonnellate di rifiuti elettronici. Fra le città italiane con una raccolta più elevata di Raee domestici si distingue Milano, seguita da Roma e da Caserta.

Oltre ai danni all’ambiente, questo tipo di rifiuti danneggia gravemente anche la salute umana. L’aria inquinata dai rifiuti elettronici può infatti causare danni al Dna, cancro o malattie cardiovascolari. E’ dunque urgente trovare un’alternativa allo smantellamento di questi rifiuti all’aria aperta, per evitare che le tossine si diffondano. Intanto, nella vita di tutti i giorni, è possibile contribuire a ridurre il numero di rifiuti grazie a piccoli gesti: innanzitutto, i prodotti elettronici possono essere acquistati di seconda mano. L’elettronica usata può essere acquistata anche online su siti come Usato.it, per dare una seconda vita a televisori, smartphone o console per videogiochi ed evitare che prodotti funzionanti diventino rifiuti. Utilizzare i prodotti finché funzionano, sostituendoli al bisogno e non solo per capriccio, è un’altra semplice scelta che può aiutare a ridurre l’impatto che i rifiuti elettronici hanno sul nostro ambiente ma, soprattutto, su noi stessi.

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