PASTORANO – La Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, diretta dalla dott.ssa Maria Antonietta Troncone, attraverso il “pool” che si occupa di “criminalità economica”, condotto dal Procuratore Aggiunto, il dr. Antonio D’Amato, nella giornata del 22-05-2017, ha completato le operazioni di messa in esecuzione di un decreto di sequestro preventivo, emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del locale Tribunale, avente ad oggetto la disponibilità finanziaria della “Esogest Ambiente”, società a responsabilità limitata con sede in Pastorano alla località Torre Lupara, specializzata nella raccolta dei rifiuti solidi pericolosi e non. Il sequestro è scaturito da una complessa attività d’indagine, condotta dalla Guardia di Finanza del Nucleo di Polizia Tributaria di Caserta, agli ordini del Tenente Colonnello Luca Cioffi, e dalle “fiamme gialle” della Compagnia di Capua, agli ordini del Capitano Eliana Minoia, completata con l’accertamento nei confronti di due società (la “Esogest Ambiente” di Pastorano e la “MecSun” di Valle di Maddaloni) che avevano omesso il prescritto versamento all’Erario delle ritenute fiscali certificate per gli anni di imposta 2011 e 2012.
Per tale reato, gli uomini delle “fiamme gialle”, hanno provveduto anche a notificare un avviso di garanzia al Sorbo, indagato in stato di libertà. Il gruppo imprenditoriale della famiglia Sorbo di Casapulla, in passato titolare di diverse commesse pubbliche nell’agro caleno, con diverse società con sede in Pastorano (Ecologia Sorbo, Esogest Ambiente, Gesia, ecc.…), è finito nel polverone giudiziario, provocato dalle “dichiarazioni” dei vitulatini Alberto Di Nardi e Antonio Scialdone. Infatti, il Sorbo Luciano (detto Luca), quale titolare della Gesia di Pastorano, venne arrestato nell’ambito dell’operazione “Asso-pigliatutto” e poi rimesso in libertà dal Tribunale del Riesame. Infatti, la società del Sorbo, secondo quanto ricostruito dall’indagine riferita all’operazione “Asso-pigliatutto”, per la quale la Procura chiederà il processo per i vari indagati, avrebbe “alterato” il peso del materiale depositato nel proprio impianto, accrescendolo con l’aggiunta di acqua. Un trucchetto, questo delle pesate del rifiuto organico, volto a modifiche i registri di conferimento e gonfiare i compensi a danno dei Comuni che smaltivano presso tale struttura.
comunicato-stampa-della-procura-della-repubblica-di-s-maria-c-v-del-22-5-2017
24-05-2017
Alfredo Di Lettera