Appalto per la raccolta dei rifiuti: il Consiglio di Stato respinge il ricorso della ditta Alba Paciello contro la sentenza riguardante la revoca dell’affidamento per interdittiva antimafia. Il Comune di Vitulazio (non costituito) messo al riparo da eventuali rivalse della società a cui era stato revocato l’incarico

Appalto per la raccolta dei rifiuti: il Consiglio di Stato respinge il ricorso della ditta Alba Paciello contro la sentenza riguardante la revoca dell’affidamento per interdittiva antimafia. Il Comune di Vitulazio (non costituito) messo al riparo da eventuali rivalse della società a cui era stato revocato l’incarico

VITULAZIO – Il Comune di Vitulazio raccoglie i frutti di una controversia sottovalutata dagli amministratori cittadini, ma che rischiava di avere degli effetti deleteri per l’Ente di via Lagnese. La ditta Alba Paciello, società che ha gestito la raccolta dei rifiuti nel centro vitulatino fino al mese di agosto dello scorso anno, aveva presentato ricorso, oltre che contro il Comune di Vitulazio, nei confronti del Ministero dell’Interno, dell’U.T.G. – Prefettura di Caserta, dell’U.T.G. – Prefettura di Napoli, e dei Comuni di Volla, Marcianise e Palma Campania; chiedendo la revocazione della sentenza del Consiglio di Stato concernente la revoca dell’affidamento del servizio di raccolta differenziata per interdittiva antimafia (si tratta del provvedimento interdittivo n. cat 12.b.16/ANT/AREA 1^ emesso il 18 aprile 2014 dalla Prefettura di Caserta). Proprio grazie a quest’ultima, il sindaco Luigi Romano e l’Ufficio tecnico avevano potuto revocare l’incarico alla ditta Alba Paciello e affidarsi alla Di Nardi Holding Industriale (azienda travolta quest’anno da una inchiesta giudiziaria a Maddaloni).

Il legale della società casertana ha chiesto la revocazione della sentenza pubblicata il primo dicembre scorso (leggi qui) adducendo “la sussistenza sia del vizio revocatorio del contrasto con precedenti decisioni passate in giudicato, sia di alcuni errori di fatto, asseritamente idonei a giustificare la revocazione della sentenza ai sensi del combinato disposto degli artt.106 c.p.a. e 395, nn. 4) e 5), c.p.c.”. Contro il nuovo ricorso si sono costituiti in giudizio il Ministero dell’Interno, la Prefettura – Ufficii Territoriali del Governo di Napoli e di Caserta, il Comune di Marcianise e il Comune di Palma Campania; i quali hanno contestato la fondatezza del ricorso e chiesto la declaratoria della sua inammissibilità o, in subordine, per il suo rigetto.

A conclusione dell’udienza del 21 luglio 2016, la terza sezione del Consiglio di Stato ha fatto notare che: “La mancata valutazione di un documento o di un argomento (purchè, ovviamente, vengano esaminate tutte le censure), in altri termini, non può qualificarsi, di per sé, erronea o fallace, alla stessa stregua del travisamento del suo contenuto (che costituisce, quello sì, un errore di fatto), ma attiene alla sfera di discrezionalità, riservata al Giudice, nella individuazione delle risultanze istruttorie e degli assunti difensivi ritenuti utili ai fini dello scrutinio della fondatezza del ricorso esaminato”. Per tali motivi – si legge nella sentenza pubblicata lo scorso 3 agosto – “gli errori descritti col ricorso per revocazione – pur volendone ravvisare in astratto la sussistenza, ma da escludere invece in concreto – si rivelano del tutto ininfluenti, ai fini della correttezza della decisione impugnata”.

Così i giudici amministrativi hanno dichiarato inammissibile il ricorso e hanno condannato la ditta ricorrente a rifondere le spese di giudizio per 3000 euro complessivi alle Amministrazioni statali e in favore dei Comuni di Marcianise e di Palma Campania.

Vitulazio – Consiglio di Stato

Red. Cro.

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