CAPUA – Un percorso partito dalla nascita e dal consolidamento dei regimi nazifascisti, fino all’aberrazione dell’Olocausto. Un confronto tra macro e microstoria con due mostre messe a confronto in un unico scenario.
Questo è stato il percorso didattico allestito dall’associazione “La Città del Sole” (con la presenza del professor Giovanni Borrelli, trait d’union tra la scuola e la compagine associativa) all’Istituto tecnico – settore tecnologico “Giulio Cesare Falco” di Capua (CE), volto a sensibilizzare gli alunni su una delle più sconvolgenti tragedie della storia universale. Dal 24 al 29 gennaio, in occasione della “Giorno della Memoria” (27 gennaio) e per il secondo anno consecutivo, l’istituto scolastico guidato dal dirigente Paolo Tutore ha voluto dedicare sei giorni a una seria e condivisa riflessione su una tematica di grandissima importanza, soprattutto alla luce dei valori che sottende. Per tre giorni lo spazio espositivo è stato aperto alle scolaresche e ai visitatori provenienti dai paesi limitrofi. Negli ultimi tre giorni, invece, la mostra è stata visitata con grande partecipazione dagli allievi dell’Itis accompagnati dai rispettivi docenti.
Nel corso della visita, la shoah è stata ripercorsa attraverso la lettura di brani, la visione di documenti e le melodie che ricordano il triste destino di sei milioni di ebrei. L’evento si è concluso questa mattina (29 gennaio) con la visita della mostra da parte dei ragazzi che frequentano l’ultimo anno del corso di studi. A raccontare la storia dell’Olocausto è stato il professore Felicio Corvese, presidente dell’Istituto “Vera Lombardi”, il quale si è soffermato nella descrizione della parte della mostra intitolata ”Sterminio in Europa” e su quella dedicata agli “Eccidi Nazisti a Pignataro Maggiore”, ripercorrendo quelle fasi della Seconda Guerra Mondiale che hanno toccato anche Terra di Lavoro. La manifestazione era inserita nell’ambito delle attività programmate per gli allievi dell’Istituto “G.C. Falco” dalle Funzioni Strumentali Studenti, professori Carmine Lagnese, Antonio Picciola e Caterina Capitelli.